WhatsApp, 225 milioni di euro di multa per condivisione dei dati

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Un nuovo capitolo si aggiunge alla vicenda privacy che coinvolge l’universo Facebook.

Il garante della privacy irlandese ha infatti corrisposto una multa di 225 milioni di euro a WhatsApp, il sistema di messaggistica istantanea più utilizzato in Italia. 

Il motivo della sanzione

 

Come riportato da Wired, il garante della privacy ha deciso di multare l’applicazione al termine di un’indagine sulla gestione dei dati degli utenti. Secondo quanto emerso, WhatsApp ha condiviso i dati con altri social network del gruppo Facebook senza aver chiesto l’autorizzazione ai diretti interessati.

Non avendo chiesto il permesso per poterlo fare, la condivisione dei dati ha violato il Gdpr, ossia il regolamento generale per la protezione dei dati personali dell’Unione Europea. Per questo motivo, oltre a sborsare la somma stabilita, WhatsApp dovrà anche uniformarsi a quanto previsto dalla normativa europea.

L’iter che ha portato alla sentenza del Dpc (Data protection commission) è stato accompagnato da numerose critiche che hanno preso di mira l’inoperosità dell’autorità verso i giganti del web. Lo scorso aprile infatti, il Centro europeo per i diritti digitali Noyb aveva segnalato come, nel corso di un anno, soltanto 7 reclami su 10mila presentati al Garante irlandese si fossero conclusi con una pronuncia da parte della Commissione.

 

Le reazioni ed il ricorso

 

Dal quartier generale dell’applicazione hanno annunciato ricorso: secondo i portavoce infatti, la multa è “completamente sproporzionata”.

D’altro canto Max Schrems, fondatore di Noyb, nonché avvocato per i diritti digitali e protagonista delle battaglie per la privacy degli utenti condotte contro Facebook, non è rimasto completamente soddisfatto della sentenza emanata.

L’avvocato austriaco ha infatti precisato come il provvedimento stabilito riguardi soltanto una delle tante segnalazioni che il Dpc riceve ogni anno. Inoltre, ancora Schrems ha dichiarato di “accogliere con favore la prima decisione del regolatore irlandese. Tuttavia, la Dpc aveva proposto inizialmente una multa di soli 50 milioni di euro e solo dopo essere stata costretta dalle autorità europee è stata alzata a 225 milioni, che in ogni caso rappresentano solo lo 0,08% del fatturato del gruppo Facebook mentre il Gdpr prevede multe fino al 4% del fatturato.”

L’attivista ha ribadito come l’autorità irlandese non funzioni ancora al meglio e ha inviato tutti ad aspettare la sentenza in appello prima di esultare.