Stagione invernale, cosa aspettarsi dal turismo

Cosa aspettarsi dal turismo nell'imminente stagione invernale

La stagione invernale si avvicina portando con sé il tanto temuto aumento dei contagi. Molti Paesi europei hanno ricominciato a parlare di chiusure e lo stesso Ministro Speranza ha incoraggiato gli Italiani a rimanere in Italia nella sua intervista al Corriere la scorsa settimana
Facciamo il punto su cosa aspettarci dal turismo nei prossimi mesi.

Dopo un’estate dai grandi numeri, gli operatori del settore turistico speravano in un proseguimento della crescita nella stagione invernale. Le condizioni, inizialmente, si erano mostrate favorevoli: Stati Uniti e Australia avevano annunciato una riapertura dei loro confini ai viaggiatori vaccinati e gli impianti sciistici, mete turistiche tipicamente invernali, avevano iniziato ad attrezzarsi per riaprire in totale sicurezza.

Tuttavia, un significativo aumento dei contagi ha recentemente portato alcuni Paesi europei a rivalutare la situazione e a tornare a parlare di chiusure. Come riporta TTG, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) è il primo a considerare la situazione in dieci Paesi ‘molto preoccupante’ e ‘preoccupante’ in altrettanti.

 

Il quadro generale europeo

 

Attualmente i Paesi più a rischio sono Belgio, Polonia, Paesi Bassi, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Grecia, Ungheria e Slovenia.

In Austria invece la situazione è ben peggiore. A causa dell’enorme incremento del tasso di incidenza settimanale (si parla di quasi 850 ogni 100mila persone), è partito un vero e proprio lockdown per i non vaccinati della durata minima di 10 giorni, con controlli a campione su tutta la popolazione.

D’altra parte anche Olanda e Germania si stanno muovendo per implementare nuove restrizioni. Il premier Rutte ha annunciato il coprifuoco in Olanda per tre settimane, con chiusura di bar e ristoranti alle 20 e dei negozi di beni non essenziali alle 18. La Germania, che sta subendo una recrudescenza dell’epidemia soprattutto a causa del basso tasso di vaccinati, sta valutando una legge per aumentare lo smart-working, ma non è escluso che vengano prese in considerazioni ulteriori misure restrittive sul modello della vicina Austria.

 

E in Italia?

 

Anche tra le regioni italiane c’è chi vorrebbe seguire l’esempio dei paesi europei e attuare delle chiusure mirate. Liguria, Alto Adige e Friuli si sono dichiarate propense ad adottare “il modello austriaco” per i non vaccinati e anche Emilia-Romagna e Lombardia, seppur con qualche perplessità, sarebbero d’accordo a implementare restrizioni, qualora ci trovassimo in una situazione senza altre vie d’uscita.

D’altro canto il Premier Draghi frena i governatori, facendo sapere che al momento il Governo non sta valutando alcuna stretta per i non vaccinati e che i dati dei contagi in Italia non sono minimamente paragonabili a quelli austriaci.

In generale, la situazione non sembra prospettarsi facile per il comparto turistico, soprattutto in vista delle festività natalizie, momento solitamente molto prospero per i viaggi. Lo stesso Ministro Speranza, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera la scorsa settimana, si è mostrato cauto rispetto ai viaggi all’estero, affermando di preferire “le vacanze in Italia”. In questo modo, però, ha scatenato le furie degli operatori del settore che, dopo un anno e mezzo di stop, speravano di trovarsi ora di fronte a una ripartenza.

Non ci sono certezze su cosa potersi aspettare dalla stagione invernale. Al momento, è possibile viaggiare liberamente all’interno del territorio italiano se si è in possesso del Green Pass. Questo sicuramente favorisce le strutture ricettive italiane, ma non aiuta agenzie di viaggio e tour operator che contavano sulla ripresa dei viaggi all’estero. La speranza è che, contagi permettendo, in prossimità delle feste vengano attivati dei corridoi turistici tra i vari Paesi, almeno per i viaggiatori vaccinati.