La crisi in Ucraina e le conseguenze sul turismo italiano

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La guerra in Ucraina mette a rischio 5,8 milioni di presenze provenienti dalla Russia. L’allarme arriva direttamente dalla numero 1 di Confindustria Alberghi, Maria Carmela Colaiacovo. 

 

 

Primi effetti già in Primavera

 

Colaiacovo non nasconde il timore di pesanti ripercussioni sul turismo italiano: “Siamo in un momento in cui non sappiamo come questa clientela potrebbe reagire alla situazione e siamo preoccupati per le conseguenze delle sanzioni economiche che verranno imposte.”   

Sarebbero a rischio 1.7 milioni di arrivi dalla Russia, per un totale di 5.8 milioni di presenze. Troppo importanti per il turismo italiano, considerando che questo genere di clientela manca dall’arrivo della pandemia. 

Come riportato da Il Sole 24 Ore, le conseguenze della crisi Ucraina si faranno già sentire a Primavera. Solo qualche giorno fa, in riferimento a questa stagione, vi avevano raccontato di un boom di prenotazioni a livello europeo.  

In Primavera, la Pasqua assicurava –prima dell’arrivo del covid-19- una media di 175 milioni di pernottamenti e 20 milioni di introiti. Queste presenze probabilmente non si concretizzeranno sull’onda delle tensioni internazionali” afferma Confindustria Alberghi. 

 

I numeri del turismo russo

 

I vacanzieri russi rientrano nel segmento alto spendente. La crisi delle città d’arte italiane dipende in larga parte dalla loro mancanza, nonostante l’Italia sia per i russi una delle mete predilette. 

A questo proposito, basta pensare che nel periodo pre-pandemia, solo i turisti cinesi superavano quelli russi per l’accesso alle vie dello shopping, collocate perlopiù nelle grandi città d’arte italiane. 

Nel 2019, il 12% dei clienti russi ripartiva dall’Italia con uno scontrino in tasca da circa mille euro, in crescita rispetto all’anno precedente dell’8%. A Forte dei Marmi, località toscana particolarmente apprezzata da questi viaggiatori, lo scontrino medio toccava quota 1.661 euro. 

 

Le mete italiane preferite dai russi

 

I russi amano in particolare due regioni italiane, la Sardegna e la Toscana. Da Firenze a Siena e fra la Versilia e Forte dei Marmi, fino al 2019 si contavano, in media, più di 200 mila turisti provenienti dalla nazione più grande del mondo. 

Secondo l’Osservatorio Sardegna Turismo, le mete prese d’assalto fino all’arrivo della pandemia sono state due, la Gallura e la Costa Smeralda. Nel 2019, in queste due zone hanno soggiornato 220mila turisti russi. 

A ispirarli nella scelta dalla Toscana e della Sardegna, il seducente mix fra cultura e enogastronomia. Questa peculiarità italiana sta peraltro trainando anche le prenotazioni a livello locale. 

 

Restate in contatto con noi. Continueremo a raccontarvi gli effetti della crisi Ucraina sul turismo italiano.