Rispondi a: Intervista esclusiva a Booking.com: senza la rate parity per gli hotel sarebbero guai

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#24304
windy kaouki
Partecipante

Salve a tutti .
Premesso che sono assolutamente d’accordo con quanto detto sui commenti del 3, 9 e 13 febbraio, avrei non poche cose da dire al sig.D’Amico, a cominciare dal punto 3 dell’intervista dove afferma che” Non c’è alcuna intenzione di penalizzare alcuna struttura ma molto semplicemente il sistema offre automaticamente maggiore visibilità agli alberghi che convertono meglio.”
Peccato però che booking.com offra, ma solamente in sede privata, agli albergatori che si credono più furbi, la possibilità di essere “più visibili” pagando percentuali maggiori di quelle standard( non so dalle vostre parti , ma so per certo che a Marrakech ci sono riad che pagano il 40%!!!!! di commisione per apparire in prima pagina sulla ricerca di booking.com e per inciso Marrakech è una di quelle città in cui booking.com si presenta con più di mille hotel, riad, ville e quant’altro).

Quindi booking.com posiziona prima di tutto chi paga di più, poi eventualmente posiziona le strutture con migliore tasso di conversione, e qui le strutture autorizzate sono assolutamente penalizzate nei confronti di quelle “off-shore”, e lo sono ancor più quando il cliente esegue la ricerca a partire dai giudizi migliori dove il rapporto qualità prezzo influisce su tutti gli altri parametri del giudizio cliente.Rapporto qualità-prezzo che è quasi impossibile da fronteggiare nei confronti di chi non ha pressione fiscale.
Al punto 4 avrei voluto chiedere al sig. D’Amico qual’è la vera funzione che giustifica l’esistenza e il costo dei 5000 affiliati di cui si vanta booking.com se non quella di occupare spazio nella ricerca web, che sarebbe altrimenti occupato dai proprietari di hotel( i quali pagano per essere eliminati?), appurato che booking.com appare praticamente sempre al primo posto nella ricerca con google.

Non solo. Questi siti affiliati svolgono anche una funzione di “contenimento” e di depistaggio in quanto continuano a publicare il booking online anche delle strutture che hanno sciolto il contratto con booking.com (come la mia)”curandosi” però di “disinformare” (con QUALSIASI DATA INSERITA dall’utente web) che la struttura è AL COMPLETO anche quando NON lo è e di mettere ben in evidenza l’esistenza di altre strutture, dalle quali ovviamente( al contrario della struttura sabotata) percepiscono una commissione.

Tra l’altro anche booking.com (nonostante l’annullamento del contratto) continua con questo giochetto finchè non viene “minacciato”(esperienza personale), ma un conto è contattare booking.com e un conto è contattare 5000 siti dei quali il più delle volte non riesci a trovare nemmeno il contatto e quando lo trovi non rispondono(esperienza personale).
Sto subendo questo “particolare” trattamento da più di dieci mesi, non so quando finirà e per di più quest’opera di “sabotaggio” assume contorni ancor più “deviati” quando ci si rende conto che alcuni di questi siti(booking.com compreso), pur non potendo vendere le tue camere, paga il payXclick su google persino con l’esatta “voce” della tua struttura.
Chi può dire quanti hotel “usciti” da booking.com si trovano attualmente nella stessa situazione?

Da parte mia, di tutta questa storia, ho informato con una segnalazione ufficiale l’AGCOM (antitrust)circa 5 mesi fa, fino ad ora nessun provvedimento.
Per chi scoprisse di essere nella stessa situazione e fosse interessato, posso inviare copia della denuncia, basta contattarmi su questa e.mail “lollo1401@hotmail.com”.

Per finire al punto 5 il sig.D’Amico tenta goffamente di dimostrare che : “Se Booking.com diminuisse o cessasse i propri investimenti sarebbero gli alberghi stessi a doverli sostenere con costi e rischi più alti; questo avrebbe anche ripecussioni negative sulle tariffe offerte e comporterebbe, quindi, danni anche per i consumatori.”
Per prima cosa booking.com non promuove le vostra struttura , ma promuove essenzialmente se stesso e utilizza la maggior parte delle vostre commissioni proprio per eliminare dalla “visibilità” i proprietari con i loro siti e l’apparente concorrenza con Expedia, come richiamato giustamente dal commento postato con tanto di link il 3 febbraio 2015, fa si che tutto ciò assuma un aspetto di totale monopolio. Aggiungo che non mi stupirei se booking.com possedesse azioni di Google. Un caro collega(vittima dello stesso “trattamento”) tempo fa mi profettizzava, più che verosimilmente, la prossima apertura di una catena di hotel con il marchio booking.com. Molti hotel hanno già , di fatto, booking.com come socio solo che fanno fatica a rendersene conto.
In ogni caso per smentire in maniera inequivocabile le affermazioni del sig. D’Amico, basta porsi questa domanda: ma quando mai abbiamo speso il 15-20% del fatturato(lordo!!) per l’advertising? E, sempre per quel che mi riguarda, al lato pratico nei due anni di lavoro con booking.com TUTTI(e dico tutti) I CLIENTI CHE MI HANNO CONTATTATO DIRETTAMENTE HANNO SEMPRE( e dico sempre)PAGATO un prezzo inferiore dei clienti booking.com.
NOBOOKINGCOMnection.