Re: Change Management: Albergatori, siete pronti alla sfida?

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Riccardo CoccoRiccardo Cocco
Partecipante

Carissimi,

mi associo a quanto detto da Duccio e sottolineo quanto esposto da Stefano.

Storicamente, il Belpaese, ha fatto scuola di ospitalità nel mondo. Basti pensare al tipo di accoglienza, da cui poi molti hanno beneficiato, che ha insegnato il mondo CIGA.

Oggi cosa sta accadendo?

Ebbene, in una destinazione tra le più ambite, come può essere la città di Roma, abbiamo registrato un enorme aumento dell’offerta ricettiva in modo esponenziale. Nuove aperture con centinaia di nuove camere a disposizione della clientela. Dall’altra parte non abbiamo assistito ad un aumento di coloro che sceglievano il mondo turistico alberghiero per crearsi il proprio percorso formativo. Tutto questo ha generato una involuzione degenerativa sul tema dell’accoglienza. Non a caso molte strutture alberghiere “reclutano” i propri collaboratori tramite apposizione di annunci su giornali del tipo “portaportese” o “seconda mano”. Nulla contro questi organi ma sicuramente il bacino di utenza a cui si riferiscono non proprio riflette le necessità professionali a cui tutti aspiriamo. Esiste anche un utilizzo errato dei percorsi scolastici e formativi dove il divario tra il mondo del lavoro e la dottrina insegnata è ogni giorno sempre più grave.

Non si formano persone che domani dovranno portare la propria professionalità nel mondo turistico ricettivo, ovvero le si formano nei modi sbagliati.

A mio avviso occorrerebbe molta più sinergia tra la “scuola” ed il mondo del lavoro ed anche con l’indotto che gira intorno a questi mondi.

Per rendere un esempio, ad oggi non esiste una collaborazione tra le scuole alberghiere ed i produttori di PMS. Gli studenti, per la maggior parte dei casi, viene formata alla gestione del Front Office (sempre per esempio) attraverso l’uso di materiale cartaceo e non attraverso l’utilizzo dei sistemi informatici che al giorno d’oggi sono a disposizione nelle strutture alberghiere. E questo è solo un esempio.

Se a questo aggiungiamo la “prosopopea” di alcuni docenti che (per esperienza personale) divulgano l’errato concetto che il candidato dopo la formazione deve ambire come primo impiego a posti di direzione (ora va tanto di moda la direzione marketing….) senza neanche conoscere le modalità operative di una struttura ricettiva, se gli si insegna che mai e poi mai il candidato se vuole far carriera deve tralasciare il Front Office che è un lavoro da denigrare e soprattutto gli si insegna che nel proprio curriculum si deve indicare quanto si aspettano di stipendio, signori miei, siamo proprio ad anni luce di distanza dalla soluzione del problema.

Buona lavoro e buona lettura dei curriculum a tutti!

Riccardo Cocco