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Le richieste delle associazioni del turismo al Governo

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Dopo quasi due anni di pandemia, il turismo organizzato rischia di perdere 40 mila posti di lavoro. Sei associazioni hanno avanzato alcune richieste al Governo italiano per tutelare il settore e favorirne il rilancio.  

 

Scopriamo quali sono, partendo da un articolo de Il Sole 24 Ore [3]. 

 

Al nocciolo delle questioni

 

Astoi, Fto, Fiavet, Maavi, Aidit e Assoviaggi hanno chiesto al Governo di intervenire con urgenza sulla proroga della Cig –Cassa integrazione guadagni- almeno fino al giugno prossimo.  Senza il rinnovo di questa misura, sono a rischio 40 mila posti di lavoro, su un totale di 86 mila occupati nelle 13 mila imprese del comparto, distribuite fra turismo organizzato, agenzie di viaggio e tour operator.

Il settore, prima dell’arrivo della pandemia, contava un giro di affari di 13,3 miliardi circa. Per porre un argine ai danni causati dal covid-19 -e quindi alla conseguente diminuzione dei ricavi- le associazioni all’unisono hanno chiesto al Governo di prorogare anche la tax credit per gli affitti locali, di rifinanziare il fondo per agenzie di viaggio e i tour operator con almeno 500 milioni e di introdurre la voce Pacchetto Turismo all’interno della legge di Bilancio. 

Le associazioni di categoria hanno chiesto al Governo di adottare anche un provvedimento di ordine finanziario. Quest’ultimo dovrebbe prevedere, per almeno 24 mesi, la creazione di un prestito ponte a tasso zero, per poter permettere a tutte le imprese di rimborsare i voucher prossimi alla scadenza. 

 

Le dichiarazioni dei presidenti



Ciascun presidente dalle associazioni ha commentato le 
richieste avanzate al Governo [4]. 

“Il vero giro d’affari del settore? Nel 2019 abbiamo avuto ricavi per 13,3 miliardi, tutti fatti da aziende italiane. Ora stiamo soccombendo e in 20 mesi di stop sono stati persi 21 miliardi dei 26 che avremmo potuto produrre”. Così Pier Ezhaya, presidente Astoi Confindustria Viaggi. “Siamo al collasso, con urgenza servono ristori coerenti alle perdite e azioni concrete. Il Governo si deve assumere la responsabilità di mettere in sicurezza il turismo organizzato o di lasciarlo morire” ha concluso Ezhaya. 

Ivana Jelinic, presidente Fiavet Confcommercio, ha parlato dell’importanza che hanno per tutto il comparto le agenzie di viaggio. Queste, infatti, “rappresentano un valore per l’intera filiera del turismo e se in un momento di incertezza come questo non si comprende questo valore, si offre ai nostri competitor internazionali un’opportunità per soppiantare un pezzo importante del nostro tessuto produttivo, divorando la nostra offerta. Se lo Stato ignora questa urgenza, si rischia di svendere l’industria più bella che abbiamo a chi potrà permetterselo”. 

Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi, ha dichiarato che “senza un immediato intervento del Governo, si chiude la storia di un intero settore che negli ultimi 50 anni ha sempre contribuito all’economia del nostro Paese senza mai chiedere nulla allo Stato, garantendo posti di lavoro soprattutto a giovani e donne. Ora, dopo quasi due anni di lockdown di fatto, serve urgentemente un sostegno alle imprese e una proroga delle tutele per i lavoratori, o il collasso del comparto sarà inevitabile”. 

Domenico Pellegrino, presidente Aidit Federturismo – Confindustriasi è espresso così: “La scarsissima mobilità internazionale costa all’Italia nel 2020 circa 100 miliardi di euro, per due terzi dati dalla minor spesa turistica in Italia e un terzo per il minor valore turistico aggiunto. Le chiusure del 2021 si prevedono anche peggiori. La pandemia ha portato indietro di oltre 10 anni un settore che è stato integralmente sacrificato sull’altare della salute pubblica ma il cui costo si vuole far assorbire unicamente alle imprese coinvolte, portandole letteralmente sul lastrico”.  

Il presidente della Federazione Turismo Organizzato (Fto) di Confcommercio, Franco Gattinoniè stato perentorio: “Abbiamo ascoltato dal premier Draghi la promessa che le aziende bloccate per decreto sarebbero state rimborsate subito. Non è stato così: in un anno di perdite superiori al 2020 a causa delle restrizioni ai viaggi internazionali, ad oggi abbiamo avuto zero aiuti”.   

Enrica Montanucci, presidente Maavi Conflavoro Pmiha commentato l’importanza non adeguatamente riconosciuta dal Governo al comparto turistico. “Spesso si considera il turismo come un settore che si occupa di un’attività non essenziale, ma si dimentica con facilità che, invece, per 86mila persone si tratta di pane quotidiano, di vita, di famiglie da mantenere, di impegni da onorare. Noi viviamo di quello che il Governo considera come un settore non prioritario, come unica fonte di sostentamento”. 

 

Al di là dei finanziamenti già stanziati [5], continuate a seguirci per scoprire se le richieste fatte dalle associazioni verranno accolte dal Governo italiano.