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Turismo estivo, il 15% degli hotel è ancora chiuso

leggi l’articolo completo... [2]Ripresa o non ripresa [3]? Che estate sarà quella del 2020 [4]? Se è vero che dovremo attendere la chiusura della stagione per avere un quadro ben definito e poter quindi trarre le dovute conclusioni, alcuni segnali stanno emergendo man mano che la stagione turistica sta entrando sempre più nel vivo e non sempre fanno sperare in una ripresa quanto mai desiderata. 

Prendendo spunto da un recente sondaggio condotto da Unioncamere e Isnart [5] (Istituto nazionale di ricerche turistiche) nell’ambito dell’impatto che la pandemia sta avendo sul comparto dell’ospitalità italiano, cerchiamo di capire in quale situazione si trovano in questo momento gli hotel. 

 

I motivi principali delle chiusure 

 

L’indagine, svolta su un campione rappresentativo di oltre 2.000 imprese ricettive intervistate attraverso le Camere di Commercio, ha rilevato che il 15% delle strutture alberghiere e extralberghiere è ancora chiuso. Il dato appare molto preoccupante anche da un punto di vista occupazionale: il 98,4% delle imprese ha infatti dichiarato che dovrà ridurre il proprio personale rispetto all’estate 2019, siano essi lavoratori fissi o stagionali. A incidere principalmente sulla scelta di restare chiusi sono i costi da affrontare per garantire il rispetto delle normative previste dal vigente protocollo di sicurezza, almeno secondo il 46% delle attività ancora chiuse; a questa motivazione, si sommano le scarse prenotazioni ricevute, segnalate nel 34% dei casi dalle strutture ancora non operative.

Prendendo come riferimento il mese di agosto 2020, le prenotazioni delle camere disponibili fra le strutture del nostro paese si attestano sul 36,6%, con una forte demarcazione territoriale: se il Sud e le isole sfiorano il 34% di camere prenotate, il centro si attesta su un 40% circa di prenotazioni, mentre nel Nord Est la percentuale scende fino al 29,3%. Sul banco degli imputati per lo stato attuale delle cose finisce anche il Bonus Vacanze, per adesso al di sotto delle aspettative degli albergatori: il 30,8% delle strutture afferma di non accettarlo, mentre il 57,6% ha dichiarato di non avere ricevuto prenotazioni attraverso questo strumento. A fronte di questo quadro, non c’è da stupirsi se l’80% degli imprenditori alberghieri coinvolti nel sondaggio ha dichiarato che chiuderà l’anno in perdita. 

 

Turismo di prossimità, il cardine della stagione estiva 

 

Quest’estate, le strutture alberghiere e extralberghiere sparse su tutto il territorio si preparano ad ospitare il 21,7% dei turisti stranieri: un dato molto ridimensionato rispetto agli standard della nostra Penisola. A dominare la stagione sarà probabilmente il turismo di prossimità, dato che circa il 23% delle prenotazioni è arrivato da vacanzieri che non si sposteranno oltre i confini della propria regione. È interessante notare come il 35% delle prenotazioni sia arrivato tramite le OTA. Nel corso delle ultime settimane, le strutture hanno registrato un aumento delle prenotazioni telefoniche rispetto all’avvento della pandemia: probabilmente, il telefono è ritenuto il mezzo più adatto per reperire le informazioni circa lo stato di sicurezza della struttura piuttosto che sulla possibilità di usufruire del Bonus Vacanze nella struttura interessata.

È proprio sul turismo di prossimità che dovrebbero quindi incentrarsi le strategie di marketing degli hotel, come indicato anche da Roberto Di Vincenzo, presidente Isnart: ”In un anno così incerto e sfavorevole, il 23% delle prenotazioni presso le strutture ricettive da turisti locali dice che, per reggere l’impatto di questa crisi, serve lavorare sul turismo di prossimità. Questo, può aiutare imprese e destinazioni ad intercettare la domanda dei turisti provenienti da territori limitrofi, un vantaggio da capitalizzare anche per quando si potrà tornare ad accogliere turisti stranieri.

Conoscere e far conoscere meglio il proprio territorio – e ciò che offre in termini di prodotti turistici alternativi alla vacanza tradizionale deve diventare un obiettivo per il “sistema del turismo” che deve riuscire a coinvolgere la scuola e l’associazionismo per far crescere la forza identitaria delle realtà locali. Pur nella consapevolezza che il turismo è uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi, questa criticità potrebbe trasformarsi in un’occasione per far emergere potenzialità ancora inespresse, concretizzando nuove opportunità di promozione e di lavoro che le imprese possono cogliere per riposizionarsi anche al di fuori della stagione estiva.” Nonostante alcune regioni abbiano implementato alcune campagne di marketing ad hoc [6], ci sono degli importanti accorgimenti e strategie da adottare per cercare di aumentare l’occupazione del proprio hotel in un periodo così difficile, come illustrato in questo nostro articolo [7].