Il profilo del nuovo viaggiatore business

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La pandemia ha ridefinito gli equilibri nel mondo del travel, rendendo i confini tra viaggio d’affari e viaggio di piacere sempre più blandi. Vediamo insieme qual è il profilo del nuovo business traveler, basandoci su un recente articolo pubblicato da We:ll magazine.

Il diffondersi dello smart working durante il Covid ha contribuito a ripensare al concetto di viaggio business. Non lo si concepisce più come un mero spostamento per motivi di lavoro, ma si configura sempre di più come un mix tra business e leisure, da qui la nascita del termine “bleisure”.

Riuscire a creare un identikit universale del viaggiatore business del post-Covid non è facile, tuttavia We:ll magazine ha a individuato tre macro-tipologie, analizzandone esigenze e aspettative.

 

Millennial più anziani e generazione X

 

I travelers di età compresa tra i 30 e i 55 anni sono pronti a uscire di nuovo e a riprendere le riunioni in presenza. Infatti, sono anche la categoria di persone che più sentono la mancanza della presenza in ufficio.

Allo stesso tempo, quando si tratta di viaggiare per motivi di lavoro, hanno necessità di avere una linea Wi-Fi ad alta velocità per le loro video conferenze e una tecnologia contactless aggiornata, che possa supportare i nuovi protocolli di salute e sicurezza con un impatto minimo sul tempo e sull’esperienza di viaggio.

Per quanto riguarda la loro permanenza in hotel, si aspettano di trovare sistemazioni pulite e confortevoli con una buona offerta di cibo e bevande, oltre a spazi dedicati al networking e agli incontri con i clienti.

La loro principale preoccupazione riguarda la possibilità di essere contagiati dal Covid durante il viaggio e, di conseguenza, trasmetterlo a familiari e amici al loro rientro. Per questo, l’albergatore interessato a intercettare questo target deve saper trasmettere in modo chiaro i protocolli di pulizia e sicurezza adottati nella propria struttura.

 

Nomadi digitali

 

Una ricerca del 2021 di MBO Partners ha rilevato che 15,5 milioni di lavoratori americani si considerano “Nomadi digitali”. Vogliono sfruttare al massimo la tecnologia esistente per avere la libertà di viaggiare quando lo desiderano, senza però sacrificare la carriera professionale.

Durante i loro spostamenti, vogliono poter fare rete attraverso attività come tour di gruppo e cocktail hours. Hanno poi bisogno di uno spazio adatto al loro lavoro con Wi-Fi funzionante, luce naturale, numerose prese elettriche e USB per collegare tutti i loro dispositivi e anche l’accesso a stampanti e fotocopiatrici.

I nomadi digitali sono forse i più difficili da accontentare perché, se da una parte desiderano socializzare durante il loro viaggio, dall’altra hanno bisogno anche di luoghi tranquilli e isolati dove poter lavorare senza essere disturbati. È quindi necessario fornire loro una proposta che tenga di conto di queste esigenze così distinte.

 

I Workationer

 

Arriviamo infine ai Workationer, l’ultima categoria individuata da We:ll magazine. Sono sempre di più i lavoratori che decidono di unire un viaggio business a una vacanza leisure, magari in compagnia di familiari o amici.

In generale, sentono in bisogno di ricaricare le batterie mentali ed emotive, senza però trascurare il lavoro. Cercano un tipo di viaggio in cui lavorare in smart working durante la settimana e staccare completamente la spina nel weekend, esplorando in lungo e in largo la destinazione in cui soggiornano.

La criticità principale che li riguarda è il fatto che cercano soggiorni lunghi con poco preavviso, anche dall’oggi al domani. Non sono poi disposti a spendere cifre troppo elevate, rendendo quindi difficile a un albergatore trovare una proposta che vada incontro alle loro necessità. La soluzione ideale in questo caso è creare offerte ad hoc dedicate a questa tipologia di viaggiatori.

Fatta questa analisi, siamo curiosi di sapere da voi albergatori come pensate di intercettare i business travelers del futuro. Fatecelo sapere nei commenti!