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Come rilanciare il Turismo in Italia? Tranquilli, abbiamo un piano!

leggi l’articolo completo... [2]Il 29 febbraio è stato inaugurato il nuovo Anno del Turismo 2016 Usa-Cina. Una partnership per avvantaggiare l’America come destinazione privilegiata per i viaggiatori cinesi. La domanda sorge spontanea: e l’Italia cosa sta facendo per attirare i nuovi flussi di viaggiatori?

A quanto pare anche noi abbiamo un “piano”… sto parlando del nuovo Piano Strategico di Sviluppo del Turismo annunciato pochi giorni fa dal direttore generale del Mibact Francesco Palumbo. Un Piano che ci auguriamo sia concreto e fattibile. Ma soprattutto che abbia un’applicazione immediata, perché il tempo è tiranno. E soprattutto il web.

Il documento preparatorio (pubblicato online dal Sole 24 Ore [3] ) è già pronto da gennaio e, seppur schematico e superficiale, mette in evidenza alcuni dei punti chiave di quello che sarà il Piano. Abbandonati i tecnicismi e il burocratese, il documento si apre con una presa di coscienza del grave ritardo che il Turismo italiano ha sofferto in questi anni e propone un percorso di crescita che riguarda tutti i protagonisti del territorio.

“La capacità competitiva dell’Italia nel mercato internazionale del turismo è largamente al di sotto delle sue potenzialità. È necessario recuperare terreno sul piano dell’innovazione, delle tecnologie digitali, della valorizzazione del patrimonio e del nostro territorio, del rapporto qualità/prezzi, del marketing. Il Piano serve a dare all’Italia del turismo una cornice unitaria nell’ambito della quale tutti gli operatori si possano muovere in modo coerente, migliorando le politiche sia dal lato della domanda che da quello dell’offerta.”

I 5 punti del nuovo Piano Strategico del Turismo

Possiamo riassumere gli elementi chiave del Piano nei seguenti punti:

  1. Non tutto è perduto: il Piano parte da zero, ma prende le mosse dagli Stati generali del Turismo Sostenibile (2015), dal TDLab [4] (2014) e dal Piano del Ministro Gnudi [5] (2013). Se da un lato ci consola sapere che le riflessioni di maggior rilievo condotte negli ultimi anni in materia avranno un ruolo nel progetto, è innegabile che, alla velocità con si muove il turismo online, quello che andava bene due o tre anni fa oggi potrebbe essere obsoleto. Fortuna che Franceschini ha precisato che le proposte per la digitalizzazione e la sostenibilità dovranno essere aggiornate.
  2. Partecipazione: il Piano che ha in mente Franceschini non è un progetto che cala dall’alto sulle inconsapevoli destinazioni. Per la sua realizzazione il Ministero ha intenzione di instaurare un dialogo con Regioni, Enti locali, imprese, operatori e stakeholder del settore. Un punto fondamentale perché il Piano risponda alle reali necessità espresse dai vari soggetti coinvolti.
  3. Indipendenza coerente: le Regioni continueranno a valorizzare il proprio brand in maniera indipendente, ma dovranno rispettare delle linee guida che rendano la promozione di tutto il territorio nazionale coerente e omogenea. “Il Piano – ha detto Franceschini – dovrà favorire il disegno di una nuova governance che, non intervenendo sulle attività di governo di attività e progetti che fanno capo ai singoli soggetti, dovrà però permettere un migliore coordinamento strategico tra Mibact, Regioni, enti locali e imprese portando a sintesi e finalizzando su poche e strategiche attività i differenti piani che investono quei territori.”
  4. Miglioramento continuativo: il Piano sarà stilato attraverso una serie di Tavoli di discussione e di incontri, sia online che dal vivo. Il documento non sarà qualcosa di statico e definitivo, ma al contrario dovrà crescere e migliorare nel tempo in virtù di un dialogo continuo tra il Ministero e gli altri soggetti coinvolti. Per farlo il Mibact metterà a disposizione i giusti strumenti, in particolare delle piattaforme social per lo scambio di idee e considerazioni fatte itinere. “ll Mibact si impegna ad attivare le risorse umane e strumentali necessarie alla loro gestione”. Questo significa che forse sarà assunto anche nuovo personale con le giuste competenze per occuparsi degli aspetti digitali.
  5. L’Enit diventa marginale: il documento che abbiamo analizzato fa riferimento all’Enit solo marginalmente. Franceschini ha specificato che il Mibact vuole riaprire la cooperazione con Enit, ma che questa dovrà mantenere la massima coerenza con gli obiettivi nazionali stabiliti da Piano, “generando una pianificazione perfettamente sintonica con il rafforzamento del Brand Italia”

Il documento è davvero molto sintetico, ma alcuni elementi sembrano promettenti: il forte accento posto sulla compartecipazione di tutti i soggetti territoriali e l’importanza data all’aspetto tecnologico e digitale fanno ben sperare. Ma come sempre, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, quindi non ci resta che aspettare pazientemente.

Il Piano sarà presentato in bozza a Pietrarsa nel corso degli Stati Generali del Turismo Sostenibile e della Cultura dal 5 al 9 aprile prossimi e, se tutto va bene, dovrebbe essere lanciato entro luglio.