Nel 2020 il turismo italiano ha perso quasi 64 miliardi

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Il bilancio del turismo riferito all’anno passato parla chiaro: le perdite complessive per il settore ammontano a circa 64 miliardi di euro. Franco Gattinoni, presidente della Federazione turismo organizzato, lancia un grido di allarme: “Siamo di fronte ad un’ecatombe”.

Un bilancio senza precedenti

 

Secondo quanto riportato dall’ultimo report Istat relativo ai principali aggregati del Conto satellite del turismo –con dati provvisori- ripreso anche da Il Sole 24 Ore, nel 2020 il turismo interno ha perso circa 64 miliardi di euro e 31 miliardi di valore aggiunto. Questi numeri ci riportano ai livelli antecedenti il 2010; anche se le stime sono provvisorie, offrono una fotografia chiara della passata stagione.

La motivazione è da ricercare ovviamente nella pandemia che ha quasi azzerato tanto i flussi in uscita quanto quelli in entrata. A questo proposito, basta pensare che i pernottamenti dei turisti stranieri lungo tutto il 2020 sono diminuiti del 54.6%, facendo registrare –207 milioni di presenze dall’estero.

La spesa turistica degli italiani dentro e fuori la nostra nazione ha subito una perdita di 50 miliardi. Se si allarga ancora la visione di quanto accaduto l’anno scorso, tour operator e agenzie di viaggio hanno contratto i loro guadagni del 55%; il mondo della ristorazione ha registrato –52.7% di incassi rispetto all’anno precedente.

Il comparto che è riuscito più a difendersi è quello dell’ospitalità, che ha registrato –18%. Nonostante i dati estremamente negativi riportati dal settore alberghiero, a dar man forte a tutto il settore sono state le seconde case degli italiani, molto frequentate nel corso del 2020.

Secondo quanto riporta la presidente di Confindustria Alberghi, Maria Carmela Colaiacovo, “i dati diffusi da Istat riportano alla luce la drammaticità della crisi che il settore ha vissuto in questi mesi, confermando le analisi che avevamo condotto e la debolezza degli interventi di sostegno rispetto ad un quadro così difficile.”

 

Come sta andando il 2021?

 

Secondo Confindustria Alberghi anche i primi 6 mesi del 2021 sono stati molto complicati. Le buone notizie sono cominciate ad arrivare a luglio e ad agosto, grazie anche alla campagna vaccinale.

Il bilancio migliore finora registrato riguarda le località di mare, che hanno raggiunto il 70% dell’occupazione. Torna a crescere anche la montagna, particolarmente in sofferenza durante l’inverno passato a causa della chiusura degli impianti sciistici.

Sempre rispetto al 2020, l’occupazione è tornata a crescere anche nelle aree interne (+60%). Anche nelle città d’arte si registrano i primi segnali di recupero, anche se ancora lontani dai livelli pre-pandemia: Roma +40%, Firenze +50% e Venezia +55%. I tassi di prenotazione registrati quest’anno si devono principalmente ad un parziale ritorno del turismo americano, specialmente a settembre.

A commento di questi numeri, ancora la presidente di Confindustria ha dichiarato che “quanto registrato quest’estate è una ventata di ottimismo che ci lascia ben sperare. Certamente i risultati ottenuti e quello che prevediamo per i prossimi mesi non potranno cancellare 14 mesi di fermo pressoché totale di tutte le attività.”

 

Le ultime manovre del Governo –estensione del Green Pass compresa– dovrebbero tutelare tutto il settore nel prossimo periodo. Restate connessi sui nostri canali per seguire tutti gli sviluppi.