Last minute, flessibilità, sostenibilità: come cambia il viaggio post pandemia

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L’emergenza sanitaria negli ultimi mesi è stata individuata e gestita un po’ in tutta Europa, nonostante Francia e Spagna si trovino tuttora in grandissima difficoltà per l’aumento vertiginoso dei contagi registrato in queste settimane.

In linea generale, comunque, le persone hanno ricominciato a spostarsi per piacere e per lavoro, seppure con cautela e per soggiorni piuttosto brevi. Il turismo domestico è stata sicuramente la cifra identitaria del travel post Covid, ma in tempi recenti si osservano fenomeni tipici e cambiamenti nelle abitudini del viaggiatore, che meritano di essere analizzati.

Alcuni dei dati più interessanti emergono dai report realizzati da Skyscanner e Booking.com, entrambi colossi del travel attentissimi alle continue evoluzioni del turismo, core business in ginocchio dalla scorsa primavera.

 

Viaggio domestico e di sola andata

 

Il trend del viaggio domestico non sembra arretrare molto: tra marzo ed aprile le ricerche di viaggi nazionali sono aumentate a livello globale e si attestano ora su una traiettoria in costante crescita, secondo Skyscanner. Il dato ha visto un ulteriore incremento (+13%) lo scorso mese, in un contesto di severe restrizioni agli spostamenti tra Stati. Una situazione che ha peraltro gravato prepotentemente sulle entrate dei maggiori hotspot turistici, abbandonati dagli stranieri motori dell’economia locale.

La tendenza è confermata da un’analisi delle prenotazioni di alloggi: Booking.com ha registrato, a partire da aprile fino ad oggi, un’impennata di pernottamenti domestici, giunti alla soglia del 70% del totale di notti prenotate tramite il sito dell’OTA. Una cifra notevole, se considerate che, ante Covid, questo tipo di soggiorni rappresentava il 45% del business di Booking.com.

Oltre a domestici, gli spostamenti delle ultime settimane appaiono spesso di sola andata, trend che ci informa sulle preoccupazioni ancora importanti rispetto a possibili nuovi lockdown nazionali. Il report di Skyscanner non lascia adito a dubbi: se è vero che a marzo il drammatico aumento delle ricerche di viaggi unidirezionali era giustificato dal bisogno spasmodico di tornare nel proprio Paese e/o raggiungere i propri cari prima della chiusura delle frontiere, sei mesi dopo la tendenza sale ancora. Ad agosto le ricerche di voli di sola andata sono aumentate dell’11% rispetto al 2019. Il motivo? Le persone stanno decidendo dove vogliono trovarsi e rimanere stabilmente durante la pandemia, senza necessità quindi di pensare ad un biglietto di ritorno.

 

Priorità e tempi di prenotazione

 

In un clima di diffusa incertezza come l’attuale, i viaggiatori mostrano di prenotare i propri viaggi con finestre decisamente inferiori alla media pre pandemia. Rispetto al 2019, Skyscanner registra una crescita del 12% delle ricerche con booking window inferiori a una settimana. Ma chi si sente più sicuro nel prendere un aereo oggi? Gli europei emergono come i più fiduciosi: secondo il 24% è sicuro spostarsi a livello internazionale, seguono gli abitanti delle due Americhe (21%), mentre gli asiatici si distaccano molto da questa convinzione (10%).

Le finestre di prenotazione si assottigliano di mese in mese anche in tema di alloggi: lo studio di Booking.com rivela che oggi molti più viaggiatori nel mondo sono propensi a prenotare la propria sistemazione entro un mese dalla partenza prevista. Accanto ai last minute, emerge fortemente il bisogno di sicurezze concrete: le tariffe con policy flessibili stanno vivendo un vero momento di gloria. Ad aprile, i dati raccolti dalla OTA a livello globale mostravano che quasi la metà (45%) dei viaggiatori prenoterebbe un viaggio se consentisse la cancellazione gratuita. Un terzo (32%) prenoterebbe se potesse riprogrammare gratuitamente in caso di imprevisti. Leggiamo tra le righe di numeri e percentuali: le persone vogliono sentirsi rassicurate nel processo di prenotazione, consapevoli di possibili picchi dei contagi che potrebbero causare nuovi lockdown o obblighi di quarantena in entrata e uscita dagli Stati.

Altra priorità sempre più rilevante, nella pianificazione di un viaggio, appare il fattore pulizia, in mezzi di trasporto, alloggi e destinazioni. Un elemento già identificato a giugno dal rapporto rilasciato da TripAdvisor, rafforzato oggi da quello di Booking.com. Dall’inizio della pandemia, il portale ha rilevato un robusto aumento nell’utilizzo di termini specifici da parte degli ospiti che fanno ricerche o domande su una struttura: l’uso delle parole “pulito” e “igiene” è aumentato di oltre il 60%.

Una simile necessità di trasparenza sulle condizioni igieniche, prima che sulle piattaforme delle OTA va soddisfatta sul sito ufficiale del vostro hotel, con una pagina ad hoc come ha fatto l’Hotel St. Mauritius di Forte dei Marmi:

 

Sostenibilità, nuova frontiera del travel

 

Un dato interessante inquadrato da Booking.com riguarda la mutata mentalità dei viaggiatori. Se già prima del Covid-19, una buona parte di persone si mostrava attenta all’impatto delle proprie scelte di viaggio sulle destinazioni e sul pianeta in generale, oggi tale consapevolezza sembra rafforzarsi. Complici gli indici più che positivi sulla qualità dell’aria durante i lockdown, tutti ci siamo resi conto, più o meno direttamente, di quanto l’overtourism e il continuo spostarsi ai quattro angoli del globo gravino sulla salute della Terra. Senza contare che, in quest’estate senza stranieri, moltissime persone hanno riscoperto quanto alcune destinazioni possano rivelarsi meravigliose se gustate con lentezza e prive di orde di turisti mordi e fuggi.

Indirettamente legato al turismo sostenibile, Booking.com attesta una netta preferenza per gli spostamenti in macchina, avvallata dalle restrizioni vigenti sui voli negli ultimi mesi, ma forse anche da una sensibilità diversa verso l’ecosistema. I viaggiatori si sono detti più inclini al road trip rispetto al viaggio in aereo da aprile 2020, ma i numeri si sono mantenuti pressoché immutati nei mesi seguenti.