Hotel solidali: come e perché promuovere il brand con la solidarietà

leggi l’articolo completo...Si può promuovere un brand facendo del bene? Assolutamente sì. Negli ultimi tempi c’è stata una vera esplosione di marketing 3.0, ossia di brand che hanno scelto di raccogliere fondi per una buona causa e al contempo valorizzare il loro marchio.

Questa tendenza si sta lentamente avvicinando anche al mondo del turismo, sebbene di hotel solidali per adesso ce ne siano ancora pochi. Un motivo in più per decidere di sposare un fine benefico e fare da pionieri nel mondo degli hotel solidali.

La lezione dei grandi: da TripAdvisor a Google si fa a gara per aiutare i meno fortunati

I colossi del web, turistici e non, non sono indifferenti alle cause umanitarie, come hanno dimostrato negli ultimi anni:

  • TripAdvisor ha lanciato una bella campagna di raccolta fondi per i profughi in fuga dalla guerra e dalla fame. La TripAdvisor Charitable Foundation dona ogni anno il 2% dei guadagni del bilancio precedente ad associazioni benefiche e nel 2015 ha raccolto 250.000 dollari da dividere tra l’International Rescue Committee e l’associazione Mercy Corps per soccorrere i rifugiati in Europa. Inoltre ha invitato tutta la community a fare donazioni, impegnandosi a raddoppiarle tutte. Così è stato raccolto oltre un milione di dollari, devoluto alle associazioni sopracitate.
  • Google ha fatto lo stesso, conducendo una raccolta fondi per i profughi che ha interamente raddoppiato per raccogliere 10 milioni di euro devoluti a Save the Children, UNHCR, MSF e il Comitato Internazionale di Soccorso. In più, pochi sanno che Google offre a tutte le onlus la possibilità di accedere a uno speciale programma di Google Adwords (chiamato Google Grants), per avere 10.000 dollari mensili a disposizione per fare pubblicità
  • Facebook lancia continuamente campagne pro bono: di recente ha raccolto fondi per la lotta all’ebola e per aiutare i terremotati del Nepal.

Sembra insomma che la solidarietà stia entrando a far parte del DNA di molte grandi realtà. D’altronde aziende come Facebook, il cui target è mediamente giovane, hanno capito che per entrare in sintonia con i Millennials c’è bisogno di una mission rispettosa dell’ambiente e dei diritti umani.

 

Turismo: ancora pochi gli hotel solidali

Abbiamo visto che molte catene alberghiere e hotel indipendenti hanno sposato cause ambientaliste e si stanno impegnando a ridurre gli sprechi energetici e le emissioni di CO2 (come l’Hotel Stadthalle di Vienna o i Fairmont Hotels).

Pochissimi invece hanno deciso di sostenere cause solidali.

La Hilton si limita ad offrire la possibilità ai partecipanti del suo fidelity program HHonors di devolvere i punti accumulati in donazioni benefiche.

Ma c’è chi fa di più. Per esempio la Radisson Blu, catena alberghiera inglese, ha unito ogni singola struttura a un progetto solidale (scuole, senzatetto, bambini, fondazioni museali) e mette ogni anno in campo iniziative sempre diverse per la raccolta fondi.

A settembre ha rilanciato la sua “Buy a Breakfast, Give a Breakfast” in collaborazione con la World Charitable Foundation: è stato calcolato che con 50 clienti aderenti per ogni struttura, la Radisson Blu fornirà 3.500 pasti per altrettanti bambini poveri.  Nello stesso mese l’hotel metterà a disposizione della comunità i suoi dipendenti per organizzare eventi e servire colazioni ai bisognosi.

Questo è un bel modo per aiutare i meno fortunati e allo stesso tempo lasciare una buona impressione negli ospiti, come ha ben evidenziato Philip Mahoney, Vice President Food & Drinks del Rezidor Hotel Group: “Tutti sanno che la colazione è il pasto più importante della giornata: di solito è l’ultimo pasto che i clienti condividono con noi, quindi è vitale che lasci un’impressione memorabile, sia del singolo hotel che del nostro brand.”

Un’iniziativa molto creativa è stata lanciata nel 2011 anche dal gruppo Sage: in tutti gli hotel associati, per 15 giorni, 4 clienti venivano scelti casualmente ogni notte e l’ammontare del valore della loro camera veniva devoluto a un progetto solidale. L’iniziativa si chiamava “While you were sleeping” e permetteva ad ogni cliente estratto a sorte di decidere a quale associazione donare il valore della sua camera.

Non crediate che solo le catene possano fare qualcosa: uno dei nostri clienti Simple Booking, l’Hotel Canada di Milano, ha lanciato una splendida iniziativa a sostegno della Oltre foodforbrains Onlus, un’associazione italiana che sostiene il diritto all’istruzione in Tanzania.

Per raccogliere fondi l’Hotel Canada ha creato la Camera Solidale: per ogni prenotazione, l’8% viene devoluto in beneficienza.

Anche le strutture indipendenti dunque possono fare qualcosa di concreto: voi avete mai pensato di diventare un hotel solidale?