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Scandalo Turismo: ecco come sono stati buttati al vento 90 milioni da Promuovitalia

leggi l’articolo completo... [2]È tutto scritto qui, nero su bianco sulla pagina delle Inchieste di Repubblica col titolo “La Truffa Milionaria del Rilancio Turistico”. Pure in un’Italia afflitta da un altissimo livello di disoccupazione e da un’arretratezza tecnologica difficile da recuperare, c’è chi continua a infierire senza vergogna.

90 milioni di euro: a tanto ammontano i soldi stanziati dall’Unione Europea e gestiti da Promuovitalia (Enit) che dovevano servire per tirocini formativi nel settore della tecnologia e dell’innovazione nel turismo, e che sono stati invece sperperati per fornire manodopera a basso costo ad imprese “amiche” e arricchire i soliti corrotti.

L’inchiesta, pubblicata sul sito di Repubblica il 20 ottobre [3] e firmata da Daniele Autieri e Roberta Rei, mette ancora il dito sulla piaga Enit e svela tutti i dati degli incartamenti riservati che documentano il gioco di corruzione.

 

Come funzionava il sistema

Addetti all’e-commerce, energy manager, sviluppatori e programmatori: i soldi della UE dovevano servire a formare quella schiera di nuovi professionisti del web che avrebbero dovuto aiutare l’Italia del turismo a superare il deficit digitale [4].

COME DOVEVA FUNZIONARE– I soldi della UE venivano stanziati a Promuovitalia, la società controllata da Enit, perché organizzasse “corsi di formazione”, ossia tirocini pagati sul campo. Promuovitialia dava 300 € una tantum all’azienda che prendeva il tirocinante e poi utilizzava il resto del denaro (10.000 euro a tirocinio) per pagare il tirocinante stesso e le spese che questo doveva sostenere se andava fuori sede.

COME FUNZIONAVA IN REALTÀ – Niente di anomalo fino a qui, se non fosse che le persone scelte non venivano mandate in imprese che li avrebbero aiutati a sviluppare una professionalità online, ma semplicemente andavano a lavorare come bassa manovalanza. Operai, camerieri, cuochi e chi più ne ha più ne metta venivano così forniti a costo zero ad aziende “amiche” – del turismo e non – senza alcun requisito di innovatività richiesto dal progetto dall’UE. Insomma, il sistema serviva semplicemente per coprire il solito “lavoro in nero”.

I GIOVANI TIROCINANTI – Spesso i “tirocinanti” non erano giovani disoccupati o neolaureati, ma gente adulta e senza qualifiche, dal 62enne cameriere d’albergo a Pompei, alla cinquantenne russa che probabilmente faceva le pulizie in un centro turistico di Reggio Calabria.

Nello scandalo sono finite grosse imprese alberghiere – soprattutto nel Sud, di cui Repubblica non esita a fare il nome [3].

LA CILIEGINA SULLA TORTA – E per non farsi mancare proprio niente, nel mirino dell’inchiesta finisce anche un dirigente di Promuovitalia, Antonino Bussandri, che dirottava ogni anno un gruppo di tirocinanti a Piacenza per farli alloggiare a spese della UE in case appartenenti alla madre. Il funzionario ha continuato anche dopo il decesso della donna con un guadagno di ben 360mila euro.

 

La grande beffa: il sistema è tutt’oggi attivo

Di tutto ciò che è emerso dall’inchiesta, forse l’aspetto più sgradevole e inquietante è che il gioco dei falsi tirocini digitali nel turismo è tutt’oggi attivo.

Ora Enit è stata commissariata dal Ministro Franceschini e Promuovitalia è in liquidazione. Antonino Bussandri è indagato dalla Guardia di Finanza per gli affitti di interesse. Tre sono le inchieste aperte su Enit e 11 i milioni di buco che mancano all’appello. E la redazione del portale Italia.it – che negli ultimi mesi ha portato buoni risultati di visibilità per l’Italia, specie sui social – è senza stipendio da marzo 2014.

Eppure l’articolo sottolinea che il gioco degli sprechi e dei ladrocini va avanti almeno dal 2005 e tutt’oggi non accenna a diminuire. E che per i molti tirocinanti irregolari il tirocinio è ancora in corso.

Franceschini sarà chiamato a rispondere di tutto questo, ma intanto l’Italia perde ancora una volta la faccia con l’UE.

Questo non è il primo scandalo legato allo spreco dei fondi europei nel settore cultura e turismo (vedi l’articolo Report racconta gli scandali del Turismo e dei Beni Culturali in Italia: tra tristezza e rabbia [5]). Il pericolo è che non solo la UE cessi di finanziare l’Italia, ma che in questo caso decertifichi il suo contributo, tolga la sua partecipazione e lasci allo Stato l’obbligo di sostenere da sola il peso dello stanziamento.