Smart working e staycation: come si reinventano gli hotel

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La vita di albergatori e ristoratori è tutt’altro che semplice, da alcuni mesi a questa parte.

Gli ultimi decreti governativi, varati per contrastare l’epidemia, hanno molto complicato un quadro già fortemente compromesso – per usare un eufemismo.

Eppure, proprio nei momenti di crisi si aprono le strade per il rinnovamento, vie di fuga dal crollo economico, certo, ma anche possibili direttrici per una duratura diversificazione di business. Nelle aree esenti da lockdown (in Italia quindi nelle regioni “arancioni” e “gialle”) i player più intraprendenti dell’hospitality  stanno reagendo alle restrizioni Covid e ripopolano, almeno in minima parte, le strutture troppo a lungo deserte.

 

Smart working a 5 stelle

 

La primavera 2020, in Italia come nel mondo, è stata la stagione dello smart working – o della sua forma più rigida, il remote working – modalità pressoché obbligata in molti settori per contrastare il picco epidemico. Dopo un lieve allentamento delle restrizioni in estate, complici le alte temperature e la minor resistenza del virus, ci troviamo oggi a fronteggiare una “seconda ondata”, con l’imposizione di nuovi divieti. Lo smart working prende ancora piede in modo massiccio, tanto che hotel e agriturismi provano a trarne entrate, per quanto spesso irrisorie rispetto alle medie stagionali.

Ma, entrando nel dettaglio, cosa deve offrire una struttura per attrarre i tanti smart worker attivi in Italia? Sicuramente l’ambiente hotel racchiude in sé una serie di peculiarità ideali per lavorare, oltre che per rilassarsi tra un task e un meeting in video conferenza. Inoltre, il silenzio e la privacy assicurati dalla penuria turistica contribuiscono alla maggiore produttività, lontano dalle preoccupazioni di pasti da preparare, figli o mansioni domestiche. Insomma, la camera e la hall di una struttura ricettiva spesso aiutano a focalizzarsi sulla routine lavorativa, senza elementi di disturbo o distrazione. Un trend confermato da una recente indagine di Airbnb, che ha sottolineato come, nell’autunno 2020, una percentuale importante degli utenti intervistati sceglierà l’holiday working, ovvero lo spostamento in una casa vacanza o in una destinazione diversa dalla propria per combinare lavoro e riposo.

Agli albergatori dell’era Covid si pone dunque una nuova sfida: intercettare i lavoratori stanchi dell’home working e prospettare loro un ambiente ottimale per la quotidiana attività d’ufficio. La strategia vincente combina un ripensamento degli spazi abitualmente dedicati ai viaggiatori leisure con l’offerta, on demand, dei servizi accessori come l’utilizzo di sale riunioni, Spa, piscina, palestra e ristorante. In questo modo, la soluzione albergo diviene accessibile a livello di tariffe, almeno nel pacchetto base, sicura e confortevole. Un’alternativa interessante per gli smart worker con capacità di spesa media, non credete?

Oltre all’utilizzo della camera in day use, a mo’ di ufficio, alcuni hotel propongono pacchetti di mezza o di intera giornata (4 o 8 ore, come la giornata lavorativa classica), con servizi business inclusi o a tariffe vantaggiose. Ne è un esempio l’Hotel Baglioni a Firenze:

 

In vacanza nella propria città: la Staycation

 

Accanto allo smart working, il 2020 è stato l’anno dell’addio all’overtourism e dello spopolamento degli hotspot più affollati d’Europa. L’estate trascorsa e l’autunno in corso si inscrivono nel trend quasi obbligato del turismo di prossimità. Le città vengono riconsegnate ai cittadini, liberi di godere di angoli inaspettati e dei monumenti più belli senza il trambusto dei vacanzieri mordi-e-fuggi.

E proprio ai locali si rivolgono le strutture che stanno adottando le Staycation, cioè l’offerta di soggiorni nei propri luoghi di residenza. Si tratta di stuzzicanti occasioni per concedersi qualche giorno in un lussuoso hotel – scelta per alcuni proibitiva in tipico viaggio fuori regione – a tariffe concorrenziali. Ci si sente turisti nella propria città, approfittando della vacanza per comportarsi come visitatori: si possono esplorare i diversi quartieri e le zone di interesse, prenotare attività da locals che non si ha mai avuto modo di fare prima, visitare mostre e musei (una volta riaperti causa Covid). A tutto ciò, si possono accompagnare esperienze enogastronomiche di pregio, grazie agli hotel con ristorante che offrono interessanti pacchetti con cena inclusa a cifre ragionevoli.

Le staycation propongono una serie di offerte studiate appositamente, che uniscono il pernottamento all’utilizzo di servizi alberghieri come, appunto, il ristorante, lo smart working, la Spa o la palestra. Chiaramente, per attirare un target così diverso dal turismo internazionale o nazionale, le politiche di pricing andranno riviste al ribasso, con cali a volte rilevanti delle entrate. Dall’altra parte, un albergo fantasma ha ragione di rimanere aperto? Se chiude, dovrà mandare a casa il proprio staff, per un tempo più o meno lungo. Molti hotel di lusso a Roma devono aver fatto simili riflessioni, decidendo di aprirsi ai residenti prima di mettere in standby il proprio business. Alcuni grandi gruppi, tra cui Marriott International e Hilton, stanno seguendo la stessa direzione per le proprie strutture in Italia, con pacchetti vantaggiosi per staycation a Firenze, Roma e Milano.

In conclusione, ci interessa però sottolineare che non esiste una formula magica universalmente valida per gestire una simile crisi di settore. Ogni albergatore dovrà fare i propri conti, economici e personali, riflettere sulla situazione nella propria città e decidere se reinventarsi o chiudere per le proprie camere in attesa di tempi migliori.