Ospitalità e influencer marketing, a che punto siamo?

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L’ultimo rapporto della società di strategia e comunicazione digitale DeRev parla chiaro: il mercato degli influencer sta bene e continua, anno dopo anno, a crescere.

Dopo essere stati a lungo promessi sposi, fra i settori in cui si realizza oggi un matrimonio da sogno fra brand e influencer c’è sicuramente quello alberghiero. Nonostante ciò, ci sono ancora molte opportunità per chi vuole attivare questo genere di campagne pubblicitarie.

Numeri alla mano, cerchiamo di capire insieme come, quanto e perché scegliere di investire in questo genere di collaborazioni.

 

Come stanno influencer e content creator?

 

Il report di DeRev –fra i punti di riferimento del settore- ripreso da Wired, racconta di un mercato sano e vigoroso. Per apprezzarlo, basta indagare la remunerazione richiesta per la condivisione di un post. Se, nel 2021, un contenuto poteva costare massimo 60 mila euro, nel 2022 può arrivare fino a 80 mila euro. DeRev stima una crescita complessiva del mercato del 20%.

In Italia, ad oggi, ci sarebbero circa 350mila persone da considerarsi content creator di professione. Il ventaglio dei creatori di contenuti è molto ampio. Si va dai cosiddetti “nano influencer” alle celebrities, vere e proprie star del web capaci di dialogare con migliaia (quando non miliardi) di persone. Ed è proprio questa una delle motivazioni principali per cui gli albergatori che ancora non lo hanno fatto, dovrebbero sperimentare questa forma di pubblicità.

 

Investire sì, ma con accortezza

 

Se è vero che altri settori stanno investendo sempre di più nell’influencer marketing, quello dei viaggi è ancora uno dei segmenti di maggior successo.

Sono molte infatti le motivazioni che spingono gli albergatori ad attivare questo genere di collaborazioni, a partire dai numeri.

È infatti sempre più difficile ignorare le potenzialità di dialogo, visibilità e interazione che alcuni profili –al di là dal social network specifico- instaurano con i propri followers.

Così, l’influencer marketing potrebbe essere una strada ideale da percorrere per sviluppare lo storytelling e raccontare il proprio albergo a coloro che non lo conoscono. Pensate a dei contenuti ben realizzati che esaltino le peculiarità del vostro hotel; immaginate se a veicolarli fosse un professionista che, calandosi nella vostra realtà, si fa interprete dei vostri punti di forza e li condivide con i suoi fan. Potrebbe essere un buon inizio per espandere la conoscenza del vostro hotel.

Nondimeno, i creator possono dare un ottimo contributo anche in fase di vendita delle camere, in particolar modo se l’interazione fra utenti e influencer è solida e attiva. Pensate ad un’offerta speciale o ad un coupon da far inserire in sede di prenotazione sul vostro booking engine, da far divulgare da un influencer: la cassa di risonanza sarebbe molto ampia e la scontistica, dal canto suo, potrebbe darvi man forte nell’accorciare il costumer journey dell’utente.

Ricordatevi sempre di valutare tre aspetti prima di attivare una collaborazione: la bontà dei numeri del diretto interessato, il target di riferimento e il canale su cui erogare la pubblicità. Se i numeri non sono credibili e/o i follower non sono in target con il mondo del travel, con buona probabilità non avrete nessun giovamento dall’investimento. Ugualmente, se il canale su cui promuovervi non è fra quelli previsti dal vostro piano marketing –o, qualora lo sia, non lo state presidiando a dovere- le vostre aspettative potrebbero ben presto essere disattese.

Ma attenzione a non confondere l’attendibilità dei numeri con le grandi e numerose community. Numeri plausibili non fanno necessariamente rima con migliaia e migliaia di followers, bensì con utenti che amano interagire e lasciarsi ispirare dai post condivisi dai propri beniamini del web.

A proposito di credibilità, in un’ottica di interazione potete tranquillamente pensare di affidare la sponsorizzazione del vostro albergo ai nano influencer. Quest’ultimi sono utenti seguiti da un minimo di 1000 a un massimo di 10.000 fan, in grado di rispondere con interesse e partecipazione ai post condivisi.

Se, invece, l’influencer marketing vi garantisce un ottimo ritorno sull’investimento e per voi è ormai pane quotidiano, potreste cominciare seriamente a pensare di orientarvi, magari in un futuro non troppo lontano, verso i virtual influencer. Nel metaverso, quest’ultimi hanno infatti già cominciato a comunicare con la propria audience attraverso il proprio avatar. Che il futuro dell’influencer marketing sia già qui?

 

Quanto costa attivare una partnership?

 

A ben guardare, c’è un quarto elemento da valutare, probabilmente il più vincolante. Si tratta della remunerazione dell’addetto ai lavori che vorreste ingaggiare. Vi piacciono i suoi post, la fan base è reattiva, i contenuti che crea e condivide sono in linea con il vostro impianto di comunicazione generale. Tutto bello, ma qual è il costo dell’operazione? Due sono le variabili che influiscono maggiormente sul prezzo: il social network e la popolarità del creatore di contenuti.

Listino di DeRev alla mano, cambiando social network cambiano i creator e di conseguenza anche i costi connessi all’attività. Su Facebook, un professionista guadagna circa il 35% in meno rispetto al 2021. Prendendo come termine di paragone gli influencer più popolari, una condivisione di un loro post poteva essere quotata fino a 15.000 euro l’anno scorso; quest’anno, al massimo 5 mila euro. Un calo da attribuire, in prima istanza, alla natura della piattaforma stessa: rispetto ad altri competitor, Facebook ha ancora della strada da fare per rendersi appetibile a questa categoria di lavoratori.

Di trend opposto sono Instagram e TikTok, dove i compensi sono cresciuti rispettivamente del 33% e del 22%. Nei due social, una celebrity chiede da un minimo di 6.500 euro a un massimo di 75 mila euro.

Non fatevi scoraggiare da queste cifre altisonanti: fanno tutte quante riferimento ad account seguiti da molte migliaia, quado non milioni di persone. Se farete un buon lavoro di scouting, saprete individuare il profilo che fa al caso vostro anche fra coloro che annoverano decisamente meno seguaci. I buoni risultati assicurati dai già citati nano influencer rendono queste persone produttive per questo genere di collaborazioni.

Insomma, ci sono tanti validi motivi per contattare un influencer e condividere una strategia di marketing. Se avete già avuto esperienze in merito, raccontatecele nei commenti.