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Analogie e differenze tra viaggiatori business e leisure nell’era post-Covid

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Con il progresso della campagna vaccinale nei vari Paesi e la successiva riapertura dei confini, stiamo assistendo a un ritorno dell’ottimismo e della voglia di viaggiare in tutte le aree del mondo.

Ci troviamo in un punto cruciale per la ricostruzione del settore travel [3] e molti governi stanno esplorando la possibilità di introdurre passaporti sanitari digitali per facilitare lo spostamento delle persone da un Paese all’altro.

Amadeus, multinazionale turistica spagnola, ha deciso di effettuare un sondaggio tra i viaggiatori [4] – sia leisure che business – per comprendere le loro opinioni e il loro livello di comfort in merito a condivisione e archiviazione dei loro dati sanitari digitali.

Il sondaggio è stato realizzato in collaborazione con Censuswide e ha coinvolto 9.055 viaggiatori, provenienti da nove Paesi diversi, che sono stati all’estero per piacere e affari negli ultimi 18 mesi.

Il risultato ha messo in luce una serie di analogie e differenze tra le due tipologie di travellers, principalmente riguardo a tematiche come passaporti sanitari digitali e nuove tecnologie di viaggio [5].

Andiamo quindi ad analizzarle nel dettaglio.

 

Fiducia generale nei passaporti sanitari digitali

 

La prima analogia che ha messo d’accordo sia i viaggiatori business che i vacanzieri leisure è stata la completa apertura verso i passaporti sanitari digitali. Il 60% dei viaggiatori d’affari intervistati ha dichiarato che prenoterebbe viaggi internazionali da 3 a 12 settimane dopo la revoca delle restrizioni. Stesso discorso vale per il 48% dei viaggiatori leisure.

In particolare, il 92% dei business travellers si sentirebbe a proprio agio nell’utilizzare il passaporto sanitario digitale per viaggi futuri rispetto all’88% dei viaggiatori di piacere.

 

Archiviazione elettronica dei dati sanitari

 

Sebbene siano emerse preoccupazioni inerenti alla privacy, la maggioranza dei viaggiatori di entrambe le categorie concorda sull’impatto positivo che l’archiviazione elettronica dei dati sanitari potrebbe avere sulla sicurezza e praticità dei loro viaggi.

Il 71% dei viaggiatori non esiterebbe a consentire questa pratica, se questo significasse attraversare l’aeroporto più velocemente, evitando eventuali interazioni con il personale. Ugualmente la maggior parte di loro accetterebbe di buon grado il salvataggio dei propri dati personali, in cambio delle possibilità di viaggiare il prima possibile e verso un ventaglio più ampio di destinazioni.

Un’altra analogia riguarda la necessità di trovare una soluzione standardizzata per l’archiviazione dei dati, ovvero una singola tecnologia che sia riconosciuta in tutti in Paesi. Questa è una vera e propria sfida per l’industria turistica, che sta cercando di semplificare al massimo le procedure di viaggio, tenendo di conto, allo stesso tempo, delle normative dei singoli Paesi.

 

Privacy e protezione dei dati

 

La preoccupazione per la propria privacy e la protezione dei propri dati sanitari è invece un primo elemento di differenza. Il rapporto di Amadeus mostra che i viaggiatori leisure non sono completamente tranquilli di fronte alla possibilità dell’archiviazione dei propri dati personali.

Il 41% dei vacanzieri teme rischi per la propria sicurezza, percentuale che scende al 28% tra i viaggiatori d’affari. Solo il 27% dei business travellers si dichiara preoccupato per quali informazioni verranno condivise, dato che aumenta al 35% invece tra i viaggiatori di piacere.

I viaggiatori d’affari tendono a interrogarsi maggiormente sui possibili aumenti dei prezzi che applicheranno le compagnie di assicurazione di viaggio e sulla necessità di tenersi costantemente aggiornati circa le normative in vigore per gli spostamenti.

 

Fedeltà verso il marchio come chiave per ricostruire la fiducia dei viaggiatori

 

Un altro elemento che divide le due categorie di viaggiatori è la brand loyalty. Una delle differenze principali che il sondaggio di Amadeus ha messo in luce è che i viaggiatori d’affari sono maggiormente influenzati dalla fedeltà al marchio e dalla fiducia nei confronti dei partner di viaggio.

Il 39% dei business travellers sarebbe favorevole a un passaporto sanitario digitale se viaggiasse con un’agenzia di viaggi di fiducia, aspetto che invece influenzerebbe solo il 28% dei turisti.

Il sondaggio ha anche rivelato che il 73% dei viaggiatori d’affari e il 61% dei vacanzieri avrebbero maggiori probabilità di sentirsi a proprio agio nel condividere i dati sanitari se la compagnia aerea con cui viaggiano più frequentemente offrisse un modo per archiviare tali dati in un’app [6].

 

Sentimento contrastante verso la tecnologia

Anche quando si tratta di tecnologia troviamo un gap tra i viaggiatori d’affari e di piacere. Il 24% dei business travellers e il 16% di quelli leisure concordano sul fatto che le nuove tecnologie, come il check-in di tipo self-service e il riconoscimento vocale – hanno aumentato il sentimento di sicurezza nell’affrontare i viaggi.

Per quanto riguarda il valore della biometria, il 55% dei vacanzieri leisure si è sentito a proprio agio nell’usare questa tecnologia ai cancelli d’imbarco, mentre i viaggiatori d’affari sembrano trovarne maggiore vantaggio in fase di conferenze ed eventi.

Voi cosa ne pensate? Qual è la vostra opinione in merito alla possibilità di avere un passaporto sanitario per viaggiare e quali elementi vi spingerebbero maggiormente ad acconsentire all’archiviazione dei vostri dati sanitari personali?