Robot, stanze parlanti e senza chiavi: l’hotel del futuro è già qui

C’è chi fa progetti per il futuro e chi il futuro lo sta già vivendo. Se una volta il massimo della tecnologia in hotel era offrire il Wi-Fi gratis, adesso c’è ben altro.

Robot, stanze parlanti, porte che si aprono senza chiavi: tutto è digitale, personalizzabile, domotizzato. Dalla Starwood alla Hilton, gli hotel fanno a gara per inventarsi nuovi modi di stupire gli ospiti con la tecnologia avanzata.

Stanze a prova di pigri

Presto gli ospiti non avranno più bisogno né di alzare la cornetta del telefono, né di alzarsi dal letto: per qualsiasi cosa, ci penserà la stanza, al solo comando della voce.

Gli Aloft Hotels della Starwood stanno testando il loro Jatson Project, una camera connessa a Siri, l’assistente virtuale della Apple. Gli ospiti potranno chiedere alla stanza di alzare o abbassare la temperatura, di spegnere e accendere la luce, di mettere su un po’ di musica. A chi non è capitato di infilarsi sotto le coperte e doversi rialzare subito – con somma fatica – perché la luce del bagno è rimasta accesa? In una camera dell’Aloft Hotel basterà esclamare: “Siri, spegni la luce del bagno”.

Non solo: l’ospite può chiedere consigli su dove mangiare e cosa fare nelle vicinanze. E presto dal telefono potrà gestire l’intera camera, persino prima di entrarci dentro: “Metti di avere avuto un lungo viaggio insonne. Potrai insegnare alla tua stanza ad abbassare la luce alle 10 di sera e suonare della musica rilassante e persino far partire un episodio del tuo telefilm preferito alla TV. Alla mattina, con un diverso comando, le luci saranno accese gradualmente alle sei e gli uccellini cominceranno a cantare.”

Eric Marlo, il brand manager della catena, ha già annunciato il lancio di un Project Jetson 3.0, con il quale l’ospite potrà salvare sull’applicazione dell’hotel le sue preferenze di soggiorno a seconda del viaggio in programma: di lavoro, con la famiglia, con gli amici. Presto le stanze dell’albergo potrebbero incorporare sensori sul pavimento per regolare la luce in base a dove ci si trova, mentre gli specchi avranno dei touch screen incorporati per vedere le mail, consultare il meteo e mettere il timer per non rischiare di far tardi a un appuntamento.

 

Piccoli robot crescono

Se il robot ancora non è all’altezza del compito di concierge, intanto ci sono diversi hotel che stanno testando robottini per fare consegne in camera. Gli stessi hotel Aloft hanno già rilasciato la prima versione di Butlr, un assistente che gira per i corridoi dell’hotel nella Sylicon Valley e ha il compito di consegnare asciugamani extra e snack a chi li ha richiesti.

Ma ci sono anche Dash, il robot dell’InterContinental; Mario, il robottino di Marriott già in uso a Ghent, in Belgio; Connie, il robot della Hilton che è capace di dare consigli e suggerimenti. Quindi niente paura: i concierge non saranno sostituiti, ma avranno solo dei nuovi assistenti molto veloci ed efficienti.

 

La chiave della camera: roba da cavernicoli

Nel 2014 la Starwood lanciò il programma SPG Keyless: scarichi un’applicazione dell’hotel, il giorno del check-in ti viene inviato il numero di camera, entri e puoi andare direttamente in stanza senza passare nemmeno dalla hall, che tanto la porta si apre col telefono.

Da allora il sistema ne ha fatta di strada, e ora viene adottato da centinaia di hotel in tutto il mondo, non solo Starwood, ma anche Hilton, Marriott e IHG.

Per accedere a questo tipo di servizio, di solito è necessario far parte del programma fedeltà e richiedere un codice personale da utilizzare su mobile. Hilton sostiene che oggi 3 su 4 membri ne hanno fatto richiesta e che l’adozione dell’accesso alla camera senza chiave ha migliorato la brand reputation delle strutture. I clienti leisure che hanno usato la digital key infatti hanno dato una opinione dell’hotel di 5 punti più alta rispetto a chi ha usufruito del check-in classico.

Certo la tecnologia keyless non va bene per tutti: magari sì per il manager indaffarato ma non per la famiglia con i figli piccoli, che ha bisogno di informazioni. Detto ciò, molte catene statunitensi si stanno attrezzando per fornire il servizio a tutti quelli che lo richiedono.

 

Presto sarà tutto nel tuo telefono

Ma aprire la camera dell’hotel non sarà l’unica funzione accessibile dal telefono.

Brian Shedd, VP of sales and marketing dell’azienda OpenKey, in una recente intervista ha dichiarato: “Gli ospiti vogliono dirigere da soli le proprie esperienze. Vogliono essere capaci di sfruttare la tecnologia per evitare di fare la fila o interagire con le persone. La tecnologia evolverà a tal punto che il tuo smartphone diventerà la tua porta esperienziale a qualsiasi cosa, come cambiare canale TV, la temperatura, prenotare un ristorante. Qualsiasi cosa ti venga in mente.”

 

Insomma, sembra che per chi lavora dietro al bancone di un hotel si profili un futuro più tranquillo e senza stress e per i clienti un soggiorno più comodo e facile. Eppure qualcosa mi dice che senza contatti umani, un hotel non sarebbe più un hotel. L’ospitalità la fanno le persone, non le nuove tecnologie.