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OTA: per l’hotel un vero e proprio strumento di marketing

leggi l’articolo completo... [2]Già alla BTO di Firenze del 17-18 novembre 2009, durante una delle prime sessioni di discussione, era stata sollevata la questione se i portali fossero destinati o meno a diventare per gli utenti, più che strumenti di prenotazione, veri e propri “motori di ricerca” specializzati nel settore travel.(Live from BTO ’09… [3]).

In una intervista rilasciata in video a VFM Leonardo, il prof. Chris Andreson della Cornell University, basandosi sul recente studio dedicato al Billboard Effect [4], conferma questa tendenza, dichiarando che le OTA oggi, lungo il processo decisionale che conduce alla prenotazione di un viaggio, ricoprono soprattutto il ruolo di motore di ricerca e strumento di comparazione rivolto al settore travel.

Anderson, esemplificando un tipico “online demand funnel”, immagina che il processo decisionale si sviluppi secondo queste fasi-tipo:

  1. L’utente non ha ben chiaro che tipo di viaggio desidera fare e svolge delle ricerche molto generiche sui principali motori di ricerca come Google
  2. Tra i primi risultati di ricerca organica e a pagamento trova alcune OTA, che utilizza per raffinare le ricerche ed iniziare a comparare hotel e tariffe
  3. In un secondo momento, una volta annotate le strutture più interessanti, si rivolge al sito ufficiale dell’hotel

L’hotel dovrebbe iniziare a pensare ai portali come veri e propri strumenti di marketing: per incrementare l’influenza sugli utenti attraverso le OTA è necessario aumentare l’inventario e il numero delle offerte sui portali, in alcuni casi cedere una percentuale di commissioni leggermente più alta o investire sull’advertising, in modo da avere più possibilità di migliorare il “posizionamento” nella propria destinazione ed ottenere più visibilità agli occhi del viaggiatore.
Di seguito il video intervista a Chris Anderson:

Fonte: VFM Leonardo [5]