Come sopravvivere alla fine dei cookie di tracciamento

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Google ha dichiarato che, entro il 2022, eliminerà i cookie, grazie ai quali è possibile tracciare il comportamento di navigazione dei consumatori in rete. La decisione presa dal colosso statunitense può creare un vero e proprio ostacolo per gli esperti di marketing alberghiero (e non solo), i quali potranno avere delle difficoltà a personalizzare gli annunci ed i servizi per gli utenti sui siti internet.

Scopriamo insieme quali strategie adottare per continuare ad assicurare un lavoro di marketing di qualità.

 

La decisione, le reazioni

 

Non tutta l’industria pubblicitaria è rimasta disorientata dalla decisione presa da Google. Safari di Apple e Firefox di Mozilla hanno messo in pausa le collaborazioni con le aziende che si occupano di tracciare il comportamento del consumatore online con i cookie, a causa delle proteste sollevate da alcune organizzazioni che si occupano della tutela e del rispetto della privacy degli utenti. Inoltre, c’è chi come Dave Gouldern, vicepresidente di Sojern, ha delineato uno scenario ancor più complicato affermando, nell’ambito di un intervento a commento della prossima eliminazione dei cookie, che “anche gli ID mobili non dureranno ancora a lungo”. Qualora l’ipotesi si verificasse, lo scenario futuro risulterebbe ancor più complicato.

 

L’indirizzo mail del cliente, un dato preziosissimo

 

Invece che attingere ai dati di cookie di terze parti, è ipotizzabile pensare che gli albergatori si sposteranno verso dati “di prima parte”, grazie anche all’ausilio di alcune società specializzate nel settore. Quest’ultime infatti, riescono ad abbinare gli indirizzi mail degli hotel a quelli che i consumatori hanno fornito volontariamente ad alcune aziende (come Google, Facebook, Amazon), in modo tale da identificare l’utente e avere una profilazione quanto più articolata e precisa possibile. Come accade tutto questo? Grazie ad un processo (chiamato hashing) che anonimizza, almeno in parte, l’indirizzo mail del cliente -convertendolo in una stringa di numeri- grazie alla quale risulta possibile rilevare l’identità del consumatore, senza condividere in maniera non etica e scorretta i dati acquisiti. A questo proposito, ancora Dave Gouldern, ha affermato che “i fornitori di servizi pubblicitari come The Trade Desk, Xandr e Google Search Ads 360 stanno preparando i loro sistemi per accettare le email attraverso un sistema di hashing per elaborare le informazioni di un cliente, allontanandosi dal sistema dei cookie che stanno utilizzando oggi”. Quando i cookie cesseranno di funzionare, la raccolta di indirizzi mail sarà quindi un lavoro ancora più importante per gli alberghi.

 

Incentivate i clienti per ricevere le loro informazioni

 

Come possono fare gli albergatori a stimolare i clienti a condividere alcune delle proprie informazioni? Un modo potrebbe essere quello di dare un incentivo in cambio della condivisione. Per esempio, potreste offrire loro uno sconto sulla prenotazione, oppure garantirgli una maggiore flessibilità nell’ambito della vostra politica di cancellazione di una prenotazione. In un momento come questo, dove molti clienti sono senza dubbio interessati alla possibilità di fare il check-in online per diminuire le possibilità di contatto con altre persone all’interno della struttura, potrebbe essere utile offrire questo servizio tramite app o sito web, in modo tale da raccogliere alcuni dati dei vostri clienti fornendo, al contempo, un servizio che sicuramente apprezzeranno. Roy Friedman, CEO della società di hotel Easyway.ai, fornisce un altro utile contributo a questo scopo: “Se, ad esempio, un hotel rendesse possibile effettuare il check-in online tramite WhatsApp, molti consumatori potrebbero condividere alcuni loro dati senza esitazione. Sfruttando un canale diffuso in tutto il mondo, gli hotel potrebbero accedere quindi ad alcune preziose informazioni per personalizzare quanto più possibile i servizi per i loro ospiti.”

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