Concorrenza sleale – Google di nuovo sotto accusa

leggi l’articolo completo...Il colosso delle ricerche online è di nuovo sotto accusa. Ricorderete sicuramente i numerosi procedimenti e le multe complessive, per un totale di circa 9 miliardi, imposte dall’ Unione Europea.

Adesso è invece l’ autorità Antitrust degli Stati Uniti a puntare il dito contro Google.

Vediamo insieme il perché e le reazioni delle OTA a riguardo.

 

Il contenzioso

 

Come riportato dal Wall Street Journal, il Dipartimento della Giustizia Americana, a conclusione di un’ indagine durata quasi un anno, martedì 20 Ottobre ha avviato una causa verso Google con l’accusa di condotta anti-concorrenziale. Le motivazioni? E’ ormai noto a tutti il predominio del gigante e di conseguenza l’enorme influenza che ha in diversi settori, incluso quello del travel. Come è anche risaputo che investe periodicamente diversi miliardi, stabilendo accordi con aziende,  siti e operatori di telefonia, per risultare il  motore di ricerca predefinito sugli smartphone Android ed Apple.

Di fatto, attualmente circa l’80% delle ricerche internet negli USA sono effettuate tramite Google. Questo penalizza le altre compagnie tecnologiche, come ad esempio Microsoft, e allo stesso modo  gli inserzionisti, tra cui le OTA, che non avendo a disposizione un valido competitor del Big G a cui affidarsi, sono costretti a pagare prezzi più alti per le inserzioni pubblicitarie.

 

Le repliche delle OTA

 

Come immaginerete, le risposte delle OTA non si sono fatte attendere. Erano già sul piede di guerra da circa un anno. Si lamentavano infatti che Google fosse diventato un colosso dei viaggi soprattutto grazie a loro, che nel tempo lo hanno finanziato in modo cospicuo, attraverso le campagne pubblicitarie sul suo motore. Questo però non è stato sufficiente ad evitare che Google gli mettesse i bastoni tra le ruote, con la sua piattaforma Google Travel.

Il colosso di Mountain View è diventato sempre più aggressivo perché di fatto evidenzia i propri prodotti, sottraendo loro visibilità organica. Il tutto ha comportato per le OTA e metasearch una diminuzione progressiva dei ricavi, dovuti alla mancata esposizione e un aumento dei costi per gli annunci a pagamento, senza peraltro avere una valida alternativa.

Seth Kalvert vice president senior e consigliere generale e segretario di Tripadvisor – ha dichiarato:

“Il problema è ben documentato: Google sta sfruttando il suo predominio nella ricerca generale per dirottare i consumatori inconsapevoli verso le sue altre attività a scapito della concorrenza. L’annuncio odierno del Dipartimento di giustizia e dei procuratori generali dello Stato conferma che stanno cercando di porre fine a queste tattiche anticoncorrenziali. Molto semplicemente, gli addebiti presentati oggi sono una vittoria per i consumatori. Forniscono la struttura per un’azione significativa per impedire a Google di sfruttare la sua posizione di guardiano a vantaggio dei suoi servizi di proprietà e aumentare i suoi profitti a scapito della concorrenza e dei consumatori. Siamo pronti a collaborare con le autorità garanti della concorrenza degli Stati Uniti mentre lavorano per preservare il meglio di Internet: trasparenza, saggezza delle folle e vivace concorrenza che promuove lo sviluppo di prodotti e servizi di alta qualità.”

Anche Peter KernCEO di Expedia Group – sostiene la causa :

“Sono molto contento di vedere il governo finalmente agire. Si spera che creerà un mercato equo per noi, che è tutto ciò che vogliamo. Non abbiamo nulla contro Google, tranne per il fatto che non pensiamo che il mercato sia equo “.

 

Siamo davvero ad una svolta di riorganizzazione con il potenziale di scuotere la Silicon Valley e di ridisegnare il futuro di nuove aziende digitali o si risolverà al solito con l’ennesima multa che cercherà di placare gli animi ma che non porterà ad un reale cambiamento? Un’evoluzione importante, tutta da seguire.