La causa antitrust di Google diventa un’opportunità per Apple

leggi l’articolo completo...La recente notizia della causa per condotta anti-concorrenziale, avviata dal Dipartimento della Giustizia Americana verso Google, rafforza sempre di più le ipotesi di uno scenario favorevole per lo sviluppo di un motore di ricerca consolidato da parte di Apple.

 

Il terreno è fertile

 

Da diversi anni ormai ci si chiede se – nei piani di Apple – ci sia l’interesse nel progettare un motore di ricerca completo. Come abbiamo fatto notare in un nostro precedente articolo,  la compagnia di Cupertino non solo sta preparando il terreno, arruolando ingegneri con competenze in questo ambito, ma ha già messo in atto alcune modalità operative, che di fatto evadono l’utilizzo del motore del colosso di Mountain View. Qualche esempio?

Nel sistema operativo iOS 14 rilasciato il 16 Settembre, Spotlight Search (il tool di ricerca di Apple) non mette in evidenza o ignora completamente i risultati di Google.

Inoltre Apple ha aggiornato la sua pagina di supporto del suo webcrawler (il cervello dei moderni motori di ricerca) Applebot, con nuove informazioni utili a comprendere come classifica i risultati, ai fini dell’ottimizzazione SEO:

  • Coinvolgimento degli utenti aggregati con i risultati di ricerca
  • Rilevanza e corrispondenza dei termini di ricerca con argomenti e contenuti della pagina web
  • Numero e qualità dei link da altre pagine del web
  • Segnali basati sulla posizione dell’utente
  • Caratteristiche del design della pagina web

 

Da notare che queste variabili non sono presentati in ordine di peso o d’ importanza.

Ad ogni modo, non dimentichiamoci che di mezzo c’è anche Siri, l’assistente vocale che riesce a comprendere domande nel proprio linguaggio naturale. Qualcuno pensa che Siri rappresenti già in qualche modo un motore di ricerca. Tuttavia, bisogna tener presente che Siri fa attualmente molto affidamento su Google, Yelp e Apple Maps. Ci si aspettano in ogni caso nuovi contesti, in cui l’assistente vocale possa progressivamente predominare ed espandere i suoi campi di applicazione.

 

Possibili conseguenze

 

Il documento alla base della causa per condotta anti-concorrenziale di Google cita:

“In cambio di questo accesso privilegiato alla massiccia base di consumatori di Apple, Google paga ogni anno ad Apple miliardi di dollari in entrate pubblicitarie, con stime pubbliche che vanno da 8 a 12 miliardi di dollari. I ricavi che Google condivide con Apple rappresentano circa il 15-20% del reddito netto mondiale di Apple “.

Uno dei probabili risultati della causa antitrust di Google, potrebbe essere la cessazione dell’accordo che fa sì che Google sia il motore di ricerca predefinito all’interno dei dispositivi Apple.

Se la loro partnership dovesse venir interrotta, si pensa che Google comunque non subirà danni tanto quanto Apple. Anzi. Gli sforzi già fatti in Europa per contrastare l’egemonia di Google sono falliti e si sono ridotti a delle, seppur cospicue, multe.

La soluzione tecnica che si prospetta negli Stati Uniti, consiste nell’inserimento di una schermata di scelta obbligatoria, al momento della configurazione di un nuovo iPhone. Ciò richiederebbe agli utenti di scegliere Google o un altro motore di ricerca, attualmente Bing, Yahoo e DuckDuckGo, come predefinito. Se così fosse, quali sarebbero le conseguenze?

E’ molto probabile che la stragrande maggioranza degli utenti scelga comunque Google. Pertanto il colosso delle ricerche online potrebbe ottenere lo stesso stato di “default” senza pagare i miliardi di commissioni per Apple!

Quindi alla fine un risparmio per Google, a meno che non venga fuori nel frattempo, un motore di ricerca che sia all’altezza e in grado di sostituirlo. E’ qui che viene a crearsi un’opportunità per Apple, che ha sicuramente tutti gli strumenti e le risorse per intaccare la quota di mercato mobile di Google.