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BTO 2014 Live – MegaMetaSearch a confronto

leggi l’articolo completo... [2]Philip Wolf intervista i principali protagonisti del nuovo panorama distributivo dell’hotellerie: TripAdvisor, Trivago, Kayak e Skyscanner.

Un panel complesso quello a cui ci siamo trovati di fronte, difficile da sintetizzare ma che soprattutto, più che chiarire le cose, ha sollevato numerose domande.

Qual è la più grande sfida per voi ogni giorno? Chiede Wolf.

Andare veloce e adattarsi velocemente, spiega Kayak, per non rimanere indietro.
Per TripAdvisor è difficile trasferire ai partner esterni le proprie idee su cosa funzioni o meno.
Anche gestire un team con persone di 30 o 40 nazionalità non è semplice, spiega Skyscanner.

Una domanda spinosa: I confini che dividono OTA e metasearch si stanno confondendo, vero o no?

Gli speaker, visibilmente in imbarazzo, non hanno di fatto saputo rispondere. Per qualcuno è vero, per altri no.
E’ invece chiaro che per la gente i confini sono già confusi, questo è un dato di fatto: lo ha detto anche la platea di BTO. Che sia giusto o meno, lo potremo dire sono nel futuro.
Anche quale sia la percezione degli utenti in merito non sappiamo, ma una cosa è certa: questo va contro la millantata “trasparenza” dei metasearch.

Emerge molte volte il termine “transparency” durante il panel, quasi come un mantra: una delle mission, spiega Trivago, è quella di semplificare il processo di prenotazione, ridurre l’attrito al momento dell’acquisto. Quello che si è cercato di fare è stato semplificare e dare maggiore “trasparenza” agli utenti, ad esempio mostrando prezzi comprensivi fin da subito di tutti i costi e le fee aggiuntive.

Ma, come suggerisce Wolf, al contrario i rivenditori potrebbero non volere tutta questa trasparenza. Come conciliare queste esigenze? Non è facile, risponde Skyscanner, ma il mercato è fatto dai consumatori e se per loro è meglio una maggior trasparenza, i rivenditori dovranno adattarsi alle loro esigenze.

Voi cosa ne pensate? Quanto riusciranno a distinguersi dalle OTA i metasearch? E quanto – advertiser permettendo – riusciranno a mantenere viva la loro politica di trasparenza?