Airbnb e il boom dell’esperienze in Italia

leggi l’articolo completo...Parliamo spesso di turismo esperienziale, ma abbiamo sempre fatto un po’ fatica a misurarlo. Ma davvero è così rilevante nel nostro Paese, rimasto sotto molti aspetti cristallizzato ai primi anni Settanta? I dati condivisi da Airbnb sull’argomento sono per questo soprendenti (ma non troppo): l’Italia è il primo Paese in Europa e il secondo al mondo nelle Esperienze.

Le esperienze, nel gergo di Airbnb, sono le attività organizzate da persone del luogo vendute sul portale di home sharing e che possono riguardare i più svariati temi: cibo, arte, sport, moda, fotografia e tanti altri.

Dal momento del lancio, avvenuto nel novembre 2016, le Esperienze Airbnb si sono rapidamente affermate in tutte le principali città italiane, complice anche il modo con cui sono state presentate sull’app ufficiale, da vero prodotto di punta.

Nell’ultimo anno, il totale delle esperienze disponibili in Italia attraverso la piattaforma Airbnb ha superato quota 1.500, grazie all’interesse degli host nella promozione del proprio territorio e all’entusiasmo degli ospiti, interessati a vivere la destinazione in modo autentico e cercare di vivere il Paese in maniera mai banale.

Nonostante vi siano Paesi con un numero di esperienze più ricco, l’Italia è attualmente al primo posto in Europa per numero di prenotazioni, davanti a Francia e Spagna, seconda ​solo agli Stati Uniti a livello globale: unico Paese ad avere due destinazioni (Roma e Firenze) nella top ten dei mercati preferiti dai viaggiatori.

Nonostante l’idea di un turismo un po’ fast food, fatta di cartoline e tour guidati, in realtà i viaggiatori sono affamati di tutta un’altra Italia. Matteo Frigerio, Country Manager di Airbnb, ha un’opinione molto chiara del fenomeno esperienze: «si tratta di un business che a livello globale è cresciuto 25 volte più velocemente di quello delle case nel loro primo anno. ​Gli host di tutta Italia hanno risposto con entusiasmo alla nostra proposta di mostrare al mondo la vera Italia».

Non solo capitali culturali: le opportunità nell’Italia rurale

 

Il 2018 ha segnato anche il successo delle Esperienze enogastronomiche tricolore su Airbnb: sono infatti le più prenotate al mondo sulla piattaforma e rappresentano attualmente il 37% dell’offerta con quasi 600 esperienze disponibili.

Pur essendo in media più costose delle altre (65 euro contro una media generale di 54), le esperienze legate al cibo rimangono le più apprezzate dalla comunità, una tendenza che si riflette anche nei guadagni degli host: il 60% dei ricavi del mercato delle esperienze è stato infatti generato proprio da chi offre un’esperienze enogastronomica.

Si tratta di una svolta interessante, perché può aiutare concretamente la promozione del cibo made in Italy anche nell’Italia rurale, creando opportunità turistiche straordinarie dalle migliaia di eccellenze enogastronomiche nascoste in ogni parte del Paese.

Le esperienze devono essere uniche e non necessariamente glamour: basti vedere l’esperienza gastronomica “Le Ultime Capre Girgentiane” che mostra ai viaggiatori la vita del pastore e il processo di produzione di un formaggio prodotto da una razza caprina autoctona di Agrigento, ormai in estinzione.

 

E gli hotel?

 

Airbnb, confortata dai risultati degli ultimi due anni, ha deciso di ampliare l’offerta di Esperienze a tutto il Paese accettando candidature da ogni luogo d’Italia.

Sulla scia di quello che sta promuovendo Airbnb, offrire esperienze di viaggio divertenti e originali non solo in hotel, ma anche fuori, dovrebbe essere al centro della strategia di vendita e di fidelizzazione di qualsiasi albergatore.

Proporre esperienze in hotel con 100 camere è di sicuro complesso, ma questo non significa che si debba alzare bandiera bianca: se volete offrire esperienze più “local” ai vostri clienti potete fare davvero tanto per loro.

Ad esempio:

  • Formare il vostro personale per offrire informazioni di valore su negozi, attrazioni, musei e parchi – non solo quelli che si trovano sulle guide
  • Fare convenzioni con ristoranti locali che non siano “trappole per turisti”
  • Creare itinerari tematici alternativi da regalare agli ospiti al loro arrivo, da scegliere in base alle loro preferenze, oppure online come ha fatto il Ponte Vecchio Suites con i suoi 3 giorni a Firenze
  • Offrire sconti per l’accesso a musei minori
  • Organizzare voi stessi esperienze uniche: un corso di cucina o di pasticceria tenuto dal vostro chef; una degustazione di vini direttamente dal produttore; ecc.

Per trovare l’ispirazione provate a smettere di pensare al cliente come “cliente”. Iniziate a pensare a lui come ad un “amico”, o un “parente”, e chiediti che cosa vorresti fare per lui. Dove vorreste portarlo? Cosa vorreste fargli assaggiare? Dove gli consiglieresti di andare a fare acquisti? Quale tesoro del vostro territorio volete condividere con lui?

Così facendo non solo farete contenti i clienti dando loro un assaggio della destinazione, ma vi potrete differenziare dagli altri e farete girare l’economia, valorizzando le tante aziende del territorio che non hanno la possibilità di farsi conoscere altrimenti.