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“Ma quale miglior tariffa garantita?” – Gli utenti fanno causa alla Rate Parity

leggi l’articolo completo... [2]Tutti siamo a conoscenza delle regole vigenti da anni nel settore alberghiero sulla Parità Tariffaria. Tutti la consideriamo una pratica comune, ordinaria, praticamente scontata. Ma nelle ultime settimane si sono moltiplicate le azioni legali contro questa clausola.

Prima è stato l’Antitrust inglese ad accusare OTA e Hotel di “Price Fixing”, ovvero di imposizione illegale delle tariffe. Oggi sono gli utenti americani a citare in tribunale gli operatori del settore: la “miglior tariffa disponibile” sarebbe solo uno specchietto per le allodole, perché la parità tariffaria obbliga tutti i rivenditori a mantenere dovunque lo stesso prezzo, rendendo di fatto un’utopia trovare un vero “deal”.

Nelle scorse settimane abbiamo visto che l’OFT (Office of Fair Trading) inglese ha emanato un documento di accusa verso Expedia, Booking.com e IHG [3] per essersi accordati sulle tariffe da mantenere, affermando che questa pratica va contro la legge di Libera Concorrenza.

Su questa scia, qualche giorno fa la bomba è scoppiata anche negli Stati Uniti, dove lo studio legale Hagens Berman ha raccolto una class-action di consumatori contro Expedia, Travelocity, Booking.com, Priceline e le maggiori catene alberghiere del Paese, quali Hilton, Sheraton, Starwood e Marriott.

L’oggetto del contendere è proprio la Parità Tariffaria.

La causa – riporta il comunicato ufficiale [4] della Hagens Berman – depositata il 20 agosto 2012 presso la Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto settentrionale della California per conto di acquirenti di camere di hotel a livello nazionale, sostiene che i rivenditori di hotel online e le catene alberghiere più importanti hanno cospirato per stabilire segretamente e imporre accordi di “Resale Price Maintenance” (RPM) per contrastare la concorrenza sui prezzi delle camere d’albergo, in particolare presso i rivenditori online che solitamente applicano sconti sulle tariffe alberghiere. L’azione legale sostiene che le attività degli imputati violano sia le leggi federali antitrust, così come il Cartwright Act della California.”

La Hagens sostiene che di recente i rivenditori Wholesale, che acquistano blocchi di camere invendute all’ultimo minuto e le ridistribuiscono ad altri intermediari a prezzo scontato, sarebbero stati obbligati dagli hotel – su cui fanno pressione le grosse OTA – a non poter più applicare alcuno sconto con accordi di mantenimento prezzi (RPM).

In pratica, dal momento che, come è risaputo, tramite il modello Wholesale gli hotel riescono solo con grosse difficoltà a mantenere il controllo sulla parità tariffaria, le grandi catene alberghiere americane hanno imposto a tutti i loro intermediari questa clausola, probabilmente su richiesta esplicita delle maggiori OTA che minacciano di intervenire con sanzioni o espulsioni dal portale.

“Ma quale miglior tariffa garantita?” Gli utenti si sentono truffati

Secondo l’accusa, i rivenditori utilizzano la terminologia del “miglior prezzo garantito” per creare l’illusione di un mercato competitivo, mentre altro non sarebbe che “una copertura per l’attività illecita di fissazione dei prezzi.”

È evidente che per l’utente americano la terminologia “Best Price Guaranteed” non è solo una forma promozionale ordinaria e vuota di significato, ma è una reale promessa di migliore offerta in circolazione, una garanzia di ottimo rapporto qualità-prezzo.

Le grandi agenzie di viaggio online, lavorando con le catene alberghiere, hanno creato l’illusione che i consumatori più esperti, cercando online i loro hotel, possano trovare buoni affari, ma la realtà è che in virtù di questi accordi di Rate Parity illegali i consumatori non vedono altro che differenze apparenti e gli stessi prezzi su tutti i siti.

Non sorprende che la Hagens dichiari: “Abbiamo numerose informazioni che indicano l’esistenza di accordi scritti o verbali tra i rivenditori online e società alberghiere circa l’esistenza e l’applicazione di accordi RPM.”

Per esempio, un portavoce per Sabre Holdings, che gestisce Travelocity, conferma di utilizzare normalmente accordi RPM, “così il cliente può avere la certezza che otterrà la migliore tariffa e non c’è bisogno di andare su 18 siti diversi.” – che poi è uno dei motivi per cui esiste la Parità Tariffaria che tutti da anni conosciamo.