Booking engine, web marketing e social media: la sola strada che porta alla disintermediazione

leggi l’articolo completo...Entro il 2017 gli hotel spagnoli ridurranno la loro dipendenza dalle OTA del 5%. L’azienda di ricerca PhoCusWright ha svelato all’ultimo FITUR che il terzo paese più visitato al mondo ha iniziato una lenta ma decisa lotta all’intermediazione.

Come? Investendo su tecnologia e web marketing. Una strada che anche gli hotel italiani dovrebbero intraprendere con più decisione.

“La Spagna viene dopo Francia e US nella classifica delle destinazioni turistiche più popolari al mondo – spiega Kevin May di Tnooz – con i suoi 65 milioni di visitatori nel 2014 (il 7% in più rispetto all’anno precedente, secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo). Eppure per molti anni gli hotel del Paese hanno fatto affidamento sulle OTA per riempire le loro camere, o sui tour operator europei che si occupano di pacchetti di viaggio”

All’ultima edizione del FITUR – la fiera del turismo più grande della spagna – la direttrice del settore ricerche PhoCusWright per i paesi EMEA Florence Kaci ha dichiarato che gli hotel spagnoli stanno diventando “molto più aggressivi” nella vendita diretta dal loro sito ufficiale.

Oggi le statistiche dicono che il 48% del travel online in Spagna viene prenotato sulle OTA (soprattutto Booking.com ed Expedia), sebbene sia un trend in diminuzione. Entro il 2017 ci sarà una decisa inversione di tendenza e la Spagna raggiungerà la media europea del 43% di intermediato. Ciò significa che gli hotel guadagneranno il 5% in più di prenotazioni dirette.

Se la situazione in Spagna è in miglioramento, quella italiana è preoccupante: PhoCusWright all’ultima edizione di BTO ha dichiarato che da noi il livello medio di intermediazione raggiunge il 59% – il più alto di tutta Europa!

 

Booking engine + social media + web marketing = indipendenza

La Kaci ha dichiarato che la strada per una disintermediazione passa attraverso gli investimenti degli hotel indipendenti:

  1. Booking engine: gli hotel spagnoli stanno iniziando ad erodere un più ampio margine di vendite grazie a una maggiore “facilità di accesso a strumenti di prenotazione a costi contenuti per la prima volta nella storia.” Ovvio che avere un buon sito ufficiale non basta. Il modulo per la richiesta disponibilità e l’email e il numero di telefono bene in vista non bastano più al viaggiatore di oggi per prenotare. Se non potranno farlo sul vostro sito, lo faranno da un’altra parte, molto probabilmente su un portale.
  2. Social media e web marketing turistico: in Spagna molti hotel, anche quelli a conduzione familiare, si stanno rendendo conto dell’importanza di investire in web marketing turistico e social media (Facebook, Instagram, ecc.) per generare nuovo traffico al sito.

Ora la domanda sorge spontanea: dal momento che la Spagna ha un mercato alberghiero simile a quello italiano, dominato dai piccoli hotel indipendenti, non sarà l’ora che anche i nostri albergatori comincino a ragionare nello stesso modo?

In fondo oggi procurarsi un buon booking engine non ha costi proibitivi: in media un migliaio di euro all’anno per quelli più sofisticati.

Per quanto riguarda invece il web marketing e i social media, i costi possono variare ma di solito l’investimento nell’attività condotta da un’agenzia specializzata è ampiamente ripagato dai risultati a fine anno: in media i costi complessivi per le vendite dirette si aggirano intorno al 5-8%.

L’equazione booking engine + social media + web marketing = disintermediazione potrà sembrare a molti di voi una banalità. Eppure dall’ultimo Osservatorio Digitale del Turismo risulta che su un campione di 2000 strutture ricettive, solo il 29% ha sul proprio sito un software di prenotazione alberghiero adeguato.

Meditate gente. Meditate.