Incoraggiare la ripresa del turismo grazie ai dati

Incoraggiare la ripresa del turismo con approccio data-driven

Con l’arrivo della bella stagione e il calo dei contagi, un entusiasmo generale sembra aver colto i viaggiatori, che hanno ripreso a prenotare le loro vacanze. Anche se la maggior parte di loro è solita scegliere destinazioni domestiche e più vicine a casa, il trend sembra comunque essere tornato positivo.

Ma è davvero così per tutti? Ci sono persone che ancora non hanno ripreso a spostarsi e sembrano reticenti a tornare alle vecchie abitudini.

Ecco che in questo caso linterpretazione corretta dei dati a disposizione può essere utile a incoraggiare la ripresa.

Gli effetti della pandemia si stanno facendo sentire su molte persone. Il fatto di essere rimasti isolati per un periodo di tempo abbastanza lungo ha creato un senso di insicurezza e nuove abitudini in molti viaggiatori, che si trovano ora a dover uscire dalla zona di comfort creatasi durante il lockdown.

Tuttavia, questo non significa che questi siano clienti “persi” o non acquisibili. I dati relativi al traveler journey possono essere d’aiuto agli albergatori e ai travel manager per dipingere l’esperienza di viaggio in modo accattivante e quindi attirare i potenziali vacanzieri.

 

Nuove esigenze di viaggio originano nuovi dati

 

Prima della pandemia, le esigenze dei viaggiatori erano abbastanza prevedibili, rendendo di conseguenza più facile a hotel e travel manager la scelta delle politiche da adottare.

Il Covid, invece, ha generato diverse necessità eterogenee e ora molti turisti sentono il bisogno di essere rassicurati e tranquillizzati prima dei loro spostamenti.

La sintesi dei feedback dei clienti elaborata da GBT, società americana di gestione di programmi di viaggi d’affari e business meetings,  mostra come per i viaggiatori più incerti sia importante una maggiore proattività da parte dell’hotel o travel manager nel fornire informazioni puntuali rispetto a un viaggio specifico.

Questo significa prediligere dati di tipo qualitativo rispetto a dati di tipo quantitativo. Le risposte a domande semplici come “Dove sei andato?”, “Com’è stato il tuo viaggio?”,  e “Che punteggio daresti a pulizia e sicurezza?” costituiscono un set di dati utile alla profilazione del viaggiatore.

 

Usare i dati per infondere fiducia nei viaggiatori

 

I dati di viaggio relativi alle varie customer journey aiutano a mostrare anche ai business travelers e ai manager quali sono le destinazioni più sicure, a mano a mano torna ad acquisire numeri importanti.

Al momento, l’88% dei viaggiatori si dichiara soddisfatto delle misure Covid applicate. Questa è un’informazione fondamentale per rassicurare i viaggiatori e permettere ai travel manager di confezionare nuove offerte, appositamente cucite sui bisogni dei clienti.

Per l’albergatore sarà quindi importante tenere in considerazione le informazioni sulle esperienze reali dei viaggiatori e creare le condizioni per infondere loro un nuovo livello di fiducia.

Con il progressivo incremento dei viaggi all’estero, sarà importante considerare il livello di sicurezza e comfort che una determinata destinazione può offrire. Solo perché una città ha il coprifuoco non significa che non sia una possibile meta di viaggio. D’altro canto,  se uno stato prevede l’obbligo di indossare le mascherine, ma nessuno al suo interno segue le regole, difficilmente verrà scelto da un vacanziere. In questo caso, può essere utile mostrare una mappa di calore delle destinazioni più gettonate per tranquillizzare i viaggiatori sulla sicurezza del luogo.

In generale, ci possiamo dichiarare fiduciosi sul futuro dei viaggi. Sono molti gli strumenti che un hotel ha a disposizione per capire quali sono le tendenze attuali nel mondo del travel e cosa stanno cercando i vacanzieri. È perciò importante in questo momento avere un approccio data-driven e sfruttare al massimo tutte le informazioni che il mondo online ci fornisce, così da riuscire a convincere anche i viaggiatori più incerti e favorire la massima ripresa del settore turistico.