Turismo italiano ancora nel segno della ripresa. Ottime notizie dal Ponte di Ognissanti 

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Nuovi dati firmati Istat (e non solo) certificano un settore in ripresa. La filiera del turismo si prepara a chiudere l’anno con un netto cambio di passo rispetto all’ultimo biennio. A che punto siamo? 

 

Numeri rassicuranti

È un’indagine dal tono rasserenante quella firmata dalla direzione centrale per le statistiche ambientali e territoriali Istat, riferita ai primi nove mesi del 2022. In questo lasso di tempo, rispetto allo stesso periodo del 2021, le presenze complessive hanno registrato un +74.7%. Nel dettaglio, le presenze nelle attività alberghiere hanno registrato un +89.9%, mentre nel circuito extra-alberghiero un +54.6%. 

Un quadro che soddisfa anche la neo ministra del turismo Daniela Santanché, che ha parlato di un segnale di speranza per “un settore che resiste, nonostante la crisi energetica.” Quest’ultima rimane infatti la preoccupazione più grande per tutti gli operatori dell’ospitalità per il prossimo periodo. 

 

Ponte di Ognissanti

 

Anche il week end lungo di Ognissanti ha dato vigore al comparto del turismo, come si evince in un articolo di SkyTG24. Più organizzazioni hanno fotografato gli spostamenti dei turisti da venerdì 28 ottobre a martedì 1° novembre compresi e le conclusioni sono sempre liete.  

Secondo il Centro Studi Turistici di Firenze, le strutture ricettive italiane hanno registrato cinque milioni di pernottamenti, 1.2 milioni in più dello scorso anno. Nel rapporto elaborato per Assoturismo Confesercenti, il Centro Studi segnala come il livello di occupazione delle strutture sia tornato agli standard pre-pandemia

Anche Federalberghi ha detto la sua sul ponte da poco trascorso. Secondo la nota associazione, sono stati 11 milioni e 800 mila gli italiani in viaggio (circa il 20% della popolazione), per un business complessivo da circa 3.45 miliardi di euro. 

Secondo Federturismo, l’85% dei viaggiatori ha deciso di rimanere in Italia, trascorrendo in media due notti fuori casa in strutture o come ospiti di amici e parenti.  

In questi giorni di vacanza, le attività ricettive delle città d’arte hanno registrato numeri molto positivi. Confindustria alberghi indica un tasso di occupazione del 70% nelle principali città culturali, rilevando un +1% rispetto al 2019. A trainare l’occupazione ci sono Roma, occupata all’84%, e Firenze, con il 75% di prenotazioni.  

CNA Turismo e Commercio ha fatto invece il punto sugli arrivi degli stranieri: 1.8 milioni, perlopiù diretti nelle città d’arte, borghi e località termali. Secondo CNA, i turisti stranieri amano viaggiare verso queste destinazioni in autunno perché permettono loro di arricchire il viaggio con prodotti di stagione e esperienze significative legate all’agricoltura e all’artigianato. La spesa stimata per i viaggiatori esteri si attesta intorno ai tre miliardi di euro. 

Gli italiani che hanno compiuto il tragitto inverso viaggiando verso l’estero hanno preferito maggiormente le grandi città europee, in primis Parigi e Barcellona. A queste destinazioni hanno fatto seguito città come Malta e le Isole Canarie, scelte da chi ha deciso di godersi ancora un po’ di mare. 

Finora la ripresa del settore c’è stata, con numeri talvolta superiori anche a quelli del 2019. Proseguirà sulla stessa linea per tutto l’autunno e l’inverno? Continuate a seguirci per restare aggiornati.