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Turismo italiano, quali previsioni per l’estate?

leggi l’articolo completo... [2]Simple Booking [3], attraverso un sondaggio, ha chiesto ai propri clienti cosa si aspettano da questa stagione estiva.

Le domande hanno coinvolto diversi aspetti della loro attività professionale: dal bonus vacanze varato dal governo [4] alla strategia tariffaria, dalle politiche di cancellazione delle prenotazioni alle decisioni prese dalle OTA [5], scopriamo insieme cosa hanno risposto le 331 strutture che hanno partecipato all’iniziativa.

 

Alcune informazioni sui partecipanti

 

Gli hotel sono le strutture che più hanno aderito al sondaggio (58.2%), seguiti dalle strutture a vocazione extralberghiera -B&B, agriturismi, casa vacanze e camping- con un’adesione del 34.7%, residence e resort. I partecipanti sono situati perlopiù in città d’arte (24.7%) e in località marittime (23.5%), seguite da quelle operanti in montagna (18.3%), campagna (13.5%) e da quelle situate in prossimità di laghi (10%). Il 61.4% è aperto tutto l’anno, mentre il 38.6% lavora in una finestra temporale stagionale. Hanno risposto alle domande in gran parte i proprietari delle strutture (61.8%), seguiti da direttori/general manager (19.1%) e dai capi ricevimento (8%). Le realtà che hanno aderito al sondaggio sono distribuite in maniera omogenea in tutta Italia.

La varietà di strutture coinvolte e la loro localizzazione in tutta Italia contribuiscono a rendere il sondaggio un caso rappresentativo e interessante del mondo dell’ospitalità nostrana, grazie alle indicazioni fornite dai dati che delineano un quadro variegato e articolato.

 

I risultati

 

Il primo dato confortante che emerge dal sondaggio è che il 95.2% dei partecipanti ha deciso di riaprire quest’anno. Un dato molto interessante si nota anche in relazione alla domanda di un eventuale cambiamento delle politiche tariffarie: se il 15.2% ha dichiarato di intervenire in maniera considerevole con forti sconti e promozioni, il 31.2% ha deciso invece di apportare solo delle piccole modifiche alle tariffe, il 26% di fare sconti e promozioni moderati e il 27.6% di non apportare nessuna modifica alla propria strategia tariffaria.

Uno scenario nettamente diverso si delinea rispetto al tema di un’eventuale variazione sulle politiche di cancellazione: il 42.2% le cambierà totalmente per renderle quanto più possibile flessibili, mentre solo l’8.8% non le cambierà affatto.

Rispetto alla decisione presa dalle OTA di consentire cancellazioni anche su tariffe non rimborsabili, quasi la metà delle persone intervistate ha dichiarato che la loro decisione ha danneggiato le strutture ricettive. Infine, nell’ambito di possibili investimenti, il 43.8% ha affermato che investirà nella promozione e comunicazione dell’hotel [6], il 24.3% lo farà per rinnovare la struttura mentre il 12.7% non investirà niente.

 

Bonus vacanza, flop o risorsa?

 

Se una spinta decisiva verso questa decisione sia stata data anche dal bonus turismo è difficile dirlo: infatti, il 35.9% trova questo strumento poco utile.

Stando al sondaggio, emerge comunque per il 39.4% delle strutture interessate la volontà di accettarlo, registrando un dato che, almeno parzialmente, va in controtendenza rispetto a quanto riportato da un’altra ricerca, condotta da Quotidianonet [7].

Secondo quanto raccolto dalla testata online infatti, a fronte di metà della popolazione italiana interessata a usufruire del contributo, solo 3 alberghi su 100 sono disposti ad accettarlo, rendendo così difficile per i turisti avere la possibilità di spendere lo sconto previsto dal governo che, a seconda della composizione del nucleo familiare, può arrivare fino a 500 Euro.