Airbnb: tutta la verità sulla sharing economy in Italia

Airbnb danneggia la nostra ospitalità. Airbnb è una minaccia per gli hotel. Airbnb ha dato modo alle strutture irregolari di aggirare la legge. Sono tante le critiche che vengono mosse ad Airbnb dagli albergatori italiani.

Ma per ora si è trattato solo di chiacchiere. Adesso è Airbnb stesso che svela agli Italiani tutti i numeri del suo business.

Gli host italiani sono 83.300

Quanto incide realmente questo business sul totale del turismo italiano? Abbiamo provato a fare due conti per chiarirci le idee e abbiamo confrontato i dati Airbnb con quelli delle strutture ricettive italiane.

Il report, realizzato in collaborazione con Sociometrica e pubblicato su Issuu, svela che nell’ultimo anno sono stati 83.300 gli Italiani che hanno sfruttato la prima o la seconda casa per ospitare turisti, arrivando a guadagnare in media 2.300 euro all’anno con le eccezioni del caso: a Firenze il guadagno medio annuale è di 6.300 euro, a Roma di 5.500 euro, a Milano 2.700 euro.

Ogni annuncio ha generato in media 26 notti di pernottamento all’anno, tranne a Firenze, dove la media annuale raggiunge le 64 notti e Roma dove arriva a 50.

“Gli host Airbnb italiani nella maggior parte dei casi affittano occasionalmente il loro alloggio nel corso dell’anno, ottenendo così dei redditi supplementari, modesti, ma pur sempre importanti per far quadrare i conti,” riporta il documento.

Se calcoliamo che per ogni host ci sono in media 1-2 annunci, in totale avremo dagli 84.000 agli oltre 160.000 alloggi. Un’offerta sicuramente superiore a quella delle strutture alberghiere (33.290) ed extralberghiere (125.122) censite dall’ENIT.

In questa immagine potete vedere il confronto tra gli alloggi Airbnb e gli Hotel di Firenze:

 

Solo il 7% dei turisti sceglie Airbnb

Se l’offerta Airbnb appare ampia e diffusa in tutta Italia, il report fa intuire che la maggior parte dei viaggiatori ancora sceglie alloggi tradizionali.

VIAGGIATORI: Negli alloggi Airbnb hanno trovato posto 3,6 milioni di persone. Secondo i dati più recenti condivisi dall’ENIT gli arrivi in Italia nel 2015 sono stati 53.297.401, quindi solo il 7% avrebbe dormito in un alloggio Airbnb.

Nel 92% dei casi si tratta di persone in vacanza, mentre solo pochi utilizzano questo tipo di alloggio per un viaggio di lavoro.

L’87% di chi ha scelto Airbnb dice di averlo fatto soprattutto perché desiderano “vivere come le persone del posto”.

Quasi 100.000 posti di lavoro supportati

Airbnb ci tiene a sottolineare che il suo servizio è un propulsore di crescita per il turismo e non una minaccia, come alcuni sostengono. L’impatto economico complessivo ammonterebbe a 3,4 miliardi di euro e avrebbe supportato 98.400 posti di lavoro.

“Il viaggiatore medio con Airbnb spende il 38% del proprio budget presso le imprese locali del quartiere nel quale soggiorna. Gli ospiti di Airbnb, durante la loro visita, spendono in media 738M € in ristoranti e bar. Gli ospiti di Airbnb hanno consumato quasi 13 milioni di cene in Italia.”

 

Evasione fiscale e strutture irregolari: il lato oscuro di Airbnb

Se vogliamo davvero avere un quadro completo del fenomeno Airbnb in Italia bisogna fare i conti anche con l’aspetto legalità. Nel corso di questi ultimi anni sono state tante le denunce avanzate nei confronti della piattaforma di affitti privati.

A Venezia l’azienda Reset ha condotto una ricerca che dimostra la differenza tra strutture dichiarate e gli annunci online: “Venezia è un enorme albergo diffuso, che però sfugge ad ogni controllo e soprattutto c’è un’ampia zona grigia che non partecipa alla raccolta della tassa di soggiorno o peggio non dichiara presenze né introiti.”

Pare che anche a Firenze, dove Airbnb si è impegnata a raccogliere e versare al Comune la tassa di soggiorno, il 90% delle strutture di Airbnb non dichiari i propri guadagni. L’Assessore al Bilancio Lorenzo Perra ha dichiarato che è stato già istituito un ufficio per recuperare il sommerso… “dieci milioni di euro almeno”!

Questa immagine pubblicata su La Stampa a febbraio 2016 riepiloga lo scostamento tra annunci Airbnb e locatori dichiarati: basta guardare la disparità registrata a Milano e a Torino per rabbrividire…

Ma come è possibile, se tutti i pagamenti su Airbnb vengono tracciati alla luce del sole?

«Smascherare gli evasori è molto difficile», ha dichiarato alla stampa Alberto Reda, generale della Guardia di Finanza a Venezia, raccontando un fatto inedito «Nell’inverno 2015 siamo stati nella sede italiana di Airbnb. È stata una visita conoscitiva. Abbiamo chiesto gli elenchi dei locatori, ma non ce li hanno forniti spiegando che i dati erano custoditi sui server all’estero». Airbnb se la cava con una postilla rivolta ai suoi host: «Sei responsabile della gestione delle tue tasse e degli eventuali obblighi fiscali».