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Dovere e Piacere – La crescita del settore bleisure secondo Expedia

leggi l’articolo completo... [2]I viaggi di lavoro sembrano un’eccitante fuga dal tran tran giornaliero solo per chi li vede da casa; le trasferte sono stressanti emotivamente e fisicamente, e spesso con poco tempo per ricaricare le batterie fra una riunione e l’altra.

Per questo motivo più della metà dei viaggi di lavoro vengono estesi per unire al dovere un po’ di piacere, aggiungendo al mix qualche attività leisure. Una nuova ricerca condotta da Expedia Group Media Solution [3] analizza per questo la crescita sostanziale del fenomeno “bleisure”, dove il confine fra business e leisure si fa sempre più sfocato.

I viaggiatori “Bleisure” intervistati – provenienti dagli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Cina, la Germania e l’India – viaggiano per lavoro più di 6 volte l’anno, con il 60% delle trasferte di lavoro che sono state estese per aggiungere attività di svago. Per gli ospiti dagli Stati Uniti si tratta di una crescita del 40% rispetto al 2016.

Si tratta di numeri che molto probabilmente aumenteranno nell’immediato futuro: il 72% degli intervistati ha ammesso di voler estendere per piacere i propri viaggi di lavoro nelle destinazioni che hanno visitato o visiteranno nel prossimo futuro.

Secondo i dati raccolti da Expedia, sono i viaggi di lavoro da 2-3 notti quelli più facili da convertire in viaggi bleisure (50%), così come le trasferte a più di 650 km da casa (49%).

I motivi per rimanere qualche giorno in più sono molto simili ai viaggiatori leisure “classici”: il 56% si ferma volentieri in una destinazione che offra ottimo cibo e ristoranti di livello, con le spiagge (52%), la natura (51%) e il bel tempo (50%) a seguire. Sembra la descrizione dell’Italia!

 

Come prenotano i clienti bleisure?

 

Quattro ospiti su cinque (80%) investono fino a cinque ore nella ricerca durante sia la fase di ispirazione sia di pianificazione del viaggio. Si tratta di una finestra di prenotazione piuttosto ristretta, specialmente rispetto ai tempi standard del leisure, perciò un hotel deve essere bravo a fornire informazioni e suggestioni in modo chiaro e convincente fin da subito.

Prima di decidere se prendersi qualche giorno per sé, il 68% dei viaggiatori si informa usando motori di ricerca, il 47% si appoggia a fonti legate al travel – OTA, siti di hotel e compagnie aeree, oltre ai siti di recensioni – e il 44% passa attraverso i siti ufficiali della destinazione.

Al contrario della parte business, magari gestita dall’azienda attraverso agenzie specializzate, quasi tutti i viaggiatori bleisure prenotano personalmente gli hotel (61%), i voli (42%) e le cene (38%) per la parte leisure del proprio viaggio.

Sono percentuali alte, certo, ma non tutto è prenotato in anticipo: un hotel può così convertire anche quando il cliente è già nella destinazione.

 

Non solo mete lavorative

 

Non importa avere un hotel in un hub finanziario o vicino a un centro fiere: gli ospiti bleisure sono disposti a spostarsi dalla meta lavorativa per godersi il proprio meritato riposo. L’80% dei viaggiatori infatti non ha alcun problema a muoversi verso una destinazione più gradevole, con il 50% pronto a spostarsi a due ore d’auto di distanza e il 28% addirittura a due ore di aeroplano di distanza.

Una buona destinazione, con i giusti servizi, può attrarre ospiti bleisure anche dove non ha un forte segmento business.

Il termine “bleisure” non avrà un suono particolarmente armonioso, ma rappresenta un segmento di mercato che non è mai stato così vivo e reale.

Si tratta di una clientela abituata a viaggiare, che non si preoccupa troppo di spendere e che non aspetta altro che essere coccolata per qualche giorno; un target ottimo per un hotel indipendente, che aspetta solo di essere conquistato.