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Web 2.0 in Spagna – il “consumatore al potere” non è solo americano

web 2.0 spagnaQuando parliamo di Web 2.0, User Generated Content e Social Networks, spesso penserete che questi concetti facciano parte di una realtà per lo più Americana o Inglese e che in Italia parlare di alcune tendenze sia al momento piuttosto surreale. Basta però dare un’occhiata ad un mercato turistico più vicino al nostro per capire cosa sta per succedere anche nel nostro paese…

Il mercato turistico spagnolo è in profonda trasformazione. Il 42% degli utenti di Internet comprano viaggio on-line e sono centinaia di migliaia quelli che creano contenuti testuali e video per blog, social networks e siti di recensioni dedicati al turismo. Gli hotel spagnoli devono già scegliere se subire le recensioni dei propri ospiti o instaurare con loro un dialogo costruttivo.

Web 2.0 in crescita in Europa

Grazie ad un settore on-line più maturo, i mercati anglosassoni si sono adattati più velocemente al fenomeno del Web 2.0. Secondo uno studio dell’agenzia TAMAR, più del 50% degli utenti inglesi abbandonano il processo di acquisto se leggono una recensione negativa da parte di un altro utente.

Dal 2005 però anche in Spagna si è assistito ad una vera e propria esplosione degli User Generated Media, con milioni di persone intente a creare blog personali di tutti i tipi. I blog specializzati sul turismo sono molto popolari, e godono di un pubblico affezionato che prende molto sul serio i suggerimenti dei contribuenti.

La crescita generale del mercato turistico spagnolo è una buona notizia per l’Italia, che deve prendere in attenta considerazione questo target ricco per disponibilità finanziaria e tempo a disposizione. Almeno una traduzione in spagnolo, se non interventi di web marketing specifici, dovrebbe al momento essere presente in tutti i siti web degli hotel italiani. 
 
 

Gli hotel alle strette in Spagna – bisogna conversare con i propri ospiti

Siti come Diario del Viajero [2] (Diario del viaggiatore), Bajo Coste [3] (Low Cost), e Locura de Viajes [4] (Pazzi per i Viaggi), generano centinaia di migliaia di visite ogni mese. Per questo molti hotel spagnoli cominciano a prendere contatto con questi circuiti ed a partecipare alle discussioni, ai forum, ai blog turistici in prima persona. Imprese come Barceló, Mucho Viaje, o catene alberghiere quali Hotusa o Magic Costablanca hanno avviato varie strategie di marketing nel corso degli ultimi mesi per ricercare la complicità degli utenti attraverso interventi in stile Web 2.0.

Molti albergatori anche in Italia sono ormai consapevoli del potere in mano al nuovo consumatore, della necessità di creare valore aggiunto e di comprendere il cliente pienamente. La gestione della reputazione on-line, la promozione dell’hotel attraverso canali diversificati (forum, blog, portali di recensioni), ed una rinnovata attenzione ai desideri dei clienti sono essenziali per poter competere con successo in questo mercato completamente trasparente.
 
 

“Consumatore al potere”, nel bene e nel male

Il trend del “consumatore al potere” che crea i contenuti turistici sul web sta dando allo stato attuale più dispiaceri che soddisfazioni agli albergatori: gli ospiti giudicano l’hotel spesso in base a sensazioni personali…e poi diffondono il loro responso al resto del mondo. Con un piccolo sforzo in più, il Web 2.0 può però rivelarsi un mezzo di promozione determinante per il turismo, anche se non è facile tenere il passo dei gusti e degli umori dei propri clienti…

Vi suggeriamo la lettura dei seguenti articoli:

3 semplici interventi per ottimizzare le strategie di vendita dell’hotel nel web 2.0 [5]
Brand Reputation, come difendere e promuovere l’immagine dell’hotel nel web sociale 2.0 [6]

NB: in fondo al secondo articolo trovate dei commenti molto interessanti di Alex, un albergatore che ha avuto recentemente grossi problemi con Booking.com proprio per colpa delle recensioni di un ospite…

Presto anche in Italia gli hotel dovranno cominciare a giungere a compromessi con i blog, i forum, i portali User Generated che parlano di loro, se non creare addirittura delle proprie risorse interne per attrarre e fidelizzare gli utenti del Web 2.0 e “controllare” in qualche modo le discussioni dei propri ospiti.

Fonti:
 Eye for Travel [7]