Meta non potrà più pubblicare annunci personalizzati senza il consenso dell’utente in Europa  

leggi l’articolo completo...L’EDPB, (European Data Protection Board, ossia il Comitato Europeo per la Protezione dei Dati) ha dichiarato che gli utenti dovranno accordare il loro consenso a Facebook, Instagram, Messenger e WhatsApp per far sì che i social network possano erogare pubblicità personalizzata in Europa. 

Cosa succede adesso? Facciamo il punto, riprendendo una risorsa di Noyb

 

L’antefatto

 

Maggio, 2016. In Europa entra in vigore il GDPR (General Data Protection Regulation), il regolamento volto a normare la libera circolazione dei dati personali negli stati membri dell’UE. 

Per bypassare quanto previsto nella normativa, evitando quindi di mettere la decisione di ricevere o meno annunci personalizzati direttamente in mano agli utenti, Meta inserisce una disposizione nei termini di servizio che tutte le persone devono necessariamente accettare per iscriversi ai social di Zuckerberg. 

Presa nota della mossa di Meta, Noyb (un’organizzazione senza scopo di lucro che si batte per il rispetto della privacy digitale dei cittadini europei) nel giorno stesso dell’entrata in vigore del GDPR -il 25 maggio- si rivolge alla competente autorità europea in materia, l’EDPB appunto.  

Circa 4 anni e mezzo dopo l’entrata in vigore del regolamento, il Comitato Europeo per la Protezione dei Dati dichiara il comportamento di Meta Ireland Ltd non conforme al GDPR

 

La tappa intermedia

 

Prima della presa di posizione dell’EPDB di qualche giorno fa, a esprimersi era stata la Commissione irlandese per la protezione dei dati (DPC), chiamata in causa in quanto stato dove risiede la società di Zuckerberg in Europa.   

L’autorità dell’Irlanda aveva dichiarato che l’attività di Meta si svolgeva in conformità con quanto previsto dal GDPR. Per arrivare a questo annuncio, Meta e la DPC avrebbero intrattenuto rapporti non ufficiali, fissando 10 incontri riservati alle due parti. 

Prima della pronuncia dell’EPDB, la Commissione irlandese avrebbe inoltre provato a fare pressioni su alcuni membri per indirizzare la decisione del Comitato Europeo per la Protezione dei Dati a favore della società statunitense.  

Chiamata in causa da Max Schrems, fondatore di Noyb, l’EPDB ha di fatto annullato quanto previsto dalla DPC. 

 

Atto finale (?)

 

L’ultima puntata di questa saga attesta come le modalità di erogazione di pubblicità personalizzata sui dispositivi degli utenti non siano conformi alla legislazione europea.  

Ciascun utente, infatti, deve poter esprimere il proprio consenso a ricevere le inserzioni personalizzate, che per essere realizzate hanno bisogno di attingere ai dati personali delle persone iscritte alle app di Zuckerberg. 

Non basta, quindi, una clausola inserita nel contratto fra social media e utente per garantire il rispetto della privacy in territorio europeo.  

Proprio per questo motivo l’EPDB ha dato indicazione alla DPC irlandese di esporsi, nel giro di un mese, nuovamente sull’argomento, tenendo conto delle indicazioni fornite in merito dallo stesso Comitato Europeo.  

Queste informazioni giungono a noi dalle pagine del Wall Street Journal: la decisione dell’EPDB non è ancora, ufficialmente, di pubblico dominio. Sarà resa nota assieme alla decisione finale della DPC, attesa nel mese di gennaio 2023. 

L’autorità europea chiederà anche una multa consistente a carico di Meta, il cui importo non è ancora noto. Finora, il colosso statunitense ha già pagato multe per più di 1 miliardo di euro per il comportamento non sempre conforme alle previsioni del GDPR.  

 

I prossimi passi

 

Max Schrems ha commentato la notizia appresa dalle pagine del WSJ: “Invece di avere un’opzione sì/no per gli annunci personalizzati, hanno semplicemente spostato la clausola di consenso nei termini e condizioni. Questo non è solo ingiusto ma chiaramente illegale. Non siamo a conoscenza di nessun’altra azienda che abbia cercato di ignorare il GDPR in modo così arrogante.” 

Meta non dovrà dire addio alla pubblicità in Europa, bensì gestire in modo diverso l’erogazione delle campagne pubblicitarie che attingono ai dati personali degli utenti. Le inserzioni che non ne fanno uso non sono infatti interessate dalle indicazioni della EPDB. 

Agli utenti, Meta dovrà concedere anche la possibilità di ripensamento, qualora vogliano smettere di ricevere promo personalizzate dopo aver inizialmente prestato il loro consenso. 

Entro la fine del prossimo mese, Meta e Noyb -le due parti in causa- aspettano di essere notificate dalla DPC irlandese. Qualora la sentenza sia avversa a Meta, quest’ultima potrà presentare ricorso, anche se le probabilità di un esito diverso dopo una presa di posizione così netta da parte dell’EPDB sono davvero ai minimi termini. 

Se tutto dovesse essere confermato, anche gli utenti delle piattaforme di Zuckerberg potranno rivalersi nei suoi confronti, chiedendo un risarcimento per l’utilizzo illegale dei dati dall’entrata in vigore del GDPR fino a oggi. 

A meno di clamorosi colpi di scena, i giochi sembrano già fatti.  

Restate connessi sui nostri canali per non perdere l’attesissima pronuncia della DPC.