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Quando la filosofia green in hotel fa aumentare revenue e occupazione

leggi l’articolo completo... [2]Aprire o riconvertire una struttura davvero in chiave ecosostenibile in Italia è ancora cosa rara, sebbene qualche coraggioso pioniere abbia iniziato a farsi largo in questo mercato da tempo.

Ma i viaggiatori come percepiscono queste strutture? Riconoscono la loro diversità e la loro etica green come un motivo in più per prenotare? Uno studio e un case history pubblicati in questi giorni dicono di sì: oggi gli ospiti dimostrano più sensibilità e più disponibilità a prenotare strutture eco-friendly.

1 – Cornell University: essere eco-sostenibili migliora le performance di vendita

Nel novembre 2013 usciva uno studio a cura della Cornell Univesity [3] in collaborazione con Sabre secondo cui essere eco-friendly non avrebbe costituito un vero vantaggio competitivo rispetto agli hotel ordinari. L’analisi dimostrava che ADR e camere vendute non variavano alla presenza del certificato di sostenibilità mostrato online.

Ma evidentemente le cose sono cambiate: nei giorni scorsi la Cornell ha pubblicato il report “The Impact of LEED Certification on Hotel Performance [4]”, in cui spiega come il certificato di riconoscimento di strutture eco-sostenibile lanciato nel 2000 in USA – ossia il LEED (Leadership in Energy & Environmental Design) – oggi porti notevoli benefici agli hotel che l’hanno ottenuto.

Comparando le performance di vendita ottenute dalle 94 strutture certificate rispetto a 514 competitor, si è visto che ADR e RevPAR sono stati notevolmente migliori per gli hotel che hanno ottenuto il riconoscimento.

Prima di ottenere il certificato infatti, questi hotel godevano di una ADR di 10 dollari più alta degli hotel non certificati, ma dopo si sono potuti permettere di aumentare le tariffe anche di 20 dollari in più senza perdere punti dal punto di vista occupazionale.

 

2- Hotel Stadthalle: case history di un hotel green di successo

Non sono molti i casi di successo di hotel ecosostenibili raccontati online, ma di recente ha fatto outing su HospitalityNet [5] il boutique hotel 3 stelle Stadthalle di Vienna.

La proprietaria, Michaela Reitteirer, ha fatto questa scelta seguendo un imperativo morale: realizzare un hotel capace di produrre in modo totalmente autonomo tutta l’energia di cui ha bisogno.

Certo, l’hotel in questione gode di ottima brand reputation, sia su TripAdvisor che su Booking.com, dunque le performance non possono che essere positive, ma c’è da sottolineare che le struttura ha improntato tutta la sua immagine sulle scelte ecosostenibili (come si può ben vedere dal sito [6]). Ne ha fatto la sua Unique Selling Proposition. Non a caso il suo payoff è “Il primo hotel in città al mondo a energia zero”.

I risultati? La comunicazione green per loro è stata vincente su tutti i fronti: l’ADR dell’hotel nel 2013 è stata di 92,36 € rispetto ai 64,80 € degli altri 3 stelle e agli 80,14 € dei 4 stelle. La sua occupazione per il 2013 in media è stata del 74,9 % rispetto al 71,62 % degli altri hotel.

Claudia Plot, il Direttore spiega: “Sebbene la competizione sia alta, noi sappiamo di avere un prodotto unico, incomparabile, non solo in città ma anche nel Paese. Ecco perché abbiamo deciso di non abbassare le tariffe.”

Diversificare la struttura ha avuto un’ottima ricaduta anche sulla disintermediazione: il 65% delle prenotazioni sono dirette, generate dal sito ufficiale o via telefono. Il 15% soltanto viene dalle OTA e il 20% da altri operatori e agenzie.

Dunque nonostante il notevole investimento iniziale, questo è stato ampiamente compensato dai profitti generati fin da subito.

L’autore dello studio assicura che questi risultati non dipendono da strategie SEO o web marketing, ma esclusivamente dall’aver sposato una filosofia total-green & fair, che comprende non solo l’eco-sostenibilità a livello energetico, ma anche il continuo engagement dello staff nelle scelte effettuate e infine la forte sensibilizzazione degli ospiti.

 

Tutti i grandi investono nelle pratiche green

E che la filosofia eco-friendly non sia da sottovalutare lo dimostra il fatto che tutti i grandi player stanno investendo in questo senso.

Una tabella condivisa da Hotelogix [7] durante un webinar mostra proprio le iniziative messe in atto negli ultimi anni da alcune delle maggiori catene alberghiere per abbracciare l’eco-sostenibilità:

Volete un esempio? IHG ha lanciato un programma chiamato IHG Green Engage [8] per ridurre gli sprechi all’interno dei suoi hotel. Entro il 2017 si è posta l’obiettivo di ridurre del 12% l’emissione di anidride carbonica per camera occupata e del 7% l’uso di acqua per camera occupata nei Paesi dove il consumo di acqua è più intenso.

In questi giorni anche Hyatt ha annunciato la sua Strategia di Sostenibilità Ambientale 2020 [9]: una serie di aggressive politiche eco-friendly da mettere in atto entro sei anni. Questo comprende la riduzione dei consumi, la costruzione di strutture a minor impatto ambientale ma anche una serie di iniziative per sensibilizzare e raccogliere fondi al fine di rendere più ecosostenibile ogni struttura e influenzare anche il resto del settore.

Dunque stiamo assistendo a un chiaro movimento del mercato nordamericano (ma non solo) verso la consapevolezza che l’Ospitalità ha il dovere di assumersi responsabilità e ispirare un utilizzo più coscienzioso delle risorse del Pianeta.

Perché l’Ospitalità va dove sono i viaggiatori. E i viaggiatori sempre di più dimostrano apertura e apprezzamento per le politiche ecosostenibili.  

Se anche voi avete un hotel green, raccontateci la vostra storia.