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Dalla Preistoria al Laboratorio per il Turismo Digitale

leggi l’articolo completo... [2]Vi chiamo direttamente dalla preistoria” – Ha esordito così ieri Dario Franceschini, nuovo Ministro dei Beni e attività culturali e turismo, in diretta streaming con il Travelnext di Trento, di fronte a una platea di esperti del turismo e dell’ospitalità. Un’apertura ironica quanto amara, perché quando si parla di Turismo digitale in Italia non possiamo che pensare a un’arretratezza quasi preistorica.

È per scavalcare in poco tempo questa arretratezza che Franceschini ha firmato live dal suo ufficio di Roma il decreto che istituisce la nascita del nuovo “Laboratorio per il Turismo Digitale” (TDLAB), un nuovo organo preposto alla definizione a alla attualizzazione di una strategia digitale per il turismo italiano.

Forse un gesto un po’ plateale, ma di sicuro apprezzabile, fosse anche per il solo fatto di aver per la prima volta in assoluto identificato con chiarezza che c’è la necessità urgente di intervenire non tanto sul turismo nella sua più classica accezione, ma sul turismo online, per recuperare i punti persi rispetti agli altri Paesi Europei e non.

Sul settore della digitalizzazione turismo siamo davvero drammaticamente indietro, direi alla preistoria digitale, e quindi c’è tanto da recuperare. Vedendo poi le classifiche, che mi hanno fatto vedere per deprimermi ulteriormente, siamo al 26° posto in quanto a competitività del settore turistico e al 101° posto per l’uso dell’ICT. È un paradosso per un Paese che dovrebbe investire nella cultura, la storia, la bellezza, il turismo, non soltanto per esigenze di tutela, ma anche perché possono essere un enorme motore di crescita”.

Alleluia, mi verrebbe da dire: è bello sentire un Ministro ammettere apertamente quello che ormai sappiamo da anni (vedi Brand Italia e Tecnologia: la penisola resta indietro… menomale che c’è Google [3]).

Franceschini non ha solamente puntato il dito su un divario digitale con gli altri Paesi ormai inaccettabile, ma ha espresso la forte intenzione di dare una strategia univoca nella promozione territoriale del Brand Italia (ne abbiamo parlato nell’articolo Turismo Italia: in bilico tra crescita locale e stagnazione nazionale [4]).

Per recuperare dobbiamo lavorare in diverse direzioni, sulle piccole-medie imprese, per dare una strategia digitale complessiva al Paese, in particolare nel settore del Turismo. Penso al rapporto tra Regioni e Stato che dovremo riscrivere perché non è possibile pensare che nel mondo gli altri Paesi lavorino come sistema e noi invece abbiamo le singole Regioni in concorrenza tra di loro. E soprattutto costruire le strutture digitali del Paese.

Il TDLAB: di cosa si tratta in pratica

In che cosa consisterà concretamente il Laboratorio Digitale?

Laboratorio è già di per sé una bella parola: ha il sapore della continua sperimentazione, dello sporcarsi le mani con le cose vere, della collaborazione e del confronto tra esperti.

Nel comunicato stampa ufficiale [5] sono definite le attività di cui si occuperà il nuovo organismo:

1. Presso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo opera il “Laboratorio per il Turismo Digitale” (TDLAB), di seguito “Laboratorio”, con il compito di definire e favorire l’attuazione della strategia digitale per il turismo.

2. Il Laboratorio, in particolare, svolge attività di ricognizione:

a) dei sistemi di ricerca e analisi dei dati digitali, dei progetti e delle iniziative di digitalizzazione della filiera turistica al fine di identificare e valorizzare best practice e key influencer dell’ecosistema turismo e di promuoverne l’utilizzo dal parte del settore;

b) degli standard digitali internazionali che favoriscano l’interoperabilità e l’integrazione dell’offerta informativa e ricettiva e la creazione di un ambiente cooperativo fra operatori pubblici e privati;

c) dei modelli di business sostenibili che sfruttino l’opportunità offerta dall’accesso diretto alle informazioni e ai servizi turistici e favoriscano la creazione di applicazioni e servizi.

3. Il Laboratorio, inoltre, predispone annualmente un documento di sviluppo della digitalizzazione del turismo in Italia, da trasmettere al Comitato permanente di promozione del turismo in Italia istituito ai sensi dell’articolo 58 del decreto legislativo 23 maggio 2011, n. 79, e successive modificazioni, anche ai fini della redazione e dell’aggiornamento del piano strategico di sviluppo del turismo in Italia.
In particolare, il documento definisce:

a) le strategie digitali di ricerca, informazione, comunicazione, promozione e commercializzazione dei servizi turistici e culturali e dei prodotti tipici e artigianali in Italia e all’estero;

b) le attività ed i progetti per il sostegno alla digitalizzazione delle PMI e delle amministrazioni pubbliche al fine di favorire la crescita della competitività degli operatori pubblici e privati del settore turistico, culturale e delle produzioni di prodotti tipici e artigianali;

c) i progetti e le attività volte a identificare gli standard di interoperabilità e di integrazione dei dati e dei processi digitali che permettano di condividere dati e informazioni relativi alle differenti componenti del prodotto turistico – quali trasporti, ospitalità, ristorazione, produzione tipica locale, attrazioni culturali e territoriali, eventi e intrattenimento – anche al fine di realizzare banche dati aperte all’utilizzo dei soggetti e delle imprese che operano nel settore;

d) i soggetti, le modalità, i tempi e le risorse, a partire dalla promozione delle best practice nazionali, necessarie allo sviluppo dell’economica digitale nel turismo e per la valorizzazione del patrimonio culturale.

Quanto a chi prenderà parte al Laboratorio, a come opererà e a come lo Stato ha intenzione poi di mettere in pratica le strategie suggerite dal nuovo organismo, purtroppo non c’è niente di definitivo. Come niente si sa delle tempistiche con cui verrà lanciato e sarà operativo il progetto.

Il laboratorio per la digitalizzazione del turismo, a detta di Franceshini, comprenderà “operatori esperti, le diverse Istituzioni, lo Stato” e anche “quelli che hanno fatto best practice.”

Il comunicato si conclude con una affermazione significativa ma che solleva qualche dubbio: “Il funzionamento del Laboratorio non comporta oneri aggiuntivi per la finanza pubblica e la relativa partecipazione è a titolo gratuito.”

Penso che sia un primo passo – conclude il Ministro – c’è molto da fare, ma se ci diamo tutti da fare qualche cosa possiamo combinare. In Italia c’è un patrimonio enorme di intelligenze, di conoscenze, di eccellenze nel mondo digitale che non trovano un riscontro in un sistema istituzionale che è terribilmente arretrato e bisogna darsi una mossa e recuperare. Se investiamo sui nostri talenti possiamo recuperare tutto il ritardo che abbiamo accumulato.”

Un mea-culpa forse un po’ tardivo da parte dello Stato, ma sempre meglio tardi che mai. Rimaniamo in attesa di veder messo in pratica il decreto e conoscere tempi, modi e attività del nuovo Laboratorio, sperando che questa sia davvero la volta buona… 

Trovate l’intervento di Franceschi per intero sul sito del Mibac [6]