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Hotel SEO: il 49% di visite e revenue viene da traffico organico

leggi l’articolo completo... [2]Se c’è una cosa che l’hotel non deve mai sottovalutare per aumentare traffico e revenue è la SEO.

Per quanto assicurare al sito la miglior visibilità nelle SERP sia sempre più complesso, un recente studio conferma l’enorme impatto che il traffico organico da motori di ricerca ha sulle visite e sulle conversioni nel settore dell’Ospitalità.

È BrightEdge, agenzia americana, a diffondere alcuni interessanti dati tratti dal suo “Data Cube repository, che permette di analizzare miliardi di parti di contenuti attraverso il web, per dare una visione omnicomprensiva dei canali che generano traffico e delle tipologie di contenuti che performano meglio.”

Nell’analisi “Cracking the Content Code [3]”, realizzata tra giugno e luglio 2014, sono stati raccolti i dati sui canali che generano più traffico e revenue per vari settori, tra cui quello dell’Hospitality.

Nel settore dell’Ospitalità, il 49% del traffico viene da risultati organici, il 29% da display adverting, e-mail marketing e referral e il 19% da ricerca a pagamento (PPC). Solo il 2% del traffico viene da Social Media.

Un dato che rileviamo ogni giorno anche noi sui siti degli hotel nostri clienti. 

Anche in termini di revenue, il 49% è generato dal traffico organico e il 27% da PPC.

 

Che indicazioni possiamo trarre da questi dati?

1 – La SEO va curata come e più di prima:
Se guardiamo a tutti i dati con cui Google ha infarcito la prima pagina dei risultati di ricerca (annunci a pagamento, knowledge graph, carousel, hotel finder e chi più ne ha più ne metta), si ha come l’impressione che i risultati organici abbiano perso valore. È forte la tentazione di ridurre gli investimenti in ambito SEO.
Ma questo sarebbe un grosso errore.

Certo che il grosso del traffico e delle conversioni venga da motori di ricerca non stupisce, per il semplice fatto che la stragrande maggioranza dei vostri clienti vi rintraccia per brand name.

Ma è innegabile che da sempre i motori di ricerca sono la prima fonte di pianificazione del viaggio per l’utente (lo conferma anche l’ultimo Google Travel Study 2014 [4]).

Ecco perché avere un sito che si posiziona bene per un elevato numero di long tail, per ricerche specifiche sulla destinazione, sulle attrazioni, sulle offerte speciali, ha un valore molto alto.

Infine non dimenticate che un buon SEO si occuperà anche di curare la vostra presenza su altri canali, dalle Mappe al Carousel fino a Google Plus, perché risultiate visibili in più parti dei risultati di ricerca.

2 – Puntare su contenuti testuali e multimediali:
BrightEdge conferma che, come abbiamo spiegato in più occasioni, oggi più che mai bisogna puntare sulla produzione on-site di contenuti di valore. Pagine di approfondimento dedicate ad argomenti rilevanti sono infatti in grado di suscitare reale interesse e generare link da siti esterni (i referral appunto), che giocano un ruolo centrale sia nel posizionamento che nel veicolare traffico qualificato.

Ad esempio, dedicate approfondimenti ai monumenti, alle curiosità della vostra location, oppure alle domande più frequenti dei vostri clienti. Ma non pensate solo ai contenuti testuali: secondo lo studio i “rich media” (belle immagini e video di valore) sono i contenuti che possono farvi guadagnare maggior engagement su tutti i canali e che non devono mai mancare sul sito dell’hotel.

3 – Investire in PPC conviene:
Per disintermediare i risultati organici non bastano. Specie per un hotel. I dati confermano il peso crescente dei risultati a pagamento per generare revenue. In particolare i risultati a pagamento su brand name. Gli alti margini di guadagno delle campagne PPC di brand protection che da anni facciamo per gli hotel nostri clienti, che superano spesso il 97%, dimostrano che investire in PPC conviene nella stragrande maggioranza dei casi.