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Brand Italia e Tecnologia: la Penisola resta indietro… meno male che c’è Google

leggi l’articolo completo... [2]La situazione complessiva dell’Italia dal punto di vista delle tecnologie, della connessione ad internet e del know-how necessario a far decollare il Paese in Rete non è delle più rosee. E per il futuro le previsioni non migliorano.

Eric Emerson Schmidt, Presidente di Google, scrive di suo pugno a Repubblica riaffermando l’urgenza per l’Italia di promuoversi online. Mentre noi ce ne stiamo con le mani in mano e lasciamo che il Paese perda posizioni a livello turistico e non solo, sarà dunque Google a farsi portavoce al mondo della bellezza del nostro Paese?

Internet sta gradualmente raggiungendo tutte le fasce di età

In un recente articolo eMarketer [3] riporta lo studio di Audiweb [4], azienda italiana in grado di stimare l’utilizzo di Internet da parte degli Italiani dai 2 anni in su che si collegano attraverso un computer da casa, da ufficio e da altri luoghi. Nel mese di agosto l’audience di Internet da PC è calata rispetto allo stesso mese del 2012.

Che cosa significano questi dati?

Certamente c’è da dire che per quanto concerne l’utente finale, il minor utilizzo del PC è da addursi all’incremento della navigazione da mobile. Dall’altro lato, questo dato è preoccupante, perché è certamente sintomo di una regressione che chiude le porte al futuro, di una situazione in cui Pubblica Amministrazione e Imprese hanno ridotto gli investimenti tecnologici a causa della difficile situazione economica.

Intanto però, i dati raccontano anche un’Italia in cui iniziano a connettersi anche le fasce più mature, non solo quelle giovani: la fascia degli over 55 cresce dell’11% con un tempo medio di navigazione paragonabile in tutto e per tutto a quello delle fasce  più giovani.

La penetrazione di internet in forte rallentamento

eMarketer prevede che la crescita annuale sia degli utenti che della penetrazione di internet diminuirà invece che crescere nel tempo. Nel 2014 la crescita scenderà sotto il 4% e ulteriormente al 2.5% nel 2017.

L’Italia è molto indietro nella penetrazione globale di internet rispetto al resto dell’Europa occidentale e la situazione non sembra destinata a cambiare nel breve termine,” dice lo studio.

La crescita lentissima non fa che aumentare ulteriormente il divario che ci separa da altre destinazioni Europee, nei servizi e nella tecnologia. Nel 2013 ad esempio, in UK sarà il 75% della popolazione a essere collegato ad internet, mentre in Italia solo il 53,1% della popolazione accede almeno una volta al mese alla Rete, facendo di noi il Paese dell’Europa Occidentale con il più basso tasso di penetrazione di internet.

Dati che sono confermati dalla Commissione Europea [5]: secondo le stime realizzate in occasione dell’Agenda Digitale, la mancanza di infrastrutture tecnologiche peserebbe enormemente sul nostro Paese, dove la diffusione della banda larga veloce è disponibile solo nel 14% delle abitazioni mentre in Europa la media è del 53% e le persone che non hanno mai usato Internet sono il 37%, quasi il doppio del resto d’Europa.

Inutile dire che il deficit che ci portiamo dietro in termini di connessione potrebbe ovviamente ricadere in modo negativo anche sul Turismo e su tutti gli operatori turistici dell’accoglienza, visto che l’accesso ad internet diventa sempre più una condizione essenziale e fondamentale per chi viaggia.

Google ci spiega che per crescere va trovata una strada… online

C’è un modo dunque per tornare a essere competitivi? Per non sentirci più frustrati guardando al baratro che separa le nostre indiscutibili eccellenze dall’arretratezza ostinata in campo teconologico? Lo ha detto niente meno che Eric Schmidt, presidente di Google, in una lettera a Repubblica che riportiamo di seguito: “Esiste una via italiana ad Internet?” – si chiede Schmidt – “Il sistema economico italiano, seppur penalizzato da un ritardo tecnologico, ha tutte le caratteristiche per risultare vincente su Internet.”

Internet potrebbe dare una forte propulsione alla nostra economia: dal rapporto Fattore Internet [6] commissionato proprio da Google nel 2001 per quantificare il valore della Internet Economy in Italia, risultava che: “Con una crescita annua attesa compresa tra il 13% e il 18% tra il 2009 e il 2015, l’Internet Economy italiana rappresenterà nel 2015 tra il 3,3 e il 4,3% del PIL.” Ma le previsioni non avevano fatto i conti forse con la recessione di questi anni e ad oggi Internet contribuisce al PIL solo per il 2% (contro la media del 4% in Europa e il 7% della Germania – fonte: Glocus [7]).

La diffusione e la maggior fruizione di Internet porterebbero dunque all’economia italiana enormi benefici. Basterebbe che tutti, a partire dalle Istituzioni, alle imprese, ai singoli individui, facessero uno sforzo per investire in questo ambito.

Schmidt ci dà una bella lezione nella sua lettera, di branding, di marketing e di buona volontà, insieme alle best practice da seguire: “Far conoscere le eccellenze nascoste dell’Italia – Diffondere tra gli imprenditori le competenze digitali – Valorizzare i giovani come promotori della transizione al digitale dell’economia italiana,” offrendosi lui stesso di portare la straordinarietà dell’Italia in Rete (le stesse cose per altro riportate nello studio Fattore Internet 2011 sopra citato).

Scorrendo queste righe non so se ci sia da sentirsi più orgogliosi per la nostra Italia o più umiliati, come bambini alle elementari ripresi dalla maestra per la lezione che già avrebbero dovuto sapere. Leggete la lettera anche voi e condividete le vostre impressioni con la community. Per far conoscere il nostro territorio e le nostre eccellenze all’estero non c’è altra via che affidarsi a Big G?