Verso una nuova concezione di turismo?

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L’Organizzazione mondiale per il turismo ha stimato una diminuzione del 70%-75% degli spostamenti internazionali nel corso del 2020. Con un miliardo in meno di arrivi e una perdita di 2 trilioni di dollari in termini di PIL, la situazione di tutto il comparto si attesta su livelli registrati trent’anni fa.

In uno scenario così complicato, si aprono nuove strade per l’intero settore destinate a durare nel tempo, come riportato in un articolo de Il Sole 24 Ore. 

 

Un turismo meno mordi e fuggi?  

  

Uno dei trend che si è affermato con più forza è il cosiddetto neverending tourism, la cui vocazione si colloca all’opposto del turismo mordi e fuggi. Questo approccio prevede di prolungare l’esperienza prima e dopo il viaggio, grazie ad alcune attività legate al territorio del soggiorno come corsi di cucina, visita alla città ed escursioni.  

“Il neverending tourism può essere una fonte di revenue incrementale che ovviamente non risolve il problema delle destinazioni e delle strutture ricettive ma c’è un mercato potenziale ancora non valorizzato. L’intento dovrebbe essere quello di andare oltre l’offerta tradizionale per creare un legame forte con la destinazione” ha dichiarato Eleonora Lorenzini, direttrice dell’Osservatorio per l’Innovazione del Turismo del Politecnico di Milano. 

Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio, il 42% delle strutture italiane ha cominciato a muoversi in questa direzione, offrendo ai clienti l’acquisto di esperienze enogastronomiche da vivere in loco e prodotti artigianali provenienti da attività locali. Per la vendita, l’8% delle strutture ha utilizzato un ecommerce 

  

Remote working, sostenibilità e digitalizzazione 

  

Il lavoro da remoto è entrato a pieno titolo nelle nuove tendenze registrate nel 2020. Il 39% delle strutture ha ospitato lavoratori in smart working. Lo stesso discorso vale anche per la sostenibilità. Sempre secondo i dati raccolti dall’Osservatorio, l’83% delle strutture ricettive italiane ha messo in atto un’iniziativa di carattere sostenibile. 

“Secondo alcuni studi i viaggiatori faranno scelte più consapevoli in futuro e oltre un turista su due premierà i brand (hotel, compagnie aeree ecc.) che adotteranno politiche di responsabilità sociale” ha dichiarato ancora la Lorenzini. 

Anche la digitalizzazione degli hotel ha subito un considerevole incremento. Secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, gli hotel che si sono dotati di strumenti che consentono il pagamento da mobile sono passati dal 15% del 2019 al 30% nel 2020. Coloro che prevedono la possibilità di effettuare il check in online o da dispositivo mobile sono adesso il 31% (nel 2019 erano l’8%). Nel corso degli ultimi due anni sono aumentati anche gli alberghi che offrono assistenza tramite chatbot, dal 2% al 14%. 

  

Nonostante la ripresa del settore sia perlopiù appesa alla distribuzione del vaccino e all’organizzazione degli spostamenti fra i vari stati, i trend sopracitati dovrebbero consolidarsi nel prossimo futuro, riservando delle opportunità a tutti gli albergatori che decideranno di attivare queste esperienze.  

Il vostro hotel, come si posiziona rispetto a queste novità? Ditecelo nei commenti.