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Campagne Google sempre più mirate – Il nuovo pubblico personalizzato

leggi l’articolo completo... [2]I professionisti del marketing sono consapevoli di quanto sia importante intercettare un pubblico qualificato a cui inviare gli annunci, al fine di ottimizzare le revenue e l’incidenza costi degli investimenti.

Proprio in quest’ottica, il 14 Settembre Google ha reso noto il rilascio di una nuova funzionalità che promette di individuare un’ audience sempre più definita per raggiungere il cliente tipo ideale. Vediamo insieme di cosa si tratta.

 

Custom Audiences

 

Fino a pochi giorni fa erano a disposizione le tipologie “Affinity”, utile a targettizzare chi manifesta determinate passioni, abitudini e interessi, e “Custom Intent” usato per intercettare recenti intenti di acquisto di un prodotto o di un servizio.

Nel settore del travel ad esempio si possono identificare appassionati di viaggi, che stanno cercando attivamente di prenotare un soggiorno in una città specifica. Opzione efficace per le strutture alberghiere che volessero aumentare la propria visibilità, facendolo però in modo mirato.

E adesso? Quali sono i cambiamenti? Il gigante riconosce il grande impegno necessario per caratterizzare le buyer personas [3] e rilascia una funzionalità che combina le audience “Affinity” e “Custom Intent” in una unica, semplificata e più efficace, chiamata “Custom Audiences”. Questa è attualmente disponibile per le campagne Google Ads di tipo Display, Discovery, visualizzabili anche su Gmail e YouTube.

 

I vantaggi

 

Attraverso questa nuova feature è possibile raffinare ulteriormente la ricerca, combinando le audience legate a passioni o intenti con utenti che hanno visitato alcuni siti web (come ad es. Booking.com e/o Expedia.com), o con utilizzatori di app tipo quella di Ryanair o addirittura con persone che hanno visitato luoghi ben definiti, come agenzie di viaggio o aeroporti. Che dire…una vera potenza di fuoco!

Non solo. Non sarà più necessario scegliere in modo esclusivo tra passione e intenti. Questo sarà effettuato automaticamente in base agli obiettivi e alle keyword della campagna pubblicitaria. I nuovi pubblici personalizzati interpreteranno infatti l’utilizzo delle parole chiave e sceglieranno se configurarsi come interessi o intenzioni di acquisto in base ad alcune impostazioni, come l’obiettivo di marketing (es. copertura, considerazione o rendimento) o a seconda della strategia di offerta della campagna ( ad es. costo per click o costo per acquisizione).

 

Non è tutto oro quello che luccica

 

Ovviamente l’automatizzazione e la combinazione di funzionalità smart porta a degli indubbi benefit, ma occorre sempre stare attenti all’altro lato della medaglia. Lasciare determinate scelte a Google, significa anche delegarne alcune ottimizzazioni, il che fa sempre pensare ad un possibile conflitto di interessi.

Non dimentichiamo infatti la recente scelta di Google [4] di mostrare nei suoi report solo le parole chiave ricercate da un numero significativo di utenti. Si stima che, dopo questa modifica, circa il 20% dei termini usati nel suo motore, non verranno mostrate agli inserzionisti. Cosa implica tutto ciò? Non sarà possibile, per quella porzione di keyword, verificare ed eliminare query non pertinenti e quindi i relativi costi associati. Questo potrebbe, in alcuni casi, comportare un aumento della spesa per gli annunci. L’ iniziativa del colosso delle ricerche online è stata dichiarata come necessaria per ragioni di privacy…ma tutto ciò risulta davvero poco convincente, visto il suo tornaconto.