Cosa prevede la nuova ordinanza per i viaggi extra-europei

Lo scorso 25 ottobre il Ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato una nuova ordinanza per prorogare fino al 15 dicembre le misure necessarie per entrare in Italia dai Paesi extra-europei.

Rispetto allo status attuale, pochi sono i cambiamenti, che non vanno ad incidere particolarmente sulle attività del turismo organizzato.


Non proprio quello che il comparto turistico si aspettava. Gli operatori del travel speravano nell’allentamento di alcune misure per ottenere gli stessi dati positivi della stagione estiva anche nell’imminente periodo natalizio, solitamente fruttifero per compagnie aeree e strutture ricettive.

L’ordinanza, seppur con qualche modifica, conferma per lo più lo stato attuale, con la suddivisione dei Paesi europei ed extra-europei in elenchi, a seconda del numero di contagi Covid.

 

Declassati alcuni Paesi

 

Slittano “nell’elenco D” Paesi come Israele e Cile (precedentemente nell’elenco C), per i quali i viaggi ai fini turistici sono consentiti solo se in possesso del Green Pass, di un tampone negativo e del Passenger Locator Form, il passaporto digitale utilizzato dalle Autorità Sanitarie per passeggeri che sono stati esposti ad una malattia infettiva durante un viaggio a bordo.

Nel caso di ingressi da Regno Unito, Irlanda del Nord e dalle isole il tampone deve essere fatto entro le 48 ore dall’ingresso in Italia.

Esclusi dall’elenco D e declassati ad E sono invece Albania, Armenia, Azerbaigian, Bosnia ed Erzegovina, Moldavia, Montenegro, Repubblica di Macedonia del Nord e Serbia, oltre a India e Brasile. Questo significa che gli spostamenti per fini turistici da e verso questi Stati sono assolutamente vietati. Si potrà viaggiare solo per motivi lavorativi, di salute, di studio o di assoluta necessità.

 

La reazione degli addetti ai lavori

 

Come accennato in precedenza, la notizia della proroga non è stata accolta di buon grado dagli operatori del settore turistico. Come riporta anche TTG, novembre e dicembre sono due mesi fondamentali per il travel, in cui si dovrebbe spingere sull’acceleratore in vista delle festività invernali.

Anche se la situazione dovesse cambiare dopo il 15 dicembre, sarebbe comunque presumibilmente troppo tardi per rimettere in pista l’offerta e avere un normale andamento delle prenotazioni.

Tuttavia, è possibile che possa verificarsi un’imminente modifica alle norme sui corridoi turistici. La speranza è infatti è che a questo decreto ne segua presto uno nuovo che preveda alleggerimenti dei protocolli sanitari nelle destinazioni servite dai corridoi Covid-free.

Ad appesantire la situazione, c’è poi il fatto che da fine 2021 il comparto turistico non riceverà più (a meno che il Governo non si pronunci diversamente) gli ammortizzatori sociali, aspetto che lascerebbe il reparto in una situazione di incertezza almeno fino alla prossima stagione estiva.

Le preoccupazioni sono quindi molte. Dopo le grandi perdite verificatesi nel 2020, il mondo del travel sperava di tornare in pista negli ultimi due trimestri del 2021, specialmente dopo i segnali di ripresa che si sono visti questa estate.

Non è chiaro cosa ci aspetta da qui a Natale, ma la speranza è che comunque vengano attivati dei corridoi turistici tra quei Paesi con un basso numero di contagi e un’alta percentuale di persone vaccinate.