Google, l’intelligenza artificiale e la nuova esperienza generativa di ricerca 

leggi l’articolo completo...Ci siamo: Google integra nei risultati di ricerca le risposte generate dall’intelligenza artificiale (AI), che appariranno sopra quelle tradizionali. A differenza di altre piattaforme basate sull’AI, Big G citerà i siti web interpellati per generare le risposte. 

Non finisce qui: secondo l’Istituto nazionale di statistica il 2023 potrebbe segnare il sorpasso sul 2019. Facciamo il punto, partendo da un articolo di Search Engine Land

 

 

Il nuovo motore di ricerca

Il motore di ricerca di Google che verrà si chiama Magi. Realizzato con il contributo dell’intelligenza artificiale, promette un volto più umano e personale della versione attuale che tutti conosciamo. Coloro che vogliono accedere alla nuova Search Generative Experience (SGE, nuova esperienza generativa) devono iscriversi a una lista d’attesa, per adesso disponibile solo negli Stati Uniti. 

Nell’evento I/O di mercoledì, Google ha fornito una panoramica della nuova esperienza di ricerca: 

Come si vede dall’immagine, Google etichetta chiaramente i risultati generati dall’AI in fase sperimentale. In alto a destra, ci sono i box con collegamenti ai siti internet utilizzati dal motore di ricerca per fornire la risposta, a cui l’utente può accedere con un click. 

Altrimenti, l’utente può digitare un nuovo comando: basta cliccare sulla richiesta di follow up in basso a sinistra o cliccare su uno dei suggerimenti correlati ai risultati di ricerca. In ottica conversazionale, il contesto dei risultati di Google verrà trasferito da una domanda alla successiva – se in linea con lo stesso argomento – per favorire una navigazione naturale. Secondo Google, l’aspetto conversazionale è utile per cercare tutte quelle risposte che necessitano di un maggior grado di approfondimento.  

La tecnologia che presiede e organizza la nuova funzionalità utilizza una varietà di LLM (Logic Learning Machine), un tipo di apprendimento automatico basato su regole intelligibili. Google ha affermato che la nuova funzione è “appositamente addestrata per svolgere attività specifiche per la ricerca, inclusa l’identificazione di risultati web di alta qualità che confermano le informazioni presentate nell’output”

Attingere alle informazioni di siti web affidabili è uno dei tratti distintivi di Google rispetto alle altre piattaforme AI. A cui ne va aggiunto almeno un altro: laddove non riuscirà, Google non darà risposte. 

 

Parola d’ordine: affidabilità

 

In certi settori, l’intelligenza artificiale di Big G non restituirà alcun risultato alle query degli utenti. Stiamo parlando delle categorie sensibili YMYL (Your Money, Your Life), come salute e finanza: “Proprio come i nostri sistemi di classificazione sono progettati per non scioccare o offendere inaspettatamente le persone con contenuti potenzialmente dannosi, odiosi o espliciti, SGE è progettato per non mostrare tali contenuti nelle sue risposte” ha raccontato Google.  

È per offrire risposte sempre attendibili che Google pone molta attenzione alla scelta di fonti affidabili per costruire i risultati. I siti a cui Google si affiderà saranno ben visibili nei box in alto a destra, con un’immagine in miniatura, un titolo e un URL. Non per questo però Google citerà e selezionerà le informazioni copiandole e incollandole da una sola pagina: le sintetizzerà, attingendo da più fonti. 

A proposito di credibilità, ai quality raters Google ha attribuito un’importante responsabilità: testare il nuovo motore di ricerca prima e dopo la fase di rilascio. “Queste valutazioni non hanno un impatto diretto sulla produzione di SGE, ma vengono utilizzate per addestrare gli LLM e migliorare l’esperienza complessiva” ha affermato Google, che terrà conto anche dei feedback degli utenti per perfezionare sempre più l’ecosistema. 

La rivoluzione della funzione di ricerca arriverà nelle prossime settimane in tutto il mondo. Pronti per sperimentarla?