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Robotica e ospitalità: matrimonio d’amore o interesse?

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La pandemia di COVID-19 ha accelerato un processo già avviato nell’hospitality: l’automatizzazione dei processi [3] e l’impiego di soluzioni robotizzate nelle operazioni alberghiere.

Se già da qualche anno, le strutture più innovative avevano introdotto tecnologie di ultima generazione per il customer service o il servizio in camera, le necessità di distanziamento sociale e igienizzazione delle superficie hanno accentuato il trend.

Nonostante il risparmio di tempo e l’alto grado di efficienza, però, non tutti i viaggiatori hanno apprezzato l’impiego di robot [4] o l’invasività di alcune app, che mai potranno sostituire il calore di un sorriso o una chiacchierata genuina al desk.

Eppure l’intelligenza artificiale è qui per restare: una volta elusa l’emergenza sanitaria, una delle sfide dell’hospitality sarà trovare il giusto equilibrio tra fattore umano e automatizzazione. In che modo? Analizziamo vantaggi e svantaggi delle due componenti, con lo sguardo acuto di Phocuswire [5].

 

I benefici indiscussi

 

Secondo una ricerca di CNBC [6], i robot stanno diventando un elemento familiare del viaggio, con soluzioni senza contatto negli aeroporti più innovativi di alcuni Paesi. In un’ottica di frictionless, appare naturale l’aspettativa di una simile esperienza una volta entrati in hotel.

La tecnologia ha infatti notevoli vantaggi:

 

I lati oscuri dell’AI

 

Sebbene sempre più robot, chatbot e assistenti vocali popolano il comparto travel, non sarebbe strano soggiornare in un hotel gestito completamente da loro? Decisamente sì: una struttura giapponese [7] è stata pioniera in questo tipo di esperienza, ma, nonostante i vantaggi dell’AI per il customer service, ha riportato feedback negativi per le operazioni end-to-end.

Vediamo allora i maggiori svantaggi dell’automazione:

 

Il compromesso possibile

 

Alla luce dei pro e dei contro, come rapportarsi con le nuove tecnologie in hotel? Non ci sentiamo di dare formule magiche e linee guida univoche: ogni struttura troverà la strada più appropriata, a seconda del budget, del target di riferimento e dei valori di brand. I viaggiatori hanno, e probabilmente conserveranno, preferenze diverse: alcuni si accontenteranno di interagire solo con i robot o i propri smartphone, altri prediligeranno un filo diretto con lo staff, come rilevato da Giancarlo Carniani [8] in questo anno di Covid.

D’altra parte, consentire agli ospiti di gestire in modo autonomo e personalizzato il proprio soggiorno rimarrà una necessità impellente alla ripresa dei viaggi, tanto agognati dopo la lunga clausura. Considerate inoltre che la tecnologia robotica non è estranea alle vite dei vostri clienti: probabilmente utilizzano degli assistenti vocali in casa o si sono imbattuti in un robot negli aeroporti più moderni.

Una strategia vincente, nell’ospitalità di domani, potrebbe prevedere l’ibridazione tra automazione e staff, che dovrebbero lavorare fianco a fianco, dando ognuno il proprio contributo ad un’esperienza tailor-made. Se deciderete di implementare simili innovazioni, fate tesoro degli illimitati dati archiviabili dall’intelligenza artificiale: sono la base ideale per personalizzare ogni vacanza, incrementare la fidelizzazione e gestire con massima efficienza le operazioni quotidiane.