“Billboard Effect”: perché è importante per l’hotel la presenza sulle OTA
12 Novembre 2009Se un hotel si trova sui Portali Turistici, le sue prenotazioni dirette aumentano.
Questo è il risultato della ricerca effettuata dalla Cornell University, che ha da poco analizzato il fenomeno del cosiddetto “billboard effect” (Effetto Manifesto) grazie allo studio del Professor Chris Anderson, in collaborazione con Expedia e JHM Hotels (che riunisce Starwood, Marriot, Hilton e Hyatt).
Le OTA, in particolare Expedia, hanno già sostenuto in passato che la presenza sui siti degli intermediari favorisse un maggior traffico e un maggior numero di prenotazioni sul sito ufficiale dell’hotel.
Solitamente però le strutture alberghiere sottovalutano questo aspetto, considerando il rapporto con le OTA esclusivamente guidato dal numero di prenotazioni e da quanto devono pagare di commissioni.
Essere sulle OTA equivale a mettere un cartellone pubblicitario
Sebbene sia auspicabile una graduale disintermediazione e un rafforzamento del canale diretto di vendita, apparire sui portali online porta anche i suoi vantaggi e paradossalmente, può aiutare proprio il processo di disintermediazione.
Anche noi di QNT Hospitality abbiamo rilevato questa dinamica con diversi nostri clienti. Alcune strutture i cui dati erano già monitorati con strumenti di web analytics e che avevano un buon sito ufficiale, una volta che hanno deciso di migliorare la visibilità sui Portali (aumentando il numero di portali partner e cercando di ottenere un ranking migliore all’interno della OTA) hanno visto un aumento del traffico diretto proveniente dai motori di ricerca con keyword brand name e un aumento di prenotazioni dirette.
Questo fenomeno è facilmente spiegabile: immaginiamo una situazione tipo, in cui un utente decide di andare in vacanza a Firenze e analizziamo il suo probabile percorso di prenotazione
- L’utente effettua una ricerca generica su Google, del tipo “hotel firenze”
- Entra in siti generici di recensioni o comparazione prezzi, tra cui anche OTA
- Prende nota degli hotel più interessanti
- Torna a cercare sul motore di ricerca il brand name degli hotel che gli sono piaciuti di più ed atterra sui siti ufficiali dove concluderà la prenotazione se troverà le condizioni ideali
Le OTA sono spesso per l’utente il più vero “motore di ricerca” di alberghi: in un unico sito può trovare le informazioni, le immagini, i video, le recensioni ed i prezzi da mettere a confronto per scegliere l’albergo dove soggiornare e di cui eventualmente andare a cercare il sito ufficiale.
Questo è quello che la Cornell University chiama “Effetto Manifesto” (billboard effect), poiché essere visibili sulle OTA equivarrebbe a collocare cartelloni e manifesti pubblicitari sulle pareti dei palazzi e lungo le autostrade. La gente li vede e per acquistare quello che pubblicizzano si reca nei negozi di quella marca o sul sito ufficiale del brand. In altre prole, le OTA portano visibilità e aumentano la “brand awareness”.
Comparire sulle OTA aumenta le prenotazioni dirette
La Cornell University, per spiegare l’effetto che ha la presenza di un hotel su Expedia sulle prenotazioni non effettuate tramite portale, ha analizzato l’andamento delle conversioni sul sito ufficiale di 4 hotel prima e dopo l’apertura del canale di vendita su Expedia.
Si tratta di 3 hotel appartenenti a catene alberghiere e 1 hotel indipendente. Come mostra il grafico di seguito, il numero di prenotazioni realizzate attraverso canali diversi da Expedia (sito diretto, via telefono, ecc.), una volta che gli hotel hanno attivato la loro presenza sul portale, è aumentato di un buona percentuale, che varia dal 7,5% al 26%.
Chris Anderson dichiara che il risultato nei primi tre casi risulta “sporcato” dall’appartenenza ad una catena alberghiera. L’aumento è minore nel caso degli hotel “brandizzati” perché sul sito ufficiale della catena visitato dall’utente successivamente al portale, è più probabile che l’utente trovi ulteriori alternative all’hotel che ha visto su Expedia.
Difatti i primi due hotel, sebbene presi come rappresentanti del proprio brand in una particolare città, presentano hotel della stessa catena collocati nelle vicinanze che però in quel momento non erano presenti su Expedia.
Parallelamente al traffico e alle conversioni, è aumentato anche l’ADR (Average Daily Rate), molto probabilmente a causa dell’aumento generale dell’occupazione.
Potete consultare la ricerca della Cornell University a questo indirizzo:
http://www.hotelschool.cornell.edu/research/chr/pubs/reports/2009.html
Commento da Riccardo Cocco — 13 Novembre 2009, alle ore 09:59
Questione di opportunità….. 🙂
Se ragioniamo in termini di singolo albergo sono d’accordo che le commissioni richieste dalle OTA siano uguali per tutte le strutture in quanto la OTA (squalo) mette alle strette il singolo albergatore (pesce rosso), cosa diversa invece quando si tratta di compagnie e sopratutto compagnie internazionali dove si genera lo scontro fra titani.
Il costo della commissione di fatto non lo paga il cliente finale, ma al contrario lo paga l’albergo in modo diretto. Mi spiego meglio: laddove si persegua una linea di rate parity garantita (i.e.: Expedia chiede che il prezzo sul sito proprietario non vada in concorrenza con Expedia stessa). Di conseguenza per poter garantire che la prenotazione senza intermediazioni abbia lo stesso prezzo di Expedia devo offrire ad Expedia la tariffa decurtata della commissione che gli riconosco.
Esempio:
si ipotizzi che la commissione di Expedia sia del 25%
si ipotizzi che la tariffa di vendita sia di 150 Euro
Euro 150 X 0.75 = 112.5 Euro a Expedia
Ecco che la commissione se la carica l’albergatore direttamente.
Ma non essere presente nelle OTA è giusto o sbagliato?
Uno studio del Dott. Anderson della Cornell University ha dimostrato che non essere presenti nelle OTA produce un calo di prenotazioni dirette.
Lo studio ha messo sotto indagine una serie di alberghi mettendoli ON-line ed OFF-line per periodi uguali: 11 giorni ON e 11 giorni OFF. Ne è scaturito che, per esempio, un Hotel indipendente ha un incremento delle prenotazioni DIRETTE del 26% quando è presente in Expedia, a questo si aggiunge anche un aumento della AHR sempre con l’albergo ON-line.
Da questo studio se ne deduce che essere presenti nelle OTA è startegicamente vincente anche a fronte delle eventuali commissioni elevate, oneri e mal di testa vari.
Praticamente avviene questo: il potenziale cliente (would-be guest) attraverso l’incisività del web-marketing delle OTA viene a conoscere il tuo albergo che altrimenti non ne avrebbe mai conosciuto l’esistenza. Dopo aver scoperto che esisti generalmente il salto sul sito proprietario è immediato (nella speranza di poter avere accesso a tariffa ancora più conveniente cosciente del fatto che “compra” direttamente dal “produttore” e senza intermediazione) e quindi la percentuale delle prenotazioni dirette subisce un incremento. Nel caso di non presenza sulle OTA chi prenota sul sito proprietario è il loyal guest che già ti conosce, a meno che l’albergo investa in web-marketing come una OTA: mission impossible!
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Pubblicato 1 settimana fa
Commento da aldo — 16 Novembre 2009, alle ore 01:03
Mah, la ricerca da chi è stata commissionata ? mi pare strano che un ricercatore perda tempo per queste cose perchè lo ritiene particolarmente interessante. Una ricerca eseguita su soli 4 hotel, oltretutto USA, ha un valore assolutamente relativo, se qualcuno pensa che quel dato del 26% vale anche in Italia perchè l’ha detto il Dott Anderson se lo scordi.
Commento da aldo — 16 Novembre 2009, alle ore 01:04
non vorrei che quando le commissioni arriveranno al 35 qualche ricerca ci spiegherà che le prenotazioni extra aumentano del 300% ….
Commento da Riccardo Cocco — 16 Novembre 2009, alle ore 10:21
E’ bello vedere la positività nei discorsi.
L’Inquisizione delle OTA è appena agli inizi, attenti voi che le appoggiate!! Anatema su di voi!!
Ma qualcosa di costruttivo lo leggeremo mai?
Buon lavoro e buon revenue management a tutti….soprattutto a te Aldo!
Riccardo Cocco
Commento da aldo — 16 Novembre 2009, alle ore 17:01
converrai con me che giustificare commissioni altissime per la possibilità remota che qualcuno ti telefoni perché ti ha trovato su qualche portale non ha molto senso, alle strutture ricettive verrebbe addebitata una sorta di commissione anti-furbi … mah, è quasi meglio dire che nessuno ti costringe a firmare 😀 scusa se mi sono permesso di criticarla ma la ricerca mi pare davvero superficiale
Commento da Riccardo Cocco — 16 Novembre 2009, alle ore 20:04
Commissioni altissime (che tenderanno a scendere), sempre e solo sul venduto e non fee di partecipazione che paghi a prescindere dal servizio offerto.
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco