Ogni estate le principali destinazioni europee si preparano a una sfida che va ben oltre la semplice gestione dei numeri: accogliere senza compromettere l’equilibrio dei luoghi e la qualità della vacanza. L’overtourism è ormai una realtà che impatta città d’arte, isole e borghi, trasformando a volte la bellezza in saturazione.
Ridurre il sovraffollamento [3] non significa soltanto introdurre limiti o nuove regole. Significa soprattutto promuovere comportamenti più responsabili, capaci di orientare i flussi turistici verso esperienze autentiche e destinazioni meno battute, apportando benefici sia ai viaggiatori che alle comunità ospitanti.
Negli ultimi anni il tema è stato affrontato con strumenti di contenimento [4], come contingentamenti, tasse di soggiorno o regolamentazione degli affitti brevi, utili ma non risolutivi. Per raggiungere un equilibrio duraturo serve una prospettiva più ampia, che unisca governance, comunicazione e cultura del viaggio.
In questo articolo analizziamo l’andamento del sovraffollamento turistico nel 2025 e le strategie adottate dalle istituzioni, come evidenziato dal report della EHL Hospitality Business School [5].
Il 2025 ha confermato la gravità del fenomeno:
- Venezia ha visto aumentare gli arrivi grazie anche agli “hacks” virali sui social media.
- Maiorca ha affrontato proteste contro gli arrivi di massa, che hanno portato a un significativo calo degli arrivi e della reputazione.
- Barcellona è stata nuovamente contraddistinta da proteste che hanno portato alla chiusura di due terminal crocieristici per contenere i flussi di turisti.
- Alto Adige, un tempo nota per la sua tranquillità, ha dovuto introdurre sistemi di prenotazione e limiti d’accesso per tutelare l’ambiente alpino.
L’overtourism [6] è un problema complesso che comporta rincari sugli affitti e sui beni di consumo, congestione dei trasporti e pressione sulle infrastrutture. Anche i social media contribuiscono alla concentrazione dei flussi, trasformando luoghi un tempo tranquilli in mete di massa improvvise e spesso impreparate.
Strategie difensive: regolamentare per contenere
Le istituzioni locali hanno risposto con misure di controllo sempre più articolate. Alcune località, come la Norvegia e la Grecia, hanno introdotto e aumentato le tasse di soggiorno per finanziare infrastrutture. L’Alto Adige e le Alpi svizzere hanno adottato sistemi di prenotazione e contingentamento per proteggere gli ecosistemi naturali. Mentre le Isole Faroe, mostrano un approccio più strategico, promuovendo itinerari meno noti e spingendo verso una destagionalizzazione maggiore.
Queste misure aiutano a contenere la pressione, ma non risolvono le cause profonde. Senza una visione condivisa, una cultura di maggiore responsabilità dei viaggi e soluzioni a lungo periodo, si rischia di trasformare la gestione turistica in un insieme di divieti e aumenti delle tasse.
L’UE punta ai viaggi responsabili come leva strategica
Il vero cambio di passo può arrivare da un approccio culturale e comunicativo. Questo è quello che si propone di fare “Unlock an Unexpected Upgrade [7]”, la campagna lanciata dalla European Travel Commission [8].
L’iniziativa promuove un nuovo modo di viaggiare che mette al centro la responsabilità individuale e collettiva. Il messaggio è semplice: scegliere mete alternative, visitare fuori stagione e sostenere le economie locali per vivere esperienze più autentiche, tranquille e gratificanti.
Il progetto mira a unire le destinazioni europee in una visione comune, cercando di arginare e reindirizzare i turisti diretti verso le grandi città.
Verso un nuovo equilibrio
Le regole restano strumenti essenziali, ma da sole non bastano a gestire la complessità del turismo contemporaneo. Accanto alle politiche di contenimento, serve una narrazione capace di ispirare, di rendere il viaggio un gesto consapevole e condiviso. Solo così la sfida dell’overtourism può trasformarsi in un’opportunità di crescita e valorizzazione.
Promuovere viaggi responsabili significa accompagnare un cambiamento culturale: costruire esperienze che arricchiscano i turisti e rispettino chi accoglie, valorizzando le identità locali e la sostenibilità dei territori.