2022, la parola d’ordine del turismo è “sostenibilità”

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Alcune tendenze esplose con la pandemia sono destinate a rimanere e a influenzare le scelte dei viaggiatori nel medio/lungo periodo.  

 

 

Così, fenomeni come la workstation e il south working e la scelta di mete di prossimità all’insegna dell’arte e della natura –magari in camper– non passeranno di moda, almeno secondo quanto riportato in un articolo de Il Sole 24 Ore. 

 

La sostenibilità al centro delle scelte dei viaggiatori

 

I viaggi sono sempre più sostenibili e continueranno ad esserlo anche in futuro. A confermarlo è un’indagine condotta (su un campione rappresentativo di circa 1000 persone) dalla Fondazione UniVerde, un’associazione senza scopo di lucro promotrice di uno stile di vita rispettoso dell’ambiente e della natura. 

Il rapporto dell’organizzazione racconta come il turismo ecologico sia percepito dal 74% degli italiani come la forma più consona a vivere un viaggio in sicurezza 

Ad avvalorare l’elemento della sostenibilità, ci sono altri due dati significativi. Per il 71% degli intervistati infatti, la scelta di un viaggio green è eticamente la più corretta; per l’84% è una vera e propria opportunità di sviluppo economico. 

Nella ricerca di una vacanza ecosostenibile, il 79% desidera vivere esperienze autentiche in grado di esaltare le peculiarità culturali del territorio. Su questa scia, il 92% pensa che sia una questione inderogabile investire nella tutela del patrimonio culturale italiano. 

Ma siamo davvero pronti ad accogliere un turismo definitivamente sostenibile?  

Fondazione UniVerde disegna un quadro che ancora sembra solo parzialmente pronto a conformarsi alle nuove esigenze dei viaggiatori. Il 57% degli italiani intervistati ha affermato di non aver soggiornato in una struttura “sostenibile” nel corso dell’ultimo anno e mezzo. 

Il 34% non ha trovato questo genere di sistemazioni nella meta dei loro viaggi. Il 31% non sapeva che esistessero. 

Per quanto la tendenza sia effettivamente in atto, resta ancora del lavoro da fare per imprimere a tutto il mondo del travel una svolta veramente green. 

 

Fra turismo bleisure e viaggi d’affari

 

La pandemia ha impresso una forte accelerata anche al turismo “bleisure”, ossia la combinazione fra viaggi business e quelli di piacere. 

Anche questo fenomeno è destinato a restare fra le scelte predilette dai viaggiatori nel prossimo periodo. 

A dimostrazione di quanto i viaggi bleisure siano già una risorsa per il paese –e lo siano stati in particolar modo nel periodo pre-pandemia- ci sono i dati raccolti su Milano. 

Al capoluogo lombardo non mancano certo le attrazioni con le quali riempire il tempo libero. A questo proposito, nel 2019 l’indotto complessivo scaturito dalle spese in chiave business e quelle legate al tempo libero è stato di 1.7 miliardi di euro circa. 

Benché Milano sia già strutturalmente adeguata ad accogliere un turismo vocato a coadiuvare lavoro e svago, nulla impedisce anche a destinazioni più piccole di muoversi in questa direzione.  

In questo senso, una spinta interessante è data dal fatto che molti lavoratori scelgono proprio i piccoli borghi e paesi come base per il proprio lavoro da remoto, consapevoli di poter apprezzare nel tempo libero il ricco patrimonio culturale italiano.