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La personalizzazione ravviverà l’ospitalità del domani

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A mano a mano che le vaccinazioni procedono, soprattutto negli USA ma un po’ ovunque, cresce il desiderio di rifare le valigie [3].

Un anelito a lungo sopito, che, proprio per questo, esploderà nelle prossime settimane come un uragano.

Non fatevi spaventare: una simile forza è tutt’altro che distruttrice, si preannuncia anzi propizia per le vostre prenotazioni dirette. Dopo un così duraturo blocco dei viaggi, però, le aspettative dei vacanzieri hanno alzato moltissimo l’asticella e voi non potete certo permettervi di deluderle.

Come offrire un’esperienza in hotel davvero degna di nota? La personalizzazione è uno tra i paradigmi chiave per generare l’effetto “wow”, secondo PhocusWire [4].

er stupire piacevolmente i propri ospiti, gli hotel dovrebbero instaurare con loro delle connessioni personali durante l’intero customer journey, fornendo esperienze personalizzate [5] ancor prima della prenotazione. Vediamo come, nel concreto.

 

Tecnologia e automazioni

 

L’anno appena trascorso è stato sicuramente il più nero che ogni albergatore ricordi, in particolare per il crollo rovinoso delle entrate. Eppure, anche se le finanze languono, non è questo il momento ideale per ridurre i propri investimenti in tecnologie capaci di connettere al meglio hotel e ospiti. Anzi, in questa fase di recovery, è ancora più importante, per le strutture, riuscire a comunicare la loro unicità e i valori.

Sicuramente state già utilizzando delle piattaforme collaudate per il customer service, ma considerate che il Covid ha rivoluzionato i comportamenti di acquisto e consumo di moltissime persone. Probabilmente dovrete interfacciarvi con viaggiatori abituati ad esperienze digitali su dispositivi mobile…e il processo di prenotazione di soggiorni e servizi in hotel non può prescindere da tali trend.

Il rischio – altissimo – sarebbe quello di ripresentarsi sul mercato con metodologie e tool obsoleti, non attraenti per il turista post Covid. Vale davvero la pena rischiare?