Re: Pro e contro della Tassa di soggiorno: necessario il dialogo tra Albergatori e Amministrazioni
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La presa di coscienza sulla situazione del turismo generata dalla possibilità di applicazione a livello nazionele della tassa di soggiorno è l’unico elemento veramente positivo di tale nuova gabella. Mi è difficile trovarne di ulteriori. Del resto l’introduzione è avvenuta primamente a Roma per mere ragioni di bilancio capitolino: il Comune di Roma, avendo un buco di circa 12 miliardi di € accumulato negli anni, ha chiesto aiuto allo Stato il quale si è fatto carico, inserendo nel proprio bilancio, del debito della città a fronte dell’accensione di un “mutuo” da circa 500 mln di € l’anno. Tale importo viene finanziato con 3 voci: 300 mln (artifici della tecnica finanziata) tramite i trsferimenti da parte dello Stato al Comune di Roma, 120 mln tramite tasse varie e 80 mln tramite il “contributo di soggiorno”. E’ quindi una tassa di scopo introdotta al fine di finanziare tale mutuo. L’amministrazione capitolina l’ha invece sventagliata ai quattro venti come un contributo dei turisti al decoro ed ai servizi della città. La federalberghi romana è riuscita a strappare la promessa di impiegare il 5% di tali importi in promozione del turismo. Questo la dice lunga sull’utilizzo dei fondi recuperati da tale tassa. C’è anche da ricordare che a Roma è stata introdotta in anticipo perché prevista nella finanziaria 2010 e che durante l’assemblea nazionale della federalberghi, svoltasi a Roma proprio nell’imminenza dell’introduzione della tassa nella città, di fronte all’intera albergatoria italiana Berlusconi tranquillizzò tutti sostenendo che la tassa sarebbe stata un affare solamente romano e che non c’era la volontà né la necessità di allargare il fenomeno. L’applauso che si è levato è stato quanto di più deleterio potessimo fare noi tutti albergatori: ci ha mostrati divisi (“meglio a Roma che a noi”) eh ha dato il la all’introduzione della tassa anche agli altri territori. Renzi, infatti, esattamente due giorni dopo era ad Arcore. E’ quindi scontato che in un periodo di tagli ai trasferimenti statali i Comuni spingano per nuovi strumenti di riscossione.
Vantaggi, quindi, non ne vedo. Passiamo agli svantaggi.
Dopo sei mesi di applicazione qui a Roma le cose sono molto più chiare. C’è da dire innanzi tutto che non c’è alcuna evindenza della perdita di competitività o del numero soggiorni a causa della tassa. Niente, almeno fino ad ora. Del resto, almeno a Roma, i competitive set, in relazione alla tassa di soggiorno, possono essere solamente di due tipi: Roma contro altre capitali mondiali o Roma contro cittadine limitrofe che non hanno introdotto la tassa. Nel primo caso è bene ricordare che praticamente mezzo mondo, quasi tutta Europa, ha una tassa di soggiorno in varie forme. Quindi su questo punto non abbiamo particolari problemi competitivi. Altro discorso è in relazione ai comuni limitrofi che potrebbero, ma non ho dati a disposizione, trarre vantaggio a danno delle strutture a ridosso del confine romano. Tale sperequazione è vera ancor più se si analizzano le modalità di applicazione della tassa: 2 € per gli hotel 1, 2 e 3 stelle, 3 € per i quattro e cinque stelle. Tale applicazione è frutto, a mio giudizio, di un’analisi miope se non addirittura in malafede, che avvantaggia le strutture che hanno prezzi maggiori (generalmente quelle centrali) a danno di competitori più periferici o comunque a bassa redditività per i quali l’importo della tassa ha un’incidenza percentuale molto maggiore. Se il principio di basse che regola le tasse è la progressività, questa applicazione è il massimo della sperequazione. Il Comune ha preso l’impegno di territorializzare l’importo ma ad oggi ancora nulla si è mosso.
Altra questione inizialmente molto problematica è stata la possibilità che i clienti si rifiutassero di pagare, magari facendo piazzate nella hall al check-out: non conosco le percentuali di rifiuti dei miei colleghi, ma nella mia struttura, 3 stelle, siamo arrivati a circa 60 € di contributo non pagato di cui solamente 12 € per contestazione diretta del cliente a fronte di 12000 € di tassa di soggiorno versati per i primi mesi. Nessuno in questo periodo è svenuto di fronte alla rf/ft, e nessuno dei rifiuti è stato da parte di qualche straniero.
Con le prenotazioni da OTA non abbiamo avuto alcun problema, note scritte chiare tra quello che non è incluso nella tariffa, basta. Nessuna contestazione in 6 mesi. Questo, quindi, è un falso problema.
Tre soli, ad oggi, sono stati gli effettivi problemi pratici: la pigrizia di alcune software house nell’aggiornare i loro programmi (è una disposizione di legge, la maggior parte dei contratti prevedono modifiche gratuite per discipline legislative), la perdita netta causa commissione per pagamento con cc, la follia burocratica richista dal comune di Roma. Il primo punto si risolve litigando con la software house. Il secondo avvisando i clienti in fase di prenotazione, di check-in, a colazione, quando vi pare che l’importo va pagato tassativamente in contanti (da noi in realtà, per comodità di registrazione contabile, le fatture sono pagate interamente secondo la modalità preferita, mentre l’importo della tassa nelle ricevute è in cash). Del terzo punto non voglio stare a discutere, ma vi invito a mandami una mail privata alla quale risponderò allegando il delirio che il Comune di Roma ha messo in piedi. Basti dire che secondo loro dovremmo suddividere gli ospiti sulla base del numero delle notti godute da 1 a 10, per età, per esenzione, inviare i dati degli esenti e dei rifiuti con tutti i moduli, i bambini, il numero degli ospiti per categoria ecc ecc ecc. L’unica soluzione è il campionamento statistico. O il manicomio.
Concludo con una battuta di cattivo gusto, anche se ci sarebbe molto altro da dire soprattutto in merito a programmazione, promozione, concorrenza, tutela dell’intero comparto turistico: se al ministro Brambilla piacciono così tanto i cani, porti i suoi a pisciare in giro fino al sopraggiungere della vecchiaia e lasci il suo posto di guida ad una persona preparata ed intelligente.
Buona tassa a tutti, sperando che duri per poco
Francesco