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Germania: le clausole di best rate hanno i giorni contati?

leggi l’articolo completo... [2]Dunque, dove eravamo rimasti? Eravamo in Francia, dove nel luglio scorso l’UMIH (Unione dei Mestieri e dell’Industria dell’Hotellerie) ha accusato Expedia, HRS e Booking di price fixing e di contratti che rasentano l’estorsione nei confronti degli albergatori.

Venerdì 20 dicembre le clausole imposte dalle OTA per poter garantire sempre la Best Rate Guaranteed sono state dichiarate illegali in Germania, dove l’antitrust ha mosso accuse precise a HRS, promettendo di fare lo stesso con Expedia e Priceline.

Il sito americano Law360 [3], riporta che “Il tutore dell’Antitrust tedesco ha dichiarato fuorilegge la policy stabilita da HRS che impone l’obbligo agli hotel di offrire sul portale le proprie tariffe più basse, e ha segnalato che potrebbe fare lo stesso con Expedia e Booking.com.”

Tutto ebbe inizio in Germania nel 2012

In verità il sito riporta che accuse di questo tipo furono mosse dal Federal Cartel Officer già nel 2012. Nel marzo 2012 la FCO rilevò che i contratti di HRS prevedevano addirittura che gli hotel non potessero offrire migliori tariffe a chi prenotava direttamente al front desk. La pratica fu subito interrotta da HRS durante le indagini.

Fu proprio questa indagine tedesca a spingere l’OFT inglese a mettere in discussione le clausole stipulate tra Expedia, Booking.com e IHG (vedi articolo Rate Parity illegale? [4]).

A luglio 2013 il garante dell’antitrust tedesco ha ripreso in mano il caso, dichiarando [5]:

Queste clausole (di best rate guaranteed) rendono l’entrata sul mercato di nuovi fornitori che offrano servizi innovativi – ad esempio offerte last-minute via smartphone – considerevolmente difficile poiché i nuovi competitor non sono in grado di offrire camere a tariffe migliori. La competizione tra hotel è per altro ostacolata perché non sono liberi di stabilire le proprie tariffe in modo indipendente e non possono rispondere in modo flessibile ai nuovi sviluppi del mercato.”

Un’accusa questa, che per la prima volta sembra davvero al passo coi tempi, perché mette in luce una certa sensibilità da parte delle Istituzioni nei confronti di un mercato in continua evoluzione, che contempla l’emergere di nuove forze in gioco legate al mobile e la necessità sempre crescente di sfruttare sistemi tariffari flessibili.

Le clausole di best rate hanno i giorni contati?

Alle accuse di luglio, HRS rispose che non era disposto a cambiare le proprie clausole, ma secondo Low360: “Il FCO ha affermato che le clausole, che HRS ha dovuto togliere durante le indagini, saranno definitivamente proibite entro marzo 2014 per tutti gli hotel tedeschi”. Qui ci si riferisce in modo specifico alle “best price clauses” e alla impossibilità per gli hotel di offrire tariffe più basse a proprio piacimento.

A questo punto HRS potrebbe appellarsi all’Alta Corte Regionale di Dusseldorf ma non hanno ancora rilasciato alcuna dichiarazione in merito.

E ovviamente non è finita, perché “la FCO ha dichiarato di aver avviato simili procedimenti anche per Expedia e Booking.com, che usano clausole simili in tutti i loro contratti.”

A questo proposito Bloomberg News [6] riporta – sempre il 20 dicembre – che Expedia e Booking.com devono ora fronteggiare un’inchiesta da parte dell’antitrust tedesco relativa agli accordi presi con gli hotel che impossibilitano gli altri competitor a offrire tariffe ribassate.

Bloomberg conferma che ha dichiarato le “best-price clauses” irregolari per HRS, che ha tempo fino al 1 marzo per cancellarle da tutti i suoi contratti con gli hotel tedeschi.

Solo a una prima occhiata – dichiara Andreas Mundt, capo del Bundeskartellamt tedesco – le clausole più apprezzate dai clienti sui portali di prenotazione online favoriscono i clienti stessi. In ultima analisi, queste clausole impediscono l’offerta di prezzi più bassi da altre parti.”

La questione inglese volge al termine

Questa svolta tedesca pare aver dato un’accelerata anche all’inchiesta dell’antitrust britannico: IHG, Expedia e Booking.com hanno offerto modifiche sui contratti e le condizioni per venire incontro alle richieste del tribunale.

L’OFT sta ora analizzando le opinioni dell’industria e dei consumatori sui cambiamenti proposti per verificare se siano di fatto efficaci. Tali cambiamenti, se accettati, dovrebbero applicarsi per almeno due-tre anni su tutte le prenotazioni effettuate dai clienti europei sulle camere del Regno Unito.

Qualcosa sta decisamente cambiando a livello internazionale, ma pare che – almeno per quanto riguarda l’Italia – sembra difficile che clausole di questo tipo scompaiano a breve.

Forse però le azioni legali condotte in Europa sulla questione porteranno a un progressivo miglioramento dei termini contrattuali tra OTA e hotel. Voi che ne pensate?