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Addio Google Trips, lunga vita a Google Travel

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Il fermento in casa Google non si ferma, così come le sue mire nel travel, sempre più concrete.

Per quanto possa sembrare una disfatta, l’annuncio della chiusura di Google Trips rientra in un preciso e ambizioso disegno…

Secondo un annuncio pubblicato da Google negli ultimi giorni, l’app Trips e il relativo supporto verranno chiusi a partire dal 5 agosto 2019.

Come precisato nello stringato messaggio, molte funzionalità saranno migrate in altri prodotti Google, come la Ricerca e Maps [3].

 

Google Trips: una app già ambiziosa nel travel

 

È indubbia l’utilità di riportare alcune delle feature più amate dagli utenti in altri prodotti Google. Ma qual è la vera ragione della chiusura di una app piuttosto utilizzata dopo solo tre anni dal lancio? Indaghiamo i vari aspetti collegati.

Facciamo intanto un passo indietro: l’app Google Trips, alla sua nascita, era disponibile per dispositivi IOS e Android e, dagli addetti ai lavori, era stata accolta come una strategia per inglobare l’organizzazione degli itinerari e mantenere i travelers all’interno dell’ecosistema Google anche mentre erano in viaggio.

In uno stesso ambiente venivano raccolti contenuti sia dal web che dagli utenti, fornendo informazioni sulla destinazione e listing utili per i prossimi viaggi. Inoltre era possibile gestire agevolmente le prenotazioni, grazie alla funzionalità che permetteva l’aggiunta dei dettagli di prenotazioni di voli e hotel tramite Gmail e Google Calendar.

Tutto sommato, Google Trips aveva tutte le carte in regola per restare in vigore…quindi?

 

Post chiusura: riflessioni e conseguenze

 

I vertici del Grande G non si sono espressi molto sulla questione, affidando il proprio pensiero a un avviso ufficiale inviato via email: “Stiamo evolvendo l’esperienza di Google Trips da un’app standalone a una parte integrante della pianificazione del viaggio su Google. Ora, i viaggiatori possono pianificare più facilmente viaggi sulla Ricerca e su Maps, a cui già si rivolgono per acquisire informazioni di viaggio. ”

Il passo successivo sembrerebbe l’indirizzamento degli utenti dell’app verso un universo più ampio e strutturato. Google Travel, per quanto sviluppata in modo frammentario nel corso degli anni, rappresenta ora un sito con tutte le ambizioni di una piattaforma di vendita one-stop [4]. Quale migliore ambiente in cui migrare viaggiatori in cerca della vacanza perfetta, con poco tempo da perdere su svariati siti e portali? La domanda è retorica, ça va sans dire.

Le funzionalità di Google Trips per la gestione di prenotazioni imminenti e passate sono ora disponibili in Google.com/travel. Secondo le ultime dichiarazioni, presto gli utenti saranno in grado di padroneggiarle al meglio, modificandone i dettagli e di “salvare”, nel proprio account, idee su cose da fare, attrazioni e ristoranti da provare durante la vacanza.

La chiusura di Google Trips a vantaggio di un’unica piattaforma per la gestione dell’interno customer journey nel travel non dovrebbe stupire, alla luce delle recenti evoluzioni di Google. Soprattutto se la piattaforma in questione è Google.com/travel, ultimo nato dalle sconfinate potenzialità.

Proprio il mese scorso, il vicepresidente Google per la gestione dei prodotti di Google Travel, Richard Holden, ha parlato agli utenti attraverso una serie di funzionalità di Google.com/travel [5] senza fare menzione dell’attuale applicazione Trips. Come se l’uscita di scena di Google Trips fosse questione di poco conto, perfettamente allineata alla strategia di gestione centralizzata dei viaggi nella nuova piattaforma.

 

Maggior raggio d’azione

 

Se pensate che la cessazione di una app di casa Google segni un punto a suo sfavore nel travel, probabilmente vi sbagliate.

Questa chiusura consente infatti al gigante della ricerca di concentrare investimenti e know-how nell’ottimizzazione di un servizio web based. Ciò comporta la liberazione dagli oneri degli aggiornamenti per un’app indipendente (anche se rimarranno gli aggiornamenti per l’app Google Maps) e la possibilità – preziosissima – di raccogliere i dati di un utente per tutte le sue prenotazioni, non solo quelle concluse tramite lo smartphone del viaggiatore.

Consideriamo anche l’aspetto di branding: nel momento in cui i viaggiatori possono fare prenotazioni, concludere acquisti, trovare idee e organizzare itinerari di viaggio in uno stesso prodotto firmato Google (piuttosto che in una app e uno o più siti), saranno sicuramente più felici. Riconosceranno in Google la piattaforma ideale per gestire diverse attività on line, diventando, a poco a poco, indispensabile nella mente e nella quotidianità degli utenti.

È vero che, almeno per ora, le funzionalità di Trips rimarranno disponibili nella Ricerca e in Maps, ma non sono state rilasciate dichiarazioni su eventuali sviluppi futuri. Se, al momento, la chiusura di Google Trips, e la più ampia strategia in cui si inscrive, non impatta molto sull’esperienza utente, alcuni soggetti nel travel cominciano a preoccuparsi.

O meglio, continuano a farlo: i CEO di Expedia Group e Booking Holdings, che nel 2018 hanno investito complessivamente 10,6 miliardi di dollari in marketing digitale [6], si interrogano sull’effettiva capacità di finanziare (profumatamente) un soggetto che, ogni giorno di più, diventa il loro principale competitor.