Addio Millennial, benvenuta Gen Z: ecco i viaggiatori del futuro

Gen Z turismoGenerazione Z, iGen, Post-Millennial, Centennial, Plural: chiamateli come volete, ma sono quelli che tra qualche anno saranno tra i vostri principali clienti.

La Gen Z, cioè i ragazzi che oggi non superano i 22 anni, costituisce un quarto di tutta la popolazione mondiale. Che cosa c’è da sapere su quelli che sono già considerati i viaggiatori di domani?

EyeForTravel e l’Huffington Post mettono in guardia dal sottovalutare le preferenze e le tendenze di questa generazione: sebbene i Millennial (22-31 anni) abbiano un valore stimato di 200 miliardi per il settore travel, la Gen Z secondo il Digital Tourism Think Tank entro il 2020 costituirà addirittura il 40% di tutti i consumatori.

Ma chi sono i ragazzi della Gen Z? In che cosa si differenziano dai Millennial e che cosa è importante sapere per avvicinarsi a loro come potenziali clienti?

Se i Millennial hanno vissuto in una situazione socio-economica tutto sommato stabile fino al disastro delle Torri Gemelle, i loro successori stanno vivendo un momento difficile e complicato a livello globale. Tecnologia, privacy, globalità sono le parole d’ordine per questi ragazzi, abituati a vivere in un mondo dove smartphone e social media non sono mai mancati e dove il modo migliore per comunicare sono i video e le immagini.

C’è chi dice che per raggiungere questa generazione un brand ha bisogno solo di “cinque parole e un’immagine”.

Secondo il libro The Gen Z Effect, la Generazione Z cambierà completamente anche il modo di lavorare, abolendo le tradizioni a favore dell’innovazione e negando l’iperconnettività a cui siamo assuefatti.

EyeForTravel ha identificato 6 caratteristiche comuni della Gen Z:

  1. Multi-tasking e multi-screen: la Gen Z è quella che più di tutti sarà abituata a passare da un device ad un altro senza troppi problemi: TV, iPhone, laptop, pc, iPad. Si calcola che la loro soglia di attenzione sia bassissima: circa 8 secondi. Cosa che renderà sempre più difficile attirare la loro attenzione per chi fa marketing online.
  2. Via da Facebook: per la Gen Z Facebook è già vecchio. Questi viaggiatori danno molto valore alla privacy e preferiscono applicazioni dove i contenuti sono più volatili, come Snapchat e Whisper, un social network dove puoi parlare di te senza mostrare il tuo nome. Il 25% di loro ha già abbandonato Facebook a partire dal 2014: questo perché questi utenti utilizzano i social più per leggere contenuti che per fare networking.
  3. Cresce l’interesse per foto e video: tra i social preferiti ci sono anche YouTube e Instagram. Secondo le stime, guardano video su mobile 2 volte di più rispetto alle altre generazioni e il 70% di loro passa su YouTube circa due ore al giorno.
    “Ci troviamo di fronte a una generazione che non solo condivide cose, ma le crea. I ragazzi della Gen Z possono essere considerati dei veri e propri ‘curator’, perché vogliono contribuire alla conversazione più che soltanto ascoltare.”
  4. Più cauti con i soldi ma pronti a partire: la Gen Z sarà una generazione più attenta ai soldi, visto che il lavoro fisso ormai è un miraggio. Detto questo, i viaggi continueranno ad essere visti come un valore aggiunto che permette di ampliare le proprie conoscenze e vedute. Il turismo esperienziale rimarrà al centro dell’attenzione per questi viaggiatori, che prediligeranno a semplici gite turistiche esperienze assolutamente uniche in cui vale la pena investire: fare diving al centro della Grande Barriera Corallina, dormire con i Masai o fare kayak tra gli iceberg.
  5. Preferiscono le relazioni faccia a faccia: questi ragazzi torneranno a prediligere una relazione human-to-human, tanto che un sondaggio rivela che il 53% preferisce le comunicazioni persona rispetto alla messaggistica istantanea e persino alle mail.
  6. Torniamo al turismo slow: secondo una ricerca di Allied, la Gen Z preferirà gli spostamenti in treno rispetto a quelli in aereo. Un trend in linea con quello intercettato da Expedia, che di recente ha lanciato un servizio per acquistare biglietti del treno in Europa per sviluppare un settore che, a suo dire, varrebbe 130 miliardi di dollari e non ha praticamente alcun competitor.
  7. Una generazione impegnata: un sondaggio di Upfront Analytics svela che il 60% degli intervistati vorrebbe cambiare il mondo (vs. 39% dei Millennial), investendo in progetti di lavoro audaci ma d’impatto. Questo significa che la Gen Z non disdegnerà un tipo di turismo sostenibile o che aiuti le comunità locali.

La Generazione Z e come cambierà il turismo
(fonte: Enjoyyourlearning)

 

Insomma, se è vero che non si può mai generalizzare, quello che ci aspetta per il domani sarà forse qualcosa di molto diverso da quello che vediamo oggi: viaggiatori più veloci ma più riflessivi, che vogliono tornare a viaggiare “slow”, meno invasati di social ma pronti a stabilire contatti umani, consapevoli e socialmente impegnati.