Italiani in vacanza, spesa media e durata in ribasso

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I viaggiatori italiani e internazionali hanno voglia di spostarsi, questo è certo. Lo stanno già facendo, prediligendo mete più lontane e periodi di soggiorno più lunghi, rispetto alle due estati precedenti, perseguitate dallo spettro del Covid.

Nonostante la pandemia non possa oggi definirsi un lontano ricordo, i nostri connazionali sono tornati a viaggiare, scegliendo soprattutto località balneari e luoghi di montagna per le vacanze 2022.

Tuttavia, una nuova indagine di Confcommercio mette in guardia da slanci ottimistici avulsi dalla realtà, portando l’attenzione su alcuni trend delle ultime settimane, come riferito da TTG Italia.

 

Partenze e durate dei soggiorni

 

Il nuovo picco dei contagi, l’inflazione galoppante, il caro energia e la percezione di instabilità politica del Paese, chiamato alle urne il 25 settembre, remano contro la completa ripartenza del turismo nostrano. In particolare, come attesta l’indagine condotta da Confcommercio con Swg, sono 27 milioni gli italiani che quest’anno andranno in vacanza (come nel 2019), anche se l’aumento dei casi di Covid-19 fa crollare le partenze di luglio a 12,3 milioni rispetto ai previsti 16,8 milioni.

Un calo dovuto in parte a disdette delle prenotazioni già effettuate (20%), mentre nella maggioranza dei casi (80%) alla mancata organizzazione del viaggio di chi, a giugno, si era dichiarato propenso a partire. Per quanto concerne la durata della vacanza, il generale clima di incertezza fa sentire il suo peso.

Pur restando stabile il numero di partenze previste per agosto e settembre, infatti, si ristringono i periodi di soggiorno fuori casa. I long stay di 7 o più giorni calano di quasi 3 milioni, a vantaggio dei viaggi di durata media (3-6 giorni) e, soprattutto, dei mini break (2 giorni).

 

Budget e prenotazioni

 

La tendenza ai viaggi brevi trova riscontro anche sul budget allocato alle vacanze, soprattutto per quelle di media durata. La somma scende da 541 euro previsti a giugno a circa 475, e da 1.252 a 1.117 euro per i viaggi più lunghi.

Nel complesso, secondo l’analisi di Confcommercio e Swg, il numero delle partenze nel trimestre preso in considerazione scende dai 52,3 milioni previsti un mese fa a 48,6 milioni stimati a oggi. In sintesi, periodi più brevi di vacanza e spese minori. La percentuale di coloro che hanno già prenotato sale dal 31% di un mese fa al 41% di oggi, mentre resta stabile al 15% la quota di coloro che non necessitano di prenotazioni perché utilizzano soluzioni autonome di viaggio.

Come fronteggiare da albergatori questo scenario nella seconda parte della stagione estiva? Sicuramente non potrete applicare scontistiche eccessive o policy di cancellazione troppo flessibili, onde evitare di affogare tra bollette del caro energia e salate fatture dei fornitori. Per intercettare i turisti mordi e fuggi, però, potreste valutare uno o più pacchetti speciali per soggiorni brevi, da promuovere sui canali ufficiali dell’hotel.

 

Le destinazioni più ambite

 

Per quanto riguarda le destinazioni, nell’88% dei casi entro i confini nazionali, il mare si conferma sovrano, con il 44% delle preferenze. Una quota che sale al 51% se si considerano solo le vacanze di 7 o più giorni.

In seconda posizione, troviamo la montagna al 15%, in linea con lo storico di questa tipologia. Le vacanze nelle città – specialmente quelle d’arte – e nei piccoli borghi raggiungono quota 21%.

Per quanto riguarda la classifica delle regioni italiane, in testa compare la Puglia, seguita da Emilia Romagna, Toscana, Sicilia e Liguria. Interessante il dato sulla Sardegna, che dalla quarta posizione di un mese fa precipita alla settima, forse per i maggiori rincari nei costi dei collegamenti rispetto ad altre regioni.

Praticamente immutata la classifica delle mete estere, con la Grecia in vetta tallonata da Spagna, Francia e Croazia.